martedì 29 giugno 2010

Ringraziamenti


Grazie a tutti per gli auguri di buon compleanno: fanno sempre molto piacere!

mercoledì 23 giugno 2010

Riflessioni sul Consiglio Comunale “aperto”


Sommariamente, le mie impressioni sul Consiglio Comunale “aperto” di ieri sera:
1) Numerosa presenza di cittadini, anche se molti erano “addetti ai lavori”, legati all’una o all’altra forza politica, con qualche intento di claque;
2) Interventi contenuti nel numero e di carattere o generico e non sempre pertinenti;
3) Un po’ lunghe le esposizioni degli Assessori, che hanno sostanzialmente ripetuto quanto pubblicato su “Saronno Sette”;
4) Dibattito un po’ troppo “politico” e generico (o monotematico) da parte dei Consiglieri, peraltro (almeno tra l’opposizione) preoccupati per una certa confusione di ruoli e per la posizione di secondo ordine che l’Amministrazione sembrerebbe assegnare all’organo elettivo, posposto a riunioni partecipative sì, ma non rappresentative come i Gruppi Consiliari eletti dai cittadini (le elezioni sono il sale dell’assetto democratico).
Le mie opinioni (che ho cercato di esporre nel poco tempo consentito; si parlava di “bilancio”, si sarebbe dovuta applicare la norma regolamentare che – in queste occasioni – amplia il tempo a disposizione sino a venti minuti, data l’importanza dell’argomento):
1) Gli Assessori hanno svolto un lavoro diligente, benché spesso da talune affermazioni traspaia una non ancora chiara visione d’insieme; ma è presto per giudicare;
2) Le risposte date da alcuni Assessori sono state esaurienti; in altri casi, lacunose o puramente “politiche”;
3) È mancato il realismo: dopo aver costato che la situazione finanziaria del Comune di Saronno è grave, al pari di tutti gli Enti Locali italiani, a confronto con i limiti pesantissimi dell’imposto patto di stabilità, estremamente rigido, l’Amministrazione ha ripetuto che svolgerà il suo programma, magari con qualche ritardo, ma non ha indicato modalità concrete per poterlo fare. La coalizione vittoriosa, durante la campagna elettorale, ha ingenerato eccessive aspettative, non sostenibili con l’aria che tira; è bene che lo riconosca e che si dedichi anzitutto all’ordinario, che significa cercare di mantenere i servizi finora resi dal Comune, lasciando ad altri momenti più favorevoli i sogni dei dieci grandi progetti;
4) Sono rimasto a dir poco perplesso per le considerazioni dell’Assessore al Bilancio: egli ha una visione “aziendalista”, da società privata del bilancio e cerca di applicarla al bilancio pubblico, che è tutt’altra cosa. In tal modo, anche con l’uso improprio di termini come “perdite”, ha fatto una gran confusione ed ha scambiato fischi per fiaschi, con un effetto depressivo. Alcuni empi: ha parlato di perdite anche di Lura Ambiente, società partecipata dal nostro Comune; è vero, il bilancio si chiude con una perdita, ma egli ha omesso di dire che questa società ha riserve molto elevate, con le quali può agevolmente coprire il deficit. Deficit che – come per Saronno Servizi – è rappresentato da una sola causa: le tariffe dell’acqua sono ferme da oltre 17 anni; basterebbe l’aumento di pochi centesimi al metro cubo della tariffa e queste società avrebbero degli utili; ha ignorato che dal 1° gennaio 2011 gli ATO sono aboliti, sicché dovrebbe tornare ai Comuni la competenza sulla tariffa dell’acqua; con un irrisorio aumento del prezzo, già dall’anno prossimo gli acquedotti potrebbero tornare attivi! L’Assessore ha anche affermato che il servizio di raccolta rifiuti costa al Comune oltre 4,5 milioni l’anno: ha detto un’amenità; al Comune non costa niente, perché questa somma viene pagata totalmente, al 100%, dai cittadini con la TARSU. Ha parlato di un deficit della Casa di Riposo FOCRIS: è vero, ma si tratta di fattori temporanei (una straordinaria manutenzione di oltre 200.000,00 €, del tutto normale dopo un decennio di esercizio; la quota di ammortamento del valore dell’immobile);
5) UNIONE ITALIANA, che accoglie l’invito del Sig. Sindaco alla collaborazione tra tutte le forse politiche in un periodo così difficile, ha fatto anche delle proposte concrete, sia negli interventi della Consigliera Renoldi, sia mio e, precedentemente, con articolate e dettagliate interrogazioni; siamo pronti a fare la nostra parte, ma richiediamo all’Amministrazione di affrontare in modo più serio e competente gli aspetti del bilancio; ieri sera, infatti, siamo rientrati a casa con la preoccupazione che questo argomento sia stato finora approcciato in modo inadeguato e, soprattutto, concettualmente errato;
6) occorre imboccare la strada del realismo e persuadersi che, volenti o nolenti, si dovranno privilegiare le piccole cose rispetto ai programmi grandiosi.

