martedì 23 dicembre 2014

Auguri! Buone Sante Feste 2014-2015



Or la notte s'avvicina
in cui il Santo venne al mondo.
Che la luce Sua divina
ci affratelli a tutto tondo,
Ricerchiam nel Suo messaggio
la ricetta di salvezza:
che ognun diventi saggio
e sparisca ogni amarezza.

domenica 23 novembre 2014

Dàgli all'untore


Stizzite reazioni di maggiorenti, turbati  - nel loro fanciullesco entusiasmo del dì di festa autoconvocato - dalle meditate riflessioni di chi non condivide una gioia artificiale e strumentale:

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Il Presidente del Consiglio Comunale, Rag. Augusto Airoldi, in un post su FB, dopo aver magnificato l'odierna seduta del Consiglio, ha concluso: "Un rimprovero senza riserve ai non pochi Consiglieri comunali assenti"https://www.facebook.com/augusto.airoldi?fref=ts). 

Mi duole duplicare il rimprovero nei Suoi confronti: la mia opinione in merito al gesto "simbolico" odierno era ed è nota; solo per ipocrisia mi sarei potuto presentare ad un evento che non condivido affatto e che ho motivato nel mio dissenso.
Il Presidente, pertanto, rispetti il legittimo dissenso di chi non la pensa come Lui.
O si ritiene, dall'alto del suo scanno, censore dell'altrui pensiero, che si può manifestare anche (direi coerentemente) con una meditata assenza, "simbolica" anche lei?
Il pensiero unico non mi piace, né intendo fare il cortigiano di chicchessia.
Stia tranquillo, Signor Presidente, quando occorre, presenza ed interventi - da parte mia - sono assicurati, anche se fastidiosi.
Buona domenica.

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Una nota, quella dell'Assessora Cavaterra, (http://ilsaronno.it/…/cavaterra-peccato-che-gilli-non-abbi…/) commovente (alla libro "Cuore") ed arrogante allo stesso tempo; non sta a lei indicare che cosa sia "peccato"; è ancora lecito non condividere scelte che si considerano pure illusioni. Neppure il richiamo all'entusiasmo dei bambini è convincente; anzi, è un richiamo strumentale e troppo comodo, per giustificare sé stessi. Ci mancherebbe altro che i bambini, convocati ad una "festa" voluta da adulti non si siano divertiti; alla loro età, è normale. Basta creare a bella posta il "clima", l' "ambiente" e si registra il successo...
Nessun commento, invece,sulle riflessioni contrarie; non bisogna rovinare la festa... 
Mi dispiace, ma con le illusioni non si combina nulla, si alimentano solo false speranze. 
Per fortuna, fino a prova contraria, come dice il codice civile, la buona fede è presunta. 
Non vado alla ricerca di prove contrarie, non ne vale la pena. 
Ognuno difenda le proprie opinioni, senza farsi scudo di altri, soprattutto se piccoli.
E finiamola con questa insopportabile spocchia di sentirsi superiori; la superbia è un vizio capitale.

sabato 22 novembre 2014

Mercanti di illusioni


Oggi, in pompa magna, la cedente Amministrazione, approfittando della ricorrenza della “Giornata mondiale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza” (UNICEF) ha dedicato il Consiglio Comunale al conferimento della cittadinanza simbolica  ai minori nati in Italia da cittadini stranieri e regolarmente residenti nella nostra città.
Circa 70 famiglie sulle 280 invitate (prima tranche delle 800 potenzialmente interessate) hanno accolto l’invito.
Con questa iniziativa, Giunta e maggioranza “intendono costruire un terreno fertile affinché il governo si attivi per modificare la legge in merito alla cittadinanza. Il dibattito in tal senso è iniziato con varie proposte in esame ma ancora senza tempi certi di approvazione. Come spesso capita la società civile è più avanti rispetto al legislatore, su questo come su altri temi”, spiega diligentemente l’Assessore Cavaterra.
Non condividiamo questa iniziativa, non solo per il non trascurabile fatto che giuridicamente non serve a nulla, ma soprattutto per i significati simbolici che vi sono sottesi.
Anzitutto, i bambini di nazionalità straniera nati in Italia godono di tutti i servizi e di tutte le occasioni che hanno i bambini italiani: principio costituzionalmente garantito, laddove i concetti di uguaglianza, libertà, diritto allo studio ed alla salute sono assicurati dalla Costituzione a tutti, indipendentemente dalla cittadinanza (solo in altri casi la Costituzione riserva specifici diritti ai cittadini, come il diritto di elettorato).
L’acquisto della cittadinanza italiana (peraltro in molti casi vietata dalla legge degli Stati di provenienza, che non ammettono la doppia cittadinanza) al compimento della maggiore età (18 anni) è un fatto normale, ordinario, basta la richiesta da parte di chi abbia da sempre vissuto in Italia.
Si tratta, però, a nostro avviso, di una scelta consapevole, all’interno di un progetto di vita, maturato durante gli anni, in cui il ragazzo-la ragazza – con la propria testa - ha considerato conforme alle sue aspirazioni ed alla sua volontà il diventare giuridicamente cittadino italiano e l’essere incluso anche formalmente nella nostra comunità nazionale.
Poiché di una scelta si deve parlare, altrettanto rispettabile sarebbe la volontà di non acquisire la cittadinanza italiana e di mantenere quella d’origine della propria famiglia, soprattutto se la permanenza in Italia fosse vista non come permanente, bensì solo come temporanea.
Che cosa significa forzare la norma vigente e concedere la cittadinanza simbolica ad una piccola parte, tra l’altro, dei bambini stranieri residenti a Saronno? Un regalo – a quanto pare numericamente non proprio desiderato – che sostituisce con un atto d’imperio la volontà positiva che questi bambini possono formarsi nel tempo, frequentando le scuole ed i loro compagni, giocando con loro, confrontandosi e condividendo la vita di ogni giorno, le abitudini, la lingua, le fatiche, scambiandosi esperienze.
Una scelta, dunque, a ragion veduta, che implica l’accettazione del patto sociale che regge la comunità degli Italiani, della democrazia, della solidarietà, nel rispetto delle diversità, di cui il nostro Paese è così ricco.
Altrimenti – seguendo l’attuale Amministrazione – la cittadinanza (che è una cosa seria, non un titolo onorifico, che attribuisce diritti, ma anche doveri) viene ridotta ad un orpello demagogico, importante più per chi la “concede” (che brutto verbo!) per salvarsi la coscienza, per mostrarsi aperto e solidale, che per chi la riceve, senza un adeguato e convincente percorso formativo.  
Né va dimenticato il sottile significato discriminatorio di queste improvvisate celebrazioni: i bambini italiani non hanno cerimonie di benvenuto, di accoglienza solenne, di attenzione tutta particolare; non si sentiranno trascurati? E le loro famiglie?
Una volta di più, non condividiamo la facile demagogia delle iniziative dell’Amministrazione scadente; anziché unire, come sarebbe opportuno, si fanno distinzioni inammissibili, celate dietro un buonismo di maniera, strumentale e produttore di esiti contraddittori.
Sarebbe stato molto meglio, come da tanti anni, una seduta del Consiglio Comunale dedicata all’infanzia e all’adolescenza in cui tutti i bambini, cittadini e non, trattati alla pari, senza distinzioni pelose di cui i bambini non hanno proprio bisogno, fossero ascoltati e coinvolti tutti insieme in progetti generali di vita comune.

