martedì 31 marzo 2009

Fichi secchi: rumorosi & silenziosi


Fino alle ore piccole, s’è parlato di bilancio di previsione in Consiglio Comunale.
La più tranquilla e riflessiva seduta nei dieci anni dei miei mandati; una conclusione – a mio avviso – sicuramente positiva, con un dialogo interessante tra Giunta ed opposizione, che – ovviamente – ha fatto la sua parte critica, ma con il senso delle difficoltà generali in cui si dibattono tutti gli Enti Territoriali.
Nota curiosa: i fichi secchi, evocati, da un lato, per le abituali suggestioni contro presunti sprechi stigmatizzati senza costrutto da un Consigliere di minoranza, di cui appare l’occhiuta avarizia (fichi secchi… rumorosi); l’avarizia, dall’altro lato, della maggioranza, silente come una congregazione monastica di clausura nel refettorio all’ora del parco pranzo (fichi secchi silenziosi).
Ma – forse – non è stata avarizia; si è trattato di senso del risparmio, risparmio di fiato, da conservare per l’imminente prova elettorale, in cui si darà, appunto, fiato alle trombe.

lunedì 30 marzo 2009

Non abbiamo bisogno

La strabordante (ma non convincente) lettera aperta
del Dott. Luciano Silighini Garagnani, presidente nazionale dell’associazione "Giovine Italia", merita una concisa replica.
Anzitutto, non posso certo competere con la plurisecolare discendenza da magnanimi lombi del mio interlocutore; tuttavia, nella mia personale storia minima, ricordo un mio trisavolo torinese partito volontario nella prima guerra d’indipendenza e caduto a Sommacampagna nel 1848; si tratta, però, di una curiosità; meglio non disturbare gli eroi del Risorgimento per bagatelle di attualità.
Quanto alla sostanza, ancora non capisco l’insistenza per questa pelosa attenzione alla nostra città, che il Dott. Silighini Garagnani, evidentemente, conosce solo per sentito dire.
Quali siano i gravi episodi di violenza alle donne cui egli fa riferimento io non lo so; ne conosco uno, serio, che ha avuto come protagonista un egiziano contro una cittadina statunitense di passaggio, conclusosi recentemente con una sentenza del Tribunale.
Sono consapevole del fatto che sfaccendati stazionino – è il caso di dirlo – nei pressi della stazione ferroviaria centrale e che, da costoro, partono a volte attenzioni sopra le righe per le donne e le ragazze che vi transitano; ciò induce ad una percezione allarmata di un pericolo, che in realtà è un fastidio reso più acuto dal clima di stato d’assedio a cui siamo indotti dall’incessante martellamento di pessime notizie rese con enfasi dai mezzi di informazione.
Ad ogni buon conto, si ignora – evidentemente – che l’Amministrazione Comunale ha disposto la creazione di un posto fisso della Polizia Locale presso la Stazione ferroviaria; che i Carabinieri presidiano costantemente – anche con una stazione mobile - questo luogo sensibile, peraltro dotato di plurime telecamere di sicurezza (e prossimamente meglio illuminato).
Ancor più si ignora che i Carabinieri di Saronno, in stretta collaborazione con la Polizia Locale, eseguono con intensa frequenza a controlli delle persone, non solo presso la Stazione ferroviaria, al punto che, in nemmeno due anni, hanno proceduto ad oltre 500 (cinquecento) fermi nei confronti di irregolari, trasferiti per i provvedimenti di legge alla Questura, da cui è stato emesso il provvedimento di espulsione.
Se, poi, le espulsioni non hanno avuto un seguito effettivo, non dipende certo da chi ha eseguito i fermi; c’è da ritenere che la normativa non sia sufficiente o, peggio, che difettino i mezzi per applicarla.
Non c’è stato bisogno di alcuna manifestazione popolare per l’adozione di questi provvedimenti; chi vive in un luogo, conosce meglio di altri le necessità della sua comunità.
Perciò, ribadisco la strumentalità di un evento manifestativo, organizzato dall’esterno con il mero scopo di farsi pubblicità, ma con la paradossale conseguenza di provocare altre, inutili tensioni e di accelerare il senso di paura, già sopravvalutato.
Saronno non ne ha bisogno; men che meno desidera lezioni eterodirette da chi dimostra di non conoscerla e tenta, per palesi motivazioni proprie, di causare altri disagi e contese.
I migliori saluti.