martedì 22 giugno 2010

Consiglio Comunale aperto: come mettere le mani avanti


Le relazioni dei vari Assessori allegate all’ultimo numero di Saronno Sette, settimanale dell’Amministrazione Comunale, dovrebbero costituire il viatico per partecipare consapevolmente al Consiglio Comunale aperto di martedì sera. In verità, per un Saronnese qualsiasi, queste relazioni – del tutto unilaterali – non possono rappresentare uno strumento di lavoro e di riflessione, ma solo una parzialissima opinione degli Assessori.
Conoscendo bene bilanci e consuntivi, vi abbiamo rilevato molte inesattezze e qualche sparata ad effetto; strano modo di agire: si invoca la partecipazione popolare e si dànno minime informazioni a senso unico (tra l’altro, che fine ha fatto il periodico “Città di Saronno”? Nemmeno un numero è uscito per illustrare la nuova Amministrazione. Forse che sia già stato silenziosamente abolito?).
Se finora abbiamo guardato con attenzione e con larghezza alla nuova Amministrazione, incominciamo ad avere l’impressione che, al primo scoglio, la coalizione di centro-sinistra passi sùbito alla propaganda ed alla discussione meramente politica, ricorrendo ad un Consiglio Comunale “aperto” per avere il sostegno di truppe ben istruite e pronte solo alle accuse.
Mossa singolare ed irrispettosa per il Consiglio Comunale eletto e palesemente strumentale per nascondere, nella confusione dei ruoli, l’impossibilità manifesta di mantenere fede alle fin troppe aspettative ingenerate con grandiose promesse elettorali (i famosi dieci progetti, di cui nessuno è finanziato e finanziabile), al punto che – apprendiamo – è stato creato il “fondo comunale per le emergenze sociali”, che può essere alimentato con offerte dei Cittadini (!!) con bonifico o con versamento in posta con causale “contributo per il fondo anticrisi”!
Noi, almeno, consci delle difficoltà del momento, ci siamo limitati a ripetere fino alla nausea, durante la campagna elettorale, che nei prossimi cinque anni sarà già una fortuna se l’Amministrazione riuscirà a mantenere la qualità e la quantità dei servizi erogati ai cittadini: siamo realisti.

Altri mettono le mani avanti, declinando le proprie responsabilità di governo.

venerdì 4 giugno 2010

Riflessioni di Gianfranco Librandi e di Unione Italiana


Interessante l’intervista di “Italia Oggi” (numero odierno)
http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=1661714&codiciTestate=1&sez=giornali&testo=&titolo=Librandi:%20deluso%20da%20Berlusconi,%20scelgo%20Fini
a Gianfranco Librandi, presidente di Unione Italiana, imprenditore di punta nel settore dell'alta tecnologia per illuminazione, uomo che tiene alto il nome dell'Italia all'estero, da un anno ha fondato un nuovo partito, Unione Italiana, che ha l'ambizione di contrastare, prima al Nord, poi in tutto il paese, lo strapotere della Lega e raccogliere il meglio dell'esperienza di Forza Italia.
In Lombardia alle ultime elezioni ha ottenuto un lusinghiero 20% di media (unico dato in contro tendenza, togliendo consensi al Carroccio), e poi recentemente ha incontrato anche Gianfranco Fini, guadagnandosi il ruolo di (la definizione è del quotidiano Libero) «terzo-polista dinamico».

"D. Perché ha incontrato Fini, cosa c'è dietro l'angolo?R. Un ragionamento molto semplice: l'attuale bipartitismo, basato su Pdl e Pd, si è rivelato fallimentare. Non è stato capace di rappresentare le idee, la società civile, le migliori energie dei territori. Non c'è stato un vero ricambio della classe dirigente. Insomma, non siamo ancora riusciti a costruire davvero la seconda Repubblica. Vedo Fini, come il simbolo di una destra repubblicana e costituzionale che va oltre il Pdl e che scompaginerà molti equilibri.
D. Cosa rimprovera a Berlusconi?
R. Di aver disatteso i valori su cui ha fondato Forza Italia: la competenza, la meritocrazia, il libero mercato, la tutela delle Pmi, la modernizzazione. Io voglio portare a livello nazionale la protesta degli imprenditori, dei professionisti, degli artigiani, dei contadini e dei lavoratori, stanchi della sinistra ideologica e di una certa destra che ormai fa rima con le caste e le cricche. E poi, rimprovero al Cavaliere di aver ceduto tutto alla Lega. Noi di Unione Italiana vogliamo unire gli italiani del Sud, del Centro e del Nord. Attenti al falso federalismo.
D. Un suo giudizio sulla manovra di Tremonti.
R. È un pannicello caldo. Si comincia a tagliare qua e là, ma mancano interventi strutturali. I politici non ne risentiranno. E gli enti locali aumenteranno le tasse. E poi, non dimentichiamo un fatto: è vero che la Ue, il Fmi e Mario Draghi hanno apprezzato le scelte di Giulio Tremonti; ma è altrettanto vero che già chiedono un'ulteriore manovra. Segno che questa è insufficiente".