Mercanti di illusioni, non altro.

mercoledì 19 novembre 2014

Il blasfemo si scomunica


L’ennesima scritta blasfema sul fianco del Santuario: non se ne sentiva proprio il bisogno. 
Il problema, tuttavia, non sta nell’offesa a Dio che, nella sua infinita misericordia, avrà già perdonato; gli uomini ne combinano di peggiori. 
Il nocciolo dell’indignazione sta, piuttosto, nell’offesa a chi in Dio crede ed a tutta la comunità dei Saronnesi. 
Non importa a chi appartenga la mano sacrilega (sulla colpevolezza si è già aperto un ampio dibattito, fondato su presunzioni); si tratta di un gesto stupido di un vigliacco ottuso, che si è volontariamente messo al di fuori dell’aggregazione sociale in cui vive; una manifestazione di arrogante prepotenza, che mina ab origine le ragioni del nostro stare insieme, di convivere ordinatamente e nel rispetto reciproco. 
Che società vuole questo solitario “eroe”? 
Una società senza regole, in cui ognuno risponda solo ai propri istinti? In cui vinca il più violento, il più furbo (come crede di essere), il più dissacratore? 
In verità, l’autore (o gli autori) dello sgangherato episodio
è soltanto un asociale, che non sa rapportarsi con gli altri.
Come tale va considerato: è uno scomunicato, ha spezzato voglioso i legami con la sua comunità, imbrattando il più insigne esempio di storia, di arte e di fede della città, simbolo della bellezza voluta dai nostri avi. Iddio e la Beata Vergine dei Miracoli non sono i suoi nemici; il suo nemico è lui stesso nel momento in cui si è voluto emarginare. 
Se ne resti da solo, nel nascondimento; non è libero, deve celarsi, deve scappare. 
Merita soltanto di essere ignorato, la sua peggiore punizione. 
Si rassegni: non conta niente, è un omuncolo pavido e incosciente. I Saronnesi non hanno bisogno di gente così.


mercoledì 29 ottobre 2014

SFRATTATORI TAGLIACALDO: COME FINGERSI MINISTRO DI GRAZIA E GIUSTIZIA



La vicenda dell’Ufficio del Giudice di Pace è sconcertante, sia per l’incoerenza con cui è stata gestita, sia per il pressapochismo e la completa non conoscenza dell’istituzione da parte della scadente amministrazione.
Dopo anni di chiacchiere e promesse, di difesa ad oltranza della presenza a Saronno del Giudice di Pace, la scorsa settimana, in compagnia degli altri cinque Sindaci dell’ex Mandamento, il Sindaco di Saronno ha definito “non prioritario” il servizio dell’amministrazione della giustizia da parte del Giudice di Pace, cosicché, con un’unanimità degna di miglior causa e prova di insensibilità cortomirante, si è rimangiato l’impegno invano assunto solennemente di tenere a carico dei Comuni aderenti questi servizio: ennesimo esempio di incoerenza, pessimamente motivato, con l’inevitabile scusa dei troppi costi (sui quali tuttavia non v’è chiarezza) e dei tagli dei trasferimenti di fondi dal Governo; è sempre colpa di altri.
Non si era ancora spenta l’eco di questa improvvisa e imbarazzante rinuncia alla “giustizia di prossimità” – che tanti problemi causerà ai Saronnesi costretti ad andare a Gallarate, in futuro, senza nemmeno il conforto di un mezzo di trasporto pubblico – che l’Amministrazione saronnese ha inanellato un’altra perla sull’ormai lungo filo della sua collana di insuccessi clamorosi e pasticcioni.
Lunedì, il Giudice di Pace ha trovato i propri uffici chiusi e al freddo; il Comune, infatti, proprietario dello stabile di Via Varese 130, per non spendere più, ha pensato bene di interrompere l’erogazione dei servizi di riscaldamento.
Già, perché evidentemente, in Piazza Repubblica 7, avevano pensato che la rinuncia al Giudice di Pace da parte del Comune di Saronno (e degli altri cinque Comuni sodali) fosse sufficiente per far chiudere immediatamente i battenti all’Ufficio.
Una prova di totale analfabetismo dilettantesco e di ignoranza dell’ordinamento!
Infatti, com’è logico, peraltro, la soppressione di un Ufficio Giudiziario può avvenire solo ad opera di un provvedimento del Ministero della Giustizia, che si esprimerà nei tempi dovuti e con la disciplina del trasferimento dei Giudici, del personale, dei fascicoli, delle competenze.
Fino ad allora, l’Ufficio del Giudice di pace deve continuare a prestare le proprie funzioni nella sede attuale ed i costi dei servizi (le utenze) rimangono a carico del Comune ospitante, che ne potrà richiedere a consuntivo il rimborso al Ministero, come succede  da sempre per legge.
L’Amministrazione saronnese, invece, in un èmpito di onnipotenza, ha proclamato lo sfratto e lo ha eseguito di fatto subitissimo, togliendo anche il riscaldamento ai Giudici di pace! Neanche il preavviso degli otto giorni alla colf!
Manifestazione vergognosa di incompetenza e di maleducazione, onirica sostituzione istituzionale: Sindaco e Giunta si sono sentiti Ministro... 
Quanto al personale, se è pur vero che spetta al Ministero fornirlo, sorge spontanea una domanda: è noto che due dipendenti del Comune di Saronno sono stati avviati ad un lungo corso di formazione per apprendere il lavoro di cancelliere; sarebbero stati messi a servizio dell’Ufficio del Giudice di Pace;  congedato questo in tutta fretta, i due si ritrovano ad aver seguito per nulla un corso impegnativo e torneranno in Comune al solito tran-tran.
Ma allora, nella presumibilmente breve attesa del decreto ministeriale di soppressione e di trasferimento a Gallarate del Giudice di Pace saronnese, non si sarebbe potuto dare una mano a questo sfortunato Ufficio, fornendolo temporaneamente del personale già appositamente formato?
Possibile che il Comune non sia in grado di pagare a tal fine per qualche mese due persone, che comunque – in quanto dipendenti – deve già pagare? Basterebbe una convenzione temporanea tra le due Amministrazioni (Comunale e ministeriale), nella massima trasparenza anche contabile, e l’agonia dell’Ufficio del Giudice di Pace diventerebbe una dignitosa e ordinata fase di transito.
Ma forse chiedere un intervento così semplice ed utile è davvero troppo per un’Amministrazione che è scadente non solo perché prossima alla sua fine: lo spessore è quello che è, come ne ha dato abbondantissime prove.