domenica 29 marzo 2009

L'apologo della pianta di limoni



Un uomo possedeva una bella pianta di limoni, che accudiva amorevolmente. L’alberello ricambiava le sue premure con molti frutti, belli, colorati e succosi.
Qualcuno, però, era più piccino ed asciutto, sicché la pianta dimostrava di avere il senso della misura e non si sentiva perfetta.
Un giorno quell’uomo fu chiamato ad un’impresa lunga ed impegnativa, cui si dedicò per anni con molta energia; per ristorarsi e rinfrancarsi, traeva alimento dai suoi limoni migliori, che condivideva largamente con gli amici.
La pianta, sebbene un po’ trascurata, continuava a dare frutti profumati, insieme a qualcuno più modesto.
Finalmente, dopo tante fatiche, si avvicinava la conclusione del duraturo lavoro, in cui quell’uomo era convinto di avere dato il meglio di sé.
Purtroppo, però, si accorse di essere diventato lui stesso un limone; un limone spremuto fino in fondo, di cui ora restava soltanto la buccia ammaccata, senza una goccia di succo.
Il limone spremuto fu appropriatamente gettato nel secchio dell’umido dai suoi compagni d’avventura, che evidentemente si erano stancati di quel gusto fresco, ma pure acido e brusco, a volte; ormai cercavano un frutto più malleabile e morbido, dolce e senza asprezze.
Quell’uomo, finito l’impegno, tornò alla sua pianta, che - quasi ne percepisse l’umore – si mise a produrre solo limoni raggrinziti e stentati: una pallida imitazione dei raccolti migliori.
Tuttavia, col tempo, tornata alle cure premurose di quell’uomo, la pianta si fece più verdeggiante e odorosa di prima e dava un raccolto di pochi limoni, ma di straordinaria qualità.
Fra sé e sé, quell’uomo capì la lezione, cambiò gli amici ed imparò a distribuire con avvedutezza i suoi limoni agli altri: per pochi, ma buoni.

P.S.: F.I. ed A.N., insieme ad altri partiti minori, si sono sciolti e sono confluiti nel P.D.L., a Roma. E a Saronno?

sabato 28 marzo 2009

Botellón


La gente è così gonza
da stare ad ascoltare
gli amanti della sbronza?
Che sanno sol parlare
di nobili diritti,
ma ignoran bellamente
che sbraitar da guitti
è solo supponente
e offende le opinioni
dei più che son civili.
Attenti ai chiacchieroni,
a quei dottor sottili
che invocan la licenza
del botellón di Spagna.
Chi di bottiglia è senza,
salute ci guadagna!



Introduzione scherzosa alla seria Nota esplicativa dell'ordinanza sindacale del 16 marzo 2009, in vigore dal 1° aprile 2009, in materia di divieto di consumo di bevande alcooliche in luoghi pubblici: http://www.comune.saronno.va.it/servizi/notizie/notizie_fase02.aspx?ID=3037

venerdì 27 marzo 2009

Nasce il P.D.L.


Il 24 ottobre 1998, mi trovavo a Roma per motivi di lavoro e ne approfittai per partecipare alla grandiosa manifestazione dei partiti di centro-destra nei confronti del nuovo Governo D'Alema, nato tra i ribaltoni proprio in quei giorni.
Il 2 dicembre 2006, a mie spese, volli partecipare anche all'altra affollatissima manifestazione di F.I. e di A.N. a Roma contro il Governo Prodi II.
Non avevo mai sfilato per le strade e rimasi sorpreso dal clima ordinato e festoso di entrambi i raduni, in cui mi ritrovai, con un milione e più di persone, a condividere l'emozione di una simbolica passeggiata per la libertà e per l'affermazione pubblica delle opinioni di grossa parte degli Italiani.
Non nascondo di avere "invidiato", in quelle due occasioni, l'attitudine delle persone di sinistra ad organizzare manifestazioni di quel tipo - limitatamente a quelle pacifiche e tranquille -: è in effetti un'esperienza molto appagante e rinfrancante, che dimostra come in uno Stato libero, qual è il nostro, il confronto di idee possa assumere senza rischi una dimensione di massa, con il gusto dell'appartenenza.
Senza dimenticare la magnifica location nelle vie e nelle piazze più belle di un'Urbe incantata.
Domani e domenica, inopinatamente, non vedrò in loco e di persona la nascita del P.D.L.; non ho ricevuto né avvisi, né inviti; in effetti, sono ormai in via di scadenza.
Con maggiore piacere, dunque, a nome della Città, puntualmente offrirò domenica la cera alla nostra Madonna dei Miracoli, adempiendo per la quattrocentotrentaduesima volta l'antico voto dei Saronnesi. Ubi maior...

