giovedì 4 luglio 2013

Gli inutili


A dispetto della famosa frase attribuita al compianto Sen. Andreotti, è proprio vero che il potere logora chi ce l’ha: l’esercizio dell’attività di governo, anche in una comunità locale, ha su taluni effetti nefasti, come quando si abusa del cioccolato o delle caramelle, con le conseguenti dermatiti o disturbi digestivi.
Soprattutto, l’autoconvinzione di svolgere una missione ispirata per istruire il popolo, in condizioni cattedratiche di presunta superiorità intellettuale e morale, fa perdere il senso della realtà e della misura (come pure della buona educazione).
Ne abbiamo avuto una prova eclatante ed intollerabile questa sera in Consiglio Comunale, dove l’amministrazione degli ìncliti ha riportato in discussione il regolamento applicativo della TARES, che aveva dovuto ritirare lo scorso giovedì, su richiesta della stessa maggioranza consiliare, con l’ennesima figuraccia.
Con una rapidità sospetta, nella giornata di venerdì 28 giugno, era stata inviata per posta elettronica la nuova versione del regolamento, che assessore e funzionari avevano tosto emendato.
Letta attentamente la nuova versione, ci si è accorti che era pressoché il copia-incolla della precedente, senza alcuna significativa modificazione o recepimento delle abbondanti segnalazioni dell’opposizione; la novità consisteva nel richiamo esplicito dei corrispondenti articoli del  prototipo fornito dal Ministero.
Malgrado ciò, animati da buona volontà, abbiamo studiato nuovamente la materia e preparato i suggerimenti da comunicare al Consiglio, per la migliore redazione del regolamento a beneficio dei cittadini.
Tutto inutile.
L’assessore, con malcelato disprezzo e fastidio, ha ribadito con cocciutaggine che di argomenti tecnici è meglio che il Consiglio Comunale non si occupi, perché il regolamento presentato è frutto del lavoro di infinite sedute di una Commissione (a cui il rappresentante di Unione Italiana ha sempre attivamente partecipato) e, comunque, fa riferimento all’elaborato di stimatissimi giuristi: ergo, ai Consiglieri non resta che approvare e basta, senza tanti complimenti o domande; in fondo, che ne possono sapere e capire i Consiglieri di materie così elevate? Alzino la mano e si considerino soddisfatti!
Già, perché alle domande rivoltegli non ha né voluto, né saputo dare risposte, trincerandosi  infastidito ed insofferente dietro l’ipse dixit, con la collusione di qualche tecnico dal ghigno facile.
Solo il Segretario del PD, con sano e lodevole realismo e lungimiranza politica, ha tentato di ricondurre la questione alla sua genuina verità: che, cioè, si trattava di semplicemente correggere alcune parti, redatte ancora in modo ambiguo o poco comprensibile, per rendere il testo alla portata di ogni cittadino.  
Sforzo vano, giacché l’estro polemico e di superiorità assessorile ha contagiato il Presidente (strenuo difensore dell’amministrazione a detrimento dei Consiglieri, pieno di distinguo e di impropri richiami alla famosa Commissione, che non ha alcun potere deliberante, riservato esclusivamente al Consiglio!), il supremo reggitore (che ha sarcasticamente invitato i Consiglieri di opposizione intervenuti a partecipare alle sedute della Commissione – di cui non fanno parte - , visto che sarebbero così competenti; mi si riporta che, ormai in mia assenza, si sia pure abbandonato ad ardite considerazioni su persone fatte scendere dal trono;  allusioni che denotano un allarmante ed offensivo deficit di fair play  e di rispetto), un Consigliere di maggioranza, di un partito tramontato più che al tramonto, il quale ha dichiarato di aver perso la pazienza e che l’opposizione stava solo facendo ostruzionismo (però non ha detto una parola una sul merito del regolamento…; sicuramente lo conosceva a menadito e lo apprezzava come monumento del giure…; evidentemente, i Consiglieri di minoranza che avevano sollevato dubbi e proposto soluzioni avevano voluto burlarsi del consesso e speso il loro tempo a confezionare trappole…).
È stato troppo, la misura si è colmata: mi sono sentito inutile, sicché me ne sono andato, ho tolto il disturbo, lasciando gl’ìncliti a cantar messa da soli e tra di loro, compiaciuti del loro rito liturgico sinistro (seppure nell’imbarazzo visibile di gran parte dei Consiglieri di maggioranza, costretti alla disciplina del mutismo assoluto da una regìa imperiosa  e tracotante).
Si approvino da soli il regolamento TARES ed anche il bilancio, di per sé esplicativo del voracissimo appetito  della transeunte amministrazione di aumenti di aliquote, tariffe e multe, accompagnati da robusti, ulteriori tagli  ai servizi (siamo arrivati anche alla nuova classificazione delle associazioni, per far loro pagare salati canoni di locazione; chissà quante chiuderanno).
Non hanno bisogno dell’opposizione, che è solo  e palpabilmente un fastidio: siamo inutili, al pari dei cittadini – peraltro  un tempo così prossimi all’attuale maggioranza, imputent sibi – che hanno osato intervenire con critiche documentate nel dibattito aperto al pubblico.
Si arrangino, nella loro traballante maiestas.

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