Pierluigi Gilli
Capogruppo di Unione Italiana




sabato 28 giugno 2014

Tu es Petrus


29 giugno, San Pietro e San Paolo

Tu es Petrus et super hanc petram aedificabo Ecclesiam meam. Et tibi dabo claves regni coelorum. Et ianuae inferi numquam praevalebunt adversus eam.
Duro crederlo, mentre in Iraq sul terreno continuano ad affrontarsi esercito e ribelli sunniti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isis) e, si consuma il dramma della popolazione civile in fuga dalle violenze. Soprattutto la comunità cristiana è vittima di questo conflitto, obiettivo degli attacchi indiscriminati dei miliziani fondamentalisti.
Una drammatica realtà subìta per mano crudele e fanatica dai  nostri fratelli cristiani d'Iraq, appartenenti ad una delle più antiche Chiese apostoliche.
Ma continuiamo a credere fermamente: non praevalebunt.
I Santi Apostoli Pietro e Paolo consòlino ed intercedano; la preghiera secondo l'intenzione di Papa Francesco, successore di Pietro. 

Come domani...


29 giugno 1956, cinquantotto anni fa: quanta strada percorsa da quando ho visto la luce all'ombra del campanile di San Francesco... 
Per fortuna, conservo ancora chiarissimo e grato  il ricordo di Corso Italia 90, delle persone con cui sono cresciuto e dell'atmosfera che si viveva, così diversa dall'oggi. 
Incomincio a sentirmi vagamente come un reduce. 
Ma, a Dio piacendo, spero di ripetermi ancora lungo...
Prosit

sabato 21 giugno 2014

Tutto a sinistro pagamento


Il barbuto Ministro ai Beni Culturali ha riorganizzato le tariffe d’accesso ai musei ed ai siti archeologici: dal 1à luglio, gli over 65 pagheranno il biglietto intero, mentre per gli under 18 (e per alcune categorie di lavoratori, tra cui gli insegnanti) è previsto l’ingresso gratuito.
“Inoltre – ha spiegato Franceschini – viene istituita la ‘domenica al museo’ nel corso della quale, ogni prima domenica del mese, tutti i luoghi della cultura potranno essere visitati gratuitamente. In questo modo si rende più equa la gratuità non legandola a fasce d’età, ad eccezione che per gli under 25. Si evita anche – ha aggiunto il ministro – che facoltosi turisti stranieri over 65 non paghino il biglietto come avviene oggi”. Secondo Franceschini, infatti, questo è l’unico modo per adeguarsi agli standard dell’Ue: “L’analisi dei dati sugli ingressi nei nostri musei, dove ogni anno più di un terzo dei visitatori non paga il biglietto, impone una svolta europea”, spiega il ministro (fonte: “Il Fatto Quotidiano”, http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/06/19/musei-franceschini-cambiano-tariffe-nei-musei-over-65-pagano/1033279/).
Quindi, per far pagare a misteriosi facoltosi stranieri over 65, anche tutti gli oltre sessantacinquenni italiani, miserabili e milionari, dovranno pagare il biglietto intero, naturalmente per allinearci all’Europa.
Il governo del “Dice” ha così beffardamente aggiunto un’altra tassa a quelle che già inventato in pochi mesi: la sinistra per cui le tasse sono bellissime ha una fantasia irraggiungibile, in merito; poi promette che manderà a casa il mod. 730 precompilato, ma ben si guarda dall’abbassare la pressione fiscale.

Ma non dobbiamo lamentarci nemmeno nel nostro orticello saronnese, perché anche a livello locale le tasse occulte aumentano sinistramente a dismisura per la frenetica attività impositrice della Giunta degli ìncliti velocipedisti amanti dei divieti.
Con ossessiva coerenza, ecco sfornato il recente provvedimento secondo cui il parcheggio in Via Legnani, Via Pellico e Via Verdi diventa a pagamento; la motivazione: rendere a pagamento gli stalli a ridosso della zona a traffico limitato così da spingere gli automobilisti a lasciare l’auto più lontano e muoversi a piedi fino al centro” (fonte: http://ilsaronno.it/?p=37801).
La crociata bandita dall’Amministrazione contro l’automobile anche con altri cervellotici provvedimenti provvedimenti (dall’ipocrita 30 all’ora, a certi sensi unici) non ha sosta, benché sia percepito da chiunque che il traffico sia di molto diminuito in questo periodo di crisi (il costo della benzina ha indotto moltissimi a non muoversi con l’automobile).
Nemmeno la presenza di importanti servizi pubblici (come l’Ospedale, già penalizzato con la sosta a pagamento in Piazzale Saragat, scuole, ambulatori, luoghi di svago) ha impedito l’ultima lenzuolata di strisce blu.
Ma, al di là dello sconcerto sull’opportunità di tali misure, sorgono serissimi dubbi sulla legittimità di queste misure; l’argomento non è nuovo, ma è stato a lungo trattato dalla giurisprudenza, fino alla definitiva sentenza a Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione n. 116 del 9 gennaio 2007:
«È nullo il verbale di accertamento e contestazione per sosta vietata in un’area di parcheggio a pagamento se nella zona non è presente anche un’area di parcheggio libera.
Sulla base del suddetto principio dichiarava la nullità ed inefficacia di alcuni verbali di accertamento e contestazione per sosta vietata e condannava il Comune di Quartu Sant’Elena al rimborso delle spese processuali.
L’art. 7, comma 8 del codice della strada, infatti, stabilisce che “qualora il comune assuma l’esercizio diretto del parcheggio con custodia o lo dia in concessione ovvero disponga l’installazione dei dispositivi di controllo di durata della sosta di cui al comma 1, lettera f) , su parte della stessa area o su altra parte nelle immediate vicinanze, deve riservare una adeguata area destinata a parcheggio rispettivamente senza custodia, o senza dispositivi di controllo di durata della sosta.
Tale obbligo non sussiste nei casi di:
  • area pedonale;
  • zona a traffico limitato;
  • zone definite "A" dall’articolo 2 del DM 1444/68 e in altre zone di particolare rilevanza urbanistica, opportunamente individuate e delimitate dalla giunta nelle quali sussistano esigenze e condizioni particolari di traffico” [A) le parti del territorio interessate da agglomerati urbani che rivestono carattere storico, artistico o di particolare pregio ambientale o da porzioni di essi, comprese le aree circostanti, che possono considerarsi parte integrante, per tali caratteristiche, degli agglomerati stessi].
Secondo i giudici della Suprema Corte il giudice di merito non ha esercitato un inammissibile controllo su scelte di merito rimesse all’esercizio del potere discrezionale dell’amministrazione, ma ha solo rilevato vizi di legittimità dei provvedimenti amministrativi istitutivi delle zone di parcheggio a pagamento, consistenti nella violazione dell’obbligo di prevedere anche aree di parcheggio libero» (Fonte: Altalex, 11.01.2007, http://www.altalex.com/index.php?idnot=2311)
La decisione della Suprema Corte, con la particolare incisività delle Sezioni Unite, ha dunque ribadito con chiarezza un principio oltretutto logico, che – cioè – aree di parcheggio libero ed aree di parcheggio a pagamento devono coesistere; e coesistere per davvero, con comodità, non  in modo fittizio e disagevole.
Peraltro, alcune acute osservazioni di attenti cittadini (cfr. http://ilsaronno.it/?p=37801, risposte di “Fiero Saronnese” e la successiva di “Anonimo”) pongono ulteriori, seri interrogativi di carattere tecnico sulla legittimità di queste misure.
Orbene, è tutto da verificare che gli ultimi parcheggi a pagamento, particolarmente nella zona dell’Ospedale già afflitta dal pagamento ovunque, siano legittimi, secondo il C.d.S. e l’applicazione delle Sezioni Unite.
L’Amministrazione dia dimostrazione di avere ben riflettuto e motivato queste decisioni; ne provi la legittimità al di là di ogni ragionevole dubbio (anche per evitare l’insorgere di un contenzioso).
Troppo facile fare cassa, sempre a detrimento dei cittadini saronnesi e dei numerosissimi utenti del nosocomio saronnese, semplicemente nascondendosi dietro il vano scopo di spingere gli automobilisti a lasciare l’auto più lontano e muoversi a piedi fino al centro, quasi fossimo tutti dei minus habentes da rieducare: lo vadano a dire, gl’ìncliti, a chi si reca in quella zona per curarsi o per accompagnare dei malati, non per diporto.