giovedì 26 marzo 2009

Erminia Lucini

Erminia Lucini, maestra e pittrice, è tornata a Dio il 28 gennaio 2009, nello stesso giorno del suo compleanno; una lunga vita spesa nelle aule di scuola, ad educare i nostri bambini, da cui soleva dire che si doveva fare in modo di far emergere le tante capacità, anche nella vivacità del gioco.
Erminia, gentile e disponibile, riservata e di malcelata timidezza, condivideva con la sorella maggiore Mina l’amore per il bello, di cui fece la sua vera passione.
Una donna pittrice, disposta a frequentare l’Accademia d’arte a Milano, negli anni Trenta del secolo scorso, fu certo una coraggiosa novità per l’ambiente chiuso saronnese. Allieva di Eva Tea, imparò la tecnica pittorica, divenendo finissima pittrice, non del tutto convenzionale, con una ricca produzione, in cui la sua abilità e la sua ispirazione femminile spaziarono dal paesaggio – bellissime vedute di Saronno, dei laghi lombardi, delle montagne -, alla natura morta, alla figura umana, per consolidarsi, da ultimo, nei soggetti religiosi, da cui traspariva la sua vena di credente riflessiva.
Impareggiabili le sue dolcissime Madonne, Gesù Bambino, gli Angeli, interpretati in modo sinuoso, con la prevalenza del tratto circolare; la tecnica particolare dello sfondo dorato, come ritorno al misticismo medievale ed alla spiritualità orientale, la meditazione sul miracolo della creazione e della luce.
In una elegante raccolta di composizioni di disegni di Erminia (“Nella Tua Luce vediamo la luce”, 1993), la sua inseparabile sorella Mina scriveva: “infinite sono le Provvidenze del Signore, che permettono ad ognuno di noi di vedere nella sa Luce, che è verità di amore, il senso del personale cammino di Vita… Ed è con questa briciola di luce che mi chino, ora, in gaudio meditativo nella lettura di codeste intuizioni figurative espresse da Erminia con sensibilità di Arte”.
Ebbene, di quest’arte i Saronnesi potranno profittare per sempre: infatti, Erminia, con generosità ed evidente amore per la sua città, con testamento olografo pubblicato il 3 marzo 2009, ha lasciato in legato al Comune di Saronno, in persona dello scrivente, tutte le sue opere ancora in suo possesso; una notevole raccolta di quadri, tavole, disegni, di cui è in corso l’inventario per l’acquisizione formale al patrimonio comunale.
Sarà compito dell’Amministrazione Municipale dare degna collocazione a questa importante raccolta, che celebrerà per sempre una delle più illustri ed amate Concittadine, insieme alla sorella Mina, sua prima incoraggiatrice e conoscitrice.
Da parte mia, grande riconoscenza e tanti, bellissimi ricordi per avere avuto il privilegio di conoscere da vicino e frequentare Erminia e Mina sin dall'infanzia, grazie anche a qualche parentela comune, le lunghe conversazioni, la condivisione di festosi momenti familiari; per certo, non scorderò l'emozione con la quale, la vigilia del Trasporto del 2003, le consegnai la Civica Benemerenza della "Ciocchina", dedicata anche alla sorella, alla memoria, deceduta nello stesso anno.
Un esempio per tutti noi: sino all'ultimo entrambe fedeli a sé stesse, alla loro profonda fede cristiana; con il loro tratto signorile, portavano i guanti, cappellino e veletta, applicando e conservando, con un’eleganza apparentemente démodée, i principii di garbo, gentilezza e buona educazione insegnati ai loro bambini, in modo soave, nei decenni operosi della loro missione didattica.
Continueremo a ricordarle tramite le opere di Erminia, ora patrimonio collettivo comunale.