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C’è poco da aggiungere, se non che gli Enti Locali territoriali (Regioni e Comuni, le Province lasciamole perdere) rimangono in condizioni drammatiche, aggravate dai nuovi pesantissimi tagli governativi, che li ridurranno alla mera sussistenza.
Situazione seria, a cui il tanto strombazzato federalismo fiscale – nel medio e lungo periodo – non potrà dare più di tanto; anzi, con queste difficoltà, è altamente dubbio che possa essere attuato concretamente e senza danni.
Occorrono riforme strutturali, che nessun governo di mera maggioranza potrà mai fare; scelte anche impopolari, che riparino i guasti di un paio di generazioni-cicala, dispensatrici di insostenibili pensioni-baby, di invalidità a pioggia, di decine di migliaia di guardie forestali, di un apparato pubblico elefantiaco, di auto blu à gogo, che non hanno avuto il coraggio di chiudere una volta per tutte enti inutili come l’Ente Monopolio Banane e l’Ente di assistenza degli orfani garibaldini (l’ultima guerra cui parteciò Garibaldi fu quella d’indipendenza del 1866…) – per citarne solo due -.
Occorre un patto di concordia nazionale, l’union sacrée di tutte le forze politiche responsabili, in cui ciascuno si prenda la sua parte, al di là di barriere ideologiche che fanno a pugno con la storia.

Forse è bene cominciare dal basso. Come tenta di fare Unione Italiana.

martedì 1 giugno 2010

La Repubblica degli Italiani



Il 2 giugno ci fa riscoprire le nostre origini, non senza orgoglio: le origini di un popolo, che si è distinto nel mondo per la sua fantasia e per il suo amore per il bello, tramandatoci da secoli di sensibilità quasi congenita per l’arte, per il paesaggio, per la memoria delle generazioni precedenti.
È la nostra amata bandiera che ci vede riuniti in comunità, particolarmente allorquando il Paese è scosso dai fantasmi di una difficile congiuntura economica: “Bisogna scuoterci di dosso quel torpore che si è largamente diffuso, rifuggire dalle sottili dispute che consumano la vita quotidiana” - ammoniva il 2 giugno 2005 il Presidente emerito Ciampi, che si appellava a noi tutti Italiano dicendoci: “Affrontiamo, confrontandoci, i problemi veri del Paese con la volontà di arrivare a soluzioni condivise. E traduciamole in atti concreti. Abbiamo avuto la fortuna di nascere in un Paese unico al mondo, per le sue bellezze naturali, per il suo patrimonio di civiltà". Parole più che mai attuali e che ci devono spingere, nel giorno di festa, a riscoprire le ragioni dello stare insieme come comunità nazionale e la volontà di superare i problemi strutturali della Nazione, consapevoli che gli anni delle cicale sono inesorabilmente finiti: ritorniamo ad essere formiche, lasciando dietro di noi abitudini fin troppo spensierate, che non ci possiamo permettere, né economicamente, né eticamente.
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Noticina: ho partecipato insieme agli amici di Unione Italiana alla cerimonia dell'alzabandiera in Piazza Libertà ed ho ascoltato con interesse il discorso celebrativo letto dal Vicesindaco Valioni, in massima parte condivisibile. Volti vecchi e nuovi, forte presenza di rappresentanti della nuova maggioranza e dell'Amministrazione (il Sindaco all'estero); dell'opposizione, c'era solo Unione Italiana. Mancava la Lega Nord-Lega Lombarda per l'indipendenza della Padania (come stupirsene? Con la scelta di quella denominazione, si distingue dall'Italia; anzi, vagheggia l'indipendenza!); mancava, soprattutto, il PdL (non c'era nessuno dei suoi sei Consiglieri Comunali, io non li ho proprio visti. Sulla Repubblica è prevalso il ponte?).