mercoledì 18 giugno 2014

Imbrattamento dei muri: beffe sventate


Nel nuovo Regolamento di Polizia Urbana, tra le tante cose, l’Amministrazione Comunale ha proposto di disciplinare anche il fenomeno dell’imbrattamento con scritti o disegni dei muri di qualsiasi edificio manufatto e monumento  pubblico o privato (art. 61).
Il testo originario sottoposto al Consiglio Comunale era letteralmente il seguente:

ART. 62 (Imbrattamento dei muri)

62.1 E' vietato imbrattare con scritti o disegni i muri di qualsiasi edificio manufatto e monumento  pubblico o privato.

62.2 Per quanto riguarda gli edifici privati i contravventori saranno soggetti a sanzione amministrativa da 150 a € 500 salvo si debba applicare l'art. 635 Codice penale, in ogni caso applicabile qualora il fatto sia commesso su edificio pubblico.

62.3 Il proprietario dovrà provvedere alla pulizia entro 60 giorni dalla notifica dell'ordinanza del Sindaco o dell'Assessore delegato. In caso di inottemperanza si applica la sanzione amministrativa da € 150 a € 500 .

Sono rimasto sbalordito per il contenuto del 3° comma e per due ragioni:
1)      tecnicamente, l’errore pacchiano di prevedere un’”ordinanza del Sindaco o dell’Assessore delegato”: uno svarione da matita blu, in quanto il Sindaco può emettere solo ordinanze contingibili ed urgenti e non per materie ordinarie, per le quali il potere ordinatorio è riservato ai dirigenti e responsabili di servizio; errore giuridico che rappresenta, però, una smania interventista non solo del Sindaco, ma addirittura dell’Assessore delegato, quando gli Assessori non hanno mai alcun potere di ordinanza (salvo il Vice Sindaco in caso di supplenza del Sindaco, ma sempre solo per motivi contingibili ed urgenti);
2)      nella sostanza, poiché appariva ingeneroso ed assurdo che il proprietario di un muro imbrattato (naturalmente da ignoti, ai quali non è stata comminata alcuna sanzione amministrativa fra quelle previste dal comma 2.) dovesse essere costretto alla pulizia e, nel caso non vi avesse provveduto, fosse passibile di una sanzione fino a 500 euri: insomma, per l’incauta Amministrazione, al proprietario devono andare sia il danno, sia le beffe.
Ho voluto rilevare che, in realtà, anche quando i muri imbrattati appartengono a privati, si tratta di una violazione dell’interesse pubblico di tutti i cittadini acché la città sia ordinata e pulita, il che comporta preventivamente un’adeguata vigilanza e, a fatto compiuto, un intervento almeno palliativo da parte del Comune.
L’interesse pubblico è prevalente per obiettive ragioni di decoro generale urbano.
Non si vede, perciò, per quale sensata ragione i proprietari già danneggiati debbano in proprio mettere mano al portafoglio per i restauri; ma alla parola proprietà privata, evidentemente, qualcuno è allergico.
Piuttosto, il Comune dovrebbe fomentare l’imitazione dell’esempio virtuoso che ci viene da Milano, dove – in collaborazione con il Comune – sono nate associazioni di benemeriti volontari che si curano di ripulire i muri devastati da scritte e disegni ed a cui il Comune stesso fornisce i materiali e gli strumenti per la ripulitura: un’ottima forma di collaborazione civica.
La nostra Amministrazione, invece, aveva scelto la strada tirannica della sanzione a carico dei danneggiati; una presa di posizione forse inconsciamente ideologica, dagli effetti ridicoli, prima che vessatòri.
Ho quindi proposto, insieme al Collega Consigliere Comunale di Unione Italiana, Pierluigi Bendini, un semplicissimo emendamento: l’abrogazione dell’increscioso comma 3., per motivi sia di illegittimità, sia di merito.
Seppur con il mal di pancia del Capogruppo del P.D. – invano arrampicatosi sui vetri – la maggioranza si è accorta dello svarione, al pari dell’Assessore alla partita, ed ha votato per l’accoglimento del mio emendamento, insieme a tutta la minoranza: il famigerato comma 3. è scomparso.
All’unanimità, dunque, abbiamo sventato una beffa clamorosa a detrimento di cittadini incolpevoli ed inermi; è bene che si sappia; una tantum, l’opposizione – che è stata costruttiva nella discussione di tutto il Regolamento, con la proposta di numerosi emendamenti migliorativi – è stata ascoltata.

Un cambio di passo, che ci sarebbe piaciuto vedere non solo nell’imminenza della scadenza di questa Amministrazione, ma fin dal suo esordio; purtroppo, invece, la maggioranza, in punto, è stata sempre sorda, perdendo di credibilità e connotandosi per arroganza ed autoreferenzialità. Peccato; chi ci ha rimesso  non è stata l’opposizione, ma chi ci sgoverna da più di quattro anni, insensibile alle critiche positive e sempre più permalosa (la vicenda dello stato di agitazione del personale comunale ne è un esempio molto serio).
Sperèmm…


domenica 15 giugno 2014

Il Crocifisso nelle scuole




"È legittima la scelta dello Stato di riservare maggiore visibilità alla religione maggioritaria del Paese attraverso la semplice esposizione di un simbolo religioso (quale il crocifisso) negli ambienti di scuola, sempre che tale scelta non conduca al vero e proprio indottrinamento. La sola affissione del crocifisso nelle aule scolastiche, non accompagnata da insegnamenti obbligatori del cristianesimo né da forme di intolleranza verso gli alunni di religione diversa, non viola il diritto dei genitori di orientare i propri figli verso un’educazione conforme alle proprie convinzioni religiose (art. 2 del Protocollo n. 1)"


Corte Europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo (CEDU), Causa Lautsi e altri c. Italia – Grande Chambre – sentenza 18 marzo 2011 (ricorso n. 30814/06) . 

sabato 31 maggio 2014

Saronno, Expo 2015, Licor, Leonardo e i leonardeschi


Ieri sera, Vittorio Sgarbi ha visitato il Santuario della Beata Vergine dei Miracoli a Saronno ed ha auspicato che "Saronno diventi meta turistica colta e raffinata", riferendosi agli spettacolari cicli di affreschi dei leonardeschi Bernardino Luini e Gaudenzio Ferrari custoditi, insieme ad altre insigni opere d'arte, nel nostro tempio mariano.
Nel 2008, di ritorno da una manifestazione a Milano in primissima preparazione dell'Expo, sviluppai l'idea di formare un'associazione tra Comuni in cui vi fosse una significativa produzione liquoristica - di cui Saronno è esempio preclaro - per inserire la nostra città nel circuito dei Comuni d'identità e delle eccellenze, riuniti nell'Associazione "Res Tipica".
In brevissimo tempo, a maggio del 2009, nacque proprio a Saronno l'associazione tra Comuni "Licor", di cui tuttora mi trovo ad essere Presidente Nazionale, confermato come rappresentante del Comune di Saronno sia dalla Commissaria Prefettizia, sia dall'attuale Amministrazione.
A gennaio di quest'anno, in questa veste, ho presentato, su invito, all'Amministrazione Comunale il mio progetto "Brindisi d'arte", che "Licor", insieme al Comune, intenderebbe realizzare a Saronno nel 2015 in occasione dell'Expo, con una nuova edizione della manifestazione "Il Villaggio dei Liquori" (già tenutasi a Civitavecchia, Antrodoco e Torreglia, a cura di "Licor").
Nella lunga relazione di presentazione, scrivevo, tra l'altro:
 "Saronno gode di alcune sue caratteristiche specifiche, che ne favoriscono l'inserimento nel grande evento dell'Expo 2015: (...) una considerevole presenza di monumenti artistici di vasta notorietà; in particolare, i cicli di affreschi nel Santuario ad opera dei due maggiori allievi di Leonardo da Vinci, che legano Saronno a Milano ed alle celeberrime opere di Leonardo (il Cenacolo di S. Maria delle Grazie) e del Luini (San Maurizio al Monastero Maggiore): due siti a un tiro di schioppo dalla stazione ferroviaria Cadorna, quindi in collegamento diretto e rapido con Saronno stessa. Se già all'inizio del XIX secolo Stendhal scriveva che a Saronno si dà l'addio alla bella pittura italiana (su riferiva, nel viaggio di ritorno in Francia, alle opere del Luini e del Ferrari nel Santuario), sembra di tutta evidenza promuovere la conoscenza dei nostri pittori, come volàno per una visita non frettolosa alla città".
Da ciò, la proposta di progetto 
"Brindisi d'arte":
"La stazione di Saronno Centro costituisce il principale nodo della rete della già Ferrovie Nord Milano (ora Trenord): da qui si dipartono le linee per Milano Cadorna, Milano Centrale, Milano Porta Garibaldi, Milano Passante, Como, Novara, Varese, Laveno, Lodi, Monza Albairate, Malpensa Aeroporto.
Saronno è intimamente legata alle FNM da oltre 130 anni, sicché non dovrebbe essere difficile concordare con Trenord - al di là delle corse ordinarie - l'istituzione di apposite corse da Milano Cadorna - a cadenza da stabilirsi - con un treno storico, che conduca in città visitatori particolarmente attratti da un trasporto così singolare e caratteristico
(si veda l'esperienza con Challans, col treno storico, ripetutasi più volte dal 2008).
La vicinanza della stazione di Milano Cadorna a Santa Maria delle Grazie (dov'è custodito il Cenacolo di Leonardo) ed a San Maurizio al Monastero Maggiore (notissimo ciclo di affreschi di Bernardino Luini) permette di organizzare un tour leonardiano, di fondamentale importanza storico-artistica, che esalta i legami tra la metropoli ed i sui dintorni, dove la florida età rinascimentale ha sedimentato un complesso coerente di opere di bellezza universale (l'esempio da imitare è quello francese di Amboise, dove i pur ridotti ambienti leonardeschi, inclusa la suggestiva sepoltura, assolutamente non comparabili con la ricchezza lombarda delle tracce di Leonardo e dei suoi allievi, sono altamente valorizzati e visitati ogni anno da folle di turisti, in buona parte francesi, che hanno naturalizzato il grande italiano).
Un pacchetto leonardiano (Leonardo card)  potrebbe includere, in un unico biglietto, la visita al Cenacolo (a pagamento) + il treno A/R Milano Cadorna/Saronno (a pagamento) + la visita guidata al Santuario di Saronno ed agli affreschi leonardeschi (gratuita) + la visita al Villaggio dei Liquori (gratuita) + la visita al museo delle ceramiche Gianetti + l'autobus navetta stazione di Saronno/Santuario e viceversa (gratuito), nonché un appòsito
dépliant storico-gastronomico da realizzarsi per l'evento, in più lingue.
I possessori del biglietto pacchetto Leonardo (Leonardo card) potrebbero poi usufruire di sconti nei negozi di Saronno, d'intesa con Confcommercio, incluse riduzioni su pubblicazioni e gadgets del Santuario e del Museo Gianetti, sconti nei ristoranti per menù turistici all'uopo convenuti o su piatti specialmente dedicati ai prodotti dei Comuni di Licor,  nonché ottenere un piccolo omaggio presso il Villaggio dei Liquori (possibilmente una bottiglietta mignon di amaretto), ove avranno diritto ad uno sconto fisso in percentuale da convenirsi.
Un accordo con la gestione del Cenacolo a S. Maria delle Grazie, visitato incessantemente da migliaia di persone ogni anno, consentirebbe ai nostri leonardeschi di condividere indirettamente l'enorme fama del famosissimo affresco conventuale e di entrare in un circolo virtuoso, dagli effetti benefici che travalicano il mero evento dell'esposizione del 2015.
La creazione di una Leonardo-card coinvolgerebbe pure Trenord, il cui apporto ad Expo 2015 è di rilevanza insostituibile: l'inserimento della manifestazione saronnese e di Licor nel palinsesto dell'organizzazione di FNM sarebbe un volano formidabile per la diffusione del nostro evento tra gli utenti del trasporto ferroviario, massime per i passeggeri in provenienza internazionale e domestica dall'aeroporto di Malpensa. 
Nella Leonardo-card potrebbero essere inclusi anche altri eventi: l'ingresso al Museo della Scienza e della tecnica di Milano per i saloni dedicati alle pro-gettazioni leonardesche e, soprattutto, se sarà raggiunto l'accordo con il Museo Czartorysky di Cracovia (Polonia), alla visita all'esposizione straordinaria della Dama dell'Ermellino, Cecilia Gallerani, Contessa di Saronno.
Questa eccezionale opportunità dovrebbe vedere Saronno in prima fila per trarre notorietà dal celeberrimo ritratto di colei che, seppur casualmente per essere la favorita del potente Duca ambrosiano, entra nella storia del Ducato di Milano, tanto che Ludovico il Moro incaricò appunto il sommo Leonardo di ritrarre la sua favorita, ancora oggi nota in tutto il mondo per la perfetta bellezza che il pennello del Maestro ha perpetuato nei secoli".
Insomma, "Brindisi d'arte", "Villaggio dei Liquori" e "Leonardo Card", per un'estensione a Saronno della visita all'Expo 2015, all'insegna di alimentazione e arte, in un circuito parallelo in collaborazione anche con i Comuni aderenti a "Licor", le cui eccellenze nella produzione alimentare non si fermano ai liquori.
L'Amministrazione Comunale ha accolto con favore questo mio progetto, che è stato inserito nel progetto generale di Saronno, per il quale il Comune, come capofila, partecipa a bandi provinciali e regionali di finanziamento.
Il 12 giugno p.v., presiederò a Roma la riunione della Giunta Esecutiva di "Licor", per organizzare, appunto, il "Villaggio dei Liquori": quest'anno, in autunno, a Muccia e Pievebovigliana (MC) e l'anno prossimo, appunto, a Saronno.
Mi auguro che il nostro liquore - che la leggenda vuole legato a Bernardino Luini - già così famoso in tutto il mondo, insieme agli altri liquori dei Comuni soci di "Licor" (pure di grandissima notorietà  internazionale), consenta alla nostra città di partecipare con profitto al grande evento del 2015; come indicavo nella presentazione del progetto: "sono tutti elementi che, considerati unitariamente, consentono di ravvisare nella nostra città un piccolo polo di attrazione, che potrebbe invogliare non pochi visitatori dell'Expo 2015 ad un brevissimo viaggio per un'esperienza diversa ed anche rilassante, al di fuori dello stress espositivo".
Concludevo sottolineando le forti potenzialità dei Comuni aderenti a Res Tipica: "Indubbiamente, la sinergia dei Comuni liquoristici consente di dare un respiro molto più ampio al programmando evento in Saronno, anche per la notorietà all'estero dei marchi dei liquori rappresentati; la diversificazione merceologica e l'altissima qualità degli stessi dovrebbe essere un ottimo volàno, anche ai fini commerciali delle aziende.
Non è escluso che alcuni Comuni, che sono contemporaneamente soci di altre associazioni di identità (città del vino, del torrone, dell'olio, della mozzarella, della castagna, ecc.) approfittino dell'occasione per diffondere altri prodotti tipici e di alta qualità dei loro territori, così da ampliare la platea dei potenziali interessati".

Credo che il percorso così delineato possa essere attuativo degli auspici di Vittorio Sgarbi e dare una chance in più alla nostra città di beneficiare di ritorni positivi e a lungo termine dell'Expo 2015: se così sarà, come spero, faremo un bel brindisi, un brindisi d'arte, con senso di gratitudine ai nostri lungimiranti avi che, più di cinquecento anni fa, trovarono la forza ed i mezzi per chiamare a Saronno i più grandi artisti dell'epoca, donandoci un patrimonio storico-artistico di rara bellezza, che è nostro còmpito custodire e valorizzare.

mercoledì 14 maggio 2014

Depistaggio assessorile


L'Assessore Multideleghe ha risposto piccato (http://ilsaronno.it/?p=34635) alle mie osservazioni in materia di sicurezza in città (http://ilsaronno.it/?p=34579): con spreco di aggettivi roboanti ("gravità enorme") dà prova di non avere capito né il significato, né la portata delle mie lunghe riflessioni; solitamente temo di non essermi spiegato, ma nella fattispecie sono certo di essermi spiegato benissimo, al di là dei titoli giornalistici; chi non vuole capire, si abbandona a digressioni aggressive-polemiche, ma non dà risposte né puntuali, né coerenti.
Mancano i fondi: scontato e non certo brillante tentativo di prevedibile autodifesa. Ma non è vero. Se sono venuti meno i finanziamenti regionali, si sarebbero dovuti reperire fondi all’interno del bilancio comunale, riconoscendo la priorità al problema della sicurezza. Quante ore di servizi serale e notturno si sarebbero potute far fare alla Polizia Locale con le migliaia di euro dissipati per il deposito di biciclette inutilmente realizzato in fretta e furia di fianco al Municipio? E di esempi simili se ne potrebbero elencare parecchi.
Non c’è bisogno di dare direttive specifiche per allentare la guardia: basta non rinnovare i servizi con la scusa che mancano i fondi… Si può morire d’inedia, senza sparare un colpo… E magari osservando un occhiuto atteggiamento “sfiduciato” nei confronti della Polizia Locale, qualificando come illegittime le estensioni del nastro orario serale e promuovendo azioni di recupero di presunti crediti in odio a funzionari apicali della P.L., che – come tutti i Vigili – hanno il torto di non essere laureati in lingue neoromanze…
I Vigili che, appunto, lavorano dalle 7 del mattino su tre turni: che novità, l’hanno sempre fatto, fino alle 19.00; ma lo fanno ancora dopo le 19.00 sino alle 22 e, da venerdì alla domenica, fino alle 24?
Altro che interpretazioni border line di un esperto giurista: si tratta di una banale richiesta di applicare l’ordinamento, che è chiarissimo in materia: la P.L. ha funzioni sussidiarie in tema di sicurezza, in collaborazione preventiva con Carabinieri, Polizia di Stato, Guardia di Finanza. La capillare presenza della P.L. è di per sé stessa preventiva; gli Agenti conoscono la città, i punti critici, le zone deboli, rilevano le difformità, possono così concorrere ad una rete di sicurezza con le Forze dell’Ordine e intervenire direttamente in forma amministrativa e come Polizia Giudiziaria.
Il risveglio tardivo dell’Amministrazione sulla problematica della sicurezza non è un caso: deriva da un concetto di priorità che non pone in primo piano questo argomento. Si tratta di una scelta politica, condivisibile o meno. L’attuale maggioranza, a parte la costante lamentela sulla mancanza di fondi, aveva scelto di impegnarsi in altri settori, nonostante l’opposizione segnalasse le difficoltà su questo fronte, segnalazioni tacciate di allarmismo. Ora che il disordine ha raggiunto livelli intollerabili, l’Amministrazione non può più fingere ed ignorare e si è messa alla caccia di alibi ed invoca “convergenza su un tema così delicato”. Orbene, siamo stati talmente convergenti da avere richiamato l’applicazione dell’ordinamento in punto, evitando accuratamente di sparare bordate polemiche nell’immediatezza di recenti fatti eclatanti. Il nostro contributo riflessivo – peraltro accompagnato dal nostro legittimo giudizio di inadeguatezza dell’Amministrazione stessa – viene more solito scambiato per mera polemica con fini di interesse politico. Così non è: è vero, abbiamo un interesse, che supponiamo condiviso da tutti i cittadini, quello di una Saronno ordinata e sicura. Visto che l’Amministrazione intende continuare sino alla sua naturale scadenza, dia prova, finalmente, di un cambiamento di rotta e di una sincera riflessione sulla sottovalutazione del fenomeno che ha fatto sinora. Vediamo se lo saprà fare. I cittadini, ne sia certa, osserveranno e vigileranno, saranno giustamente esigenti e, fra un anno, daranno il loro giudizio (quello che l’odierna maggioranza, evidentemente, teme con ansia).

lunedì 12 maggio 2014

Sicurezza


Ragioniamo di sicurezza
Ho un grandissimo rispetto per le funzioni istituzionali, indipendentemente da chi temporaneamente le eserciti; per questo, ho evitato di commentare a caldo i recenti, inquietanti episodi  di delinquenza e di offese all’ordine pubblico che hanno insanguinato la città.
So benissimo che, in una zona di cerniera tra la metropoli ed altri importanti centri urbani, in presenza di una stazione ferroviaria nodo principale dei trasporti, mantenere la sicurezza sia opera difficile, spesso solo contenitiva, dai risultati non sempre brillanti, anche quando il problema sia seguito con costanza e con priorità.
Tuttavia, la lettura del comunicato della maggioranza e le dichiarazioni con cui il Sindaco “bacchetta” l’opposizione mi hanno molto colpito per la tardività e per la malcelata tentazione di affermare responsabilità di altri Organi dello Stato, al fine di minimizzare le competenze comunali.
“Parlando con il Prefetto – ha affermato il primo cittadino – ho avuto modo di portare lo sdegno e la preoccupazione della città per i fatti che accadono nella zona della stazione. Questo è il mio compito come sindaco. Quello delle forze dell’ordine è quello di vigilare e indagare e sono due attività che stanno portando avanti e di questo non possiamo che essere loro grati”.
La maggioranza, dal canto suo, ha affermato che “la situazione è stata molte volte segnalata dal sindaco Luciano Porro e dall’assessore alla Sicurezza Giuseppe Nigro alle istituzioni competenti e deputate ad affrontare e a ricercare la soluzione del problema, Prefettura e Questura nella fattispecie. Nella correttezza dei rapporti e nel rispetto dei ruoli tra le istituzioni, sindaco ed assessore avevano già esposto la loro preoccupazione per quanto avrebbe potuto accadere, come poi del resto si è ora manifestato” e ancora. (…): “l’Amministrazione ha dimostrato grande correttezza istituzionale, rispettando con fiducia, la divisione dei ruoli che Prefetto e Questore hanno più volte richiamato negli incontri: le politiche di sicurezza urbana, intese come controllo della viabilità, del decoro urbano alla Polizia Municipale, a Questura e Prefettura l’attribuzione dell’ordine pubblico. Per quanto riguarda il secondo aspetto, cioè l‘ordine pubblico”.
Orbene, l’ordinamento vigente non è quello che Sindaco e maggioranza dicono di conoscere.
In proposito, giova rammentare che il Sindaco ha una doppia figura: è capo dell’amministrazione comunale ed ufficiale del governo.
In quest’ultima veste, secondo l'art. 1 del R.D. 733/1931 (Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza) il sindaco è autorità locale di pubblica sicurezza, nei comuni dove manca il capo dell'ufficio di pubblica sicurezza del luogo (com’è a Saronno, che non ha un Commissariato della Polizia di Stato): L'autorità di pubblica sicurezza veglia al mantenimento dell'ordine pubblico, alla sicurezza dei cittadini, alla loro incolumità e alla tutela della proprietà; cura l'osservanza delle leggi e dei regolamenti generali e speciali dello Stato, delle province e dei comuni, nonché delle ordinanze delle autorità; presta soccorso nel caso di pubblici e privati infortuni. L'autorità di pubblica sicurezza è provinciale e locale.
Le attribuzioni dell'autorità provinciale di pubblica sicurezza sono esercitate dal Prefetto e dal Questore; quelle dell'autorità locale dal capo dell'ufficio di pubblica sicurezza del luogo o, in mancanza, dal Sindaco”.
L’art. 6 del D.L. 92/2008, modificando l’art. 54 del D. Lgs 267/2000 (TUEL - Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali) ha ampliato le attribuzioni del sindaco nelle funzioni di competenza statale.
Al riguardo, (art. 54. Co. 1) “il sindaco, quale ufficiale del Governo, sovrintende:
a)      all'emanazione degli atti che gli sono attribuiti dalla legge e dai regolamenti in materia di ordine e sicurezza pubblica;
b)      allo svolgimento delle funzioni affidategli dalla legge in materia di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria;
c)      alla vigilanza su tutto quanto possa interessare la sicurezza e l'ordine pubblico, informandone il prefetto”.

Il Decreto del ministro dell'Interno 5 agosto 2008, all’art.  2, dispone che il sindaco interviene per prevenire e contrastare:
a) le situazioni urbane di degrado o di isolamento che favoriscono l'insorgere di fenomeni criminosi, quali lo spaccio di stupefacenti, lo sfruttamento della prostituzione, l'accattonaggio con impiego di minori e disabili e i fenomeni di violenza legati anche all'abuso di alcool; 
b) le situazioni in cui si verificano comportamenti quali il danneggiamento al patrimonio pubblico e privato o che ne impediscono la fruibilità e determinano lo scadimento della qualità urbana; 
c) l'incuria, il degrado e l'occupazione abusiva di immobili tali da favorire le situazioni indicate ai punti a) e b); 
d) le situazioni che costituiscono intralcio alla pubblica viabilità o che alterano il decoro urbano, in particolare quelle di abusivismo commerciale e di illecita occupazione di suolo pubblico; 
e) i comportamenti che, come la prostituzione su strada o l'accattonaggio molesto, possono offendere la pubblica decenza anche per le modalità con cui si manifestano, ovvero turbano gravemente il libero utilizzo degli spazi pubblici o la fruizione cui sono destinati o che rendono difficoltoso o pericoloso l'accesso ad essi”.
La Polizia Locale svolge funzioni  amministrative locali (polizia locale, annonaria, sanitaria, edilizia ed infortunistica stradale), nonché funzioni di Polizia Giudiziaria, per le quali dipende operativamente dall’Autorità Giudiziaria.
La Polizia Locale è chiamata pure ad assolvere anche funzioni ausiliarie di Pubblica Sicurezza; l’articolo 3 della Legge-quadro n. 65/86 afferma infatti che “gli appartenenti ai Corpi di P.L. esercitano nel territorio di competenza le funzioni istituzionali previste dalla legge e collaborano nell’ambito delle proprie attribuzioni con le forze di Polizia dello Stato, previa disposizione del Sindaco, quando venisse fatta, per specifiche operazioni, motivata richiesta dalle competenti autorità. I compiti di Pubblica Sicurezza sono: il mantenimento dell’ordine pubblico, la sicurezza dei cittadini, la tutela della proprietà, l’osservanza delle Leggi e dei Regolamenti Generali e Speciali dello Stato, delle Province e dei Comuni, nonché delle Ordinanze delle varie Autorità e il soccorso in caso di calamità”.
Il sistema così delineato, quindi, pur nella sua complessità tipicamente italiana, non riduce il Sindaco alla mera funzione di portare lo sdegno e la preoccupazione della città per i fatti che accadono nella zona della stazione”, ossia di segnalatore qualificato di situazioni di disagio e di inosservanza delle norme sull’ordine pubblico: se così fosse, il Prefetto ed il Questore non avrebbero bisogno di segnalazioni da parte dei Sindaci, basterebbe che leggessero ogni giorno la rassegna- stampa…
Come non è affatto vero che Prefetto e Questore siano gli unici responsabili dell’ordine pubblico, relegati i compiti del Sindaco soltanto al controllo della viabilità, del decoro urbano, come imprudentemente sostiene la maggioranza.
Il Sindaco, supportato dalla sua Giunta e dal suo Consiglio Comunale, può – anzi deve ­rendersi parti attiva anche per l’ordine e la sicurezza della porzione di territorio e per la popolazione assegnate al suo governo.
Lo può fare in molti modi, legittimi e leciti, che concorrono significativamente agli encomiabili sforzi di Carabinier, Polizia e Guardia di Finanza: oltre a segnalare (il che, fatto in modo discreto e riservato, è molto utile e proficuo) a Prefetto e Questore particolari tematiche (sulle quali la Polizia Locale può avere assunto informazioni e documentazione specifica), può intervenire con provvedimenti a largo raggio (che tra il 1999 ed il 2009 sono stati posti in essere), quali l’ampliamento dell’orario di servizio della P.L., soprattutto notturno; la creazione di avamposti  fissi della P.L. nei quartieri o in luoghi particolarmente sensibili (si pensi ai c.d. Vigili di Quartiere o al posto di P.L. alla stazione ferroviaria); la creazione di una rete di primissima sicurezza (come erano i c.d. Nonni Amici, che vigilavano nei pressi delle scuole e nei parchi e riferivano a chi di dovere situazioni anomale o pericolose); la partecipazione della P.L. ad operazioni di contrasto e di smantellamento di fenomeni delinquenziali in collaborazione con Carabinieri e Polizia di Stato; la disposizione di una presenza costante di pattuglie di Agenti della P.L. nelle strade cittadine, al fine di rendere visibilmente presenti le Forze dell’ordine; la dotazione della P.L. di strumenti difensivi efficaci, consentiti dalla legge, come i bastoni estensibili o sfollagente; l’emanazione di ordinanze – nei limiti posti dall’ordinamento – per contrastare specifici fenomeni pericolosi; promuove forme di vigilanza tramite mezzi tecnici che consentono il controllo a larga scala (le telecamere, p.es., utilissime non solo per motivi di multe stradali), ecc.
Si tratta di provvedimenti che, precedentemente, erano stati adottati e che avevano dato buona prova di sé, ma che – incoerentemente – sono stati smantellati dall’attuale Amministrazione, normalmente con la motivazione della carenza di fondi, oltretutto in una costante situazione di conflitto e di méfiance nei confronti della Polizia Locale.
Dunque, delle due l’una: o il Sig. Sindaco, con la sua maggioranza, ignora l’ordinamento e le sue attribuzioni; o li conosce, ma li ritiene obiettivo non primario della sua politica.
Non so quale delle due ipotesi sia più grave ed imbarazzante; certo, sapere che l’Autorità locale di pubblica sicurezza  (come tale definito dal T.U.L.P.S.), cioè il Sindaco, dopo quasi cinque anni di carica, consideri suo unico còmpito quello di portare lo sdegno e la preoccupazione della città per i fatti che accadono” al Prefetto ed al Questore è decisamente allarmante.
Come dicono gli Americani, “comprereste un’auto usata da costui?, la risposta – purtroppo, e lo dico con dispiacere per la persona e per l’istituzione - non può che essere negativa.
In questa materia, così seria e percepita con tanta sensibilità dai cittadini, a volte anche più del dovuto, Sindaco e maggioranza politica si sono dimostrati sul campo inattendibili ed incapaci.  
Intenti salvifici, spasmi di buonismo, desiderio inconfessato di distinguersi dagli altri, negazioni continue, fastidio per i richiami dell’opinione pubblica, li hanno condotti ad ignorare prima, a minimizzare poi, ad ammettere infine, con ritardo, reticenze ed infiniti distinguo, che l’ordine pubblico e la sicurezza sono gravemente minacciati nella nostra città: la soluzione, ovviamente, seppure buttata là per autoassolversi, non sta nel ribaltare sugli Organi Superiori il compito di intervenire, ma in una riflessiva presa di coscienza della propria manifesta insufficienza.
Un deciso cambio di rotta è ancora possibile, ma v’è da temere che, baloccandosi tra 30 all’ora, piste ciclabili, inversioni di senso di marcia, improbabili registri delle ultime volontà, dieci grandi progetti di cui nemmeno uno attuato ed altri provvedimenti di tale suprema portata, Sindaco e maggioranza non possano (e non vogliano) dare una risposta forte ai Saronnesi.
Forse – suggerimento privo di intenti polemici – è ora di studiare per bene l’ordinamento, le leggi, i regolamenti; ma per fare ciò, occorre tempo; per dedicarsi con profitto allo studio, sarebbe meglio, con umiltà, lasciare subito spazio per qualche mese al Commissario Prefettizio; di certo, non sarebbe peggio di com’è adesso.

Pierluigi Gilli
Capogruppo di Unione Italiana