mercoledì 25 marzo 2009

Federalismo fiscale


Il cammino legislativo del disegno di legge sul federalismo è giunto quasi all'epilogo, con l'approvazione della legge di delega al Governo ieri, da parte della Camera dei Deputati; ora tocca al Senato l'approvazione definitiva.
Rispetto all'inizio, si è coagulato meritoriamente un consenso notevole, anche da parte dell'opposizione, sebbene con diverse sfaccettature; il dibattito ha consentito spazi di riflessione, così da rendere più preciso e concreto il sistema che si intende introdurre.
Come dicevo un paio di mesi fa, non v'è dubbio che ogni Amministratore, ogni Cittadino desidererebbero un'ampia autonomia per il proprio ente territoriale; la logica induce a ritenere che quanto più le decisioni siano frutto di un dibattito locale, tanto più dovrebbero essere conformi alle aspirazioni ed ai bisogni reali, ai quali si adatterebbero con specificità e proprietà, a seguito di un dibattito partecipato dal basso.
Tuttavia, se questa è la via maestra, non può essere dimenticato che la nuova legislazione non parte da zero: per ragioni storiche e politiche, infatti, si conoscono già oggi forme di autonomia molto avanzata (Regioni e Province autonome), che agli occhi altrui appaiono troppo squilibrate e fonte di esagerati privilegi.
Il federalismo deve tenere conto anche di ciò ed armonizzare il sistema, senza malaccorte eccezioni, anche per consentire il necessario contemperamento perequativo, ove sussistano dif-ferenze troppo marcate ed endemiche problematiche depressive.
Altrimenti, la torta nazionale sarebbe suddivisa tra fette molto diverse e continuerebbe a cagionare malumori e carichi ingiustificatamente diversi tra le Regioni.
Certo, le comunità locali dovranno imparare ad amministrare meglio le risorse, soprattutto quelle di derivazione esclusivamente locale; il maggior controllo dei cittadini sull'operato degli eletti e le verifiche in loco delle posizioni tributarie, sicuramente più penetranti, avranno ricadute benefiche per la modernizzazione delle nostre Amministrazioni; purché si accompagnino ad un radicale ed accettato cambiamento di mentalità, comportante l'assunzione di maggiori responsabilità personali e collettive; altrimenti, si rischierebbe di creare un sistema perfetto, ma solo nella teoria.
E sempreché siano allentati o più realisticamente calibrati i vincoli pesantissimi posti dalle leggi finanziarie a carico dei Comuni in materia di bilancio: non ha senso (anzi, è beffardo) imporre il rispetto del patto di stabilità, che comporta restrizioni drammatiche, e minacciare pesantissime sanzioni, per poi emanare un provvedimento, ogni anno, di sanatoria per i Comuni non virtuosi.
Ciò impedisce una seria programmazione della spesa e - con gli ingiusti colpi di spugna - alimenta tensioni tra Amministrazioni inutilmente in regola ed Amministrazioni-cicala.
Se il federalismo fiscale - primo passo verso il federalismo istituzionale - riuscirà a rinsaldare il rapporto tra i cittadini ed i loro amministratori locali, come auspico, sarà già un bel successo; maggiore controllo, maggiore condivisione delle decisioni, anche quelle impopolari di spesa.
Purché il nuovo sistema sia attuato in tutto il territorio nazionale senza riserve mentali.

martedì 24 marzo 2009

A ciascuno il suo

Leggo che Luciano Silighini Garagnani, presidente nazionale dell’associazione "Giovine Italia", dopo tre annunci senza seguito, dichiara che il suo sodalizio intende ancora "fare una manifestazione a Saronno per chiedere più sicurezza per i cittadini".
Non conosco questo signore, dall'aristocratico doppio cognome; mi pare che sia genovese e che, con la sua associazione, si richiami impropriamente all'autentica "Giovine Italia" fondata nel 1831 da un altro grande genovese, Giuseppe Mazzini, con benemeriti scopi risorgimentali ed etici.
Non capisco l'insistenza: che c'entra costui, con i suoi - sospetto sparuti - colleghi, con la nostra città? Perché non si dà da fare a casa sua?
Saronno ha già i suoi problemi, come tutti; non abbiamo bisogno di importare altre tensioni, inutili e fastidiose, altre paure, altre mistificazioni, men che meno da supponenti sostenitori dell'ordine e della sicurezza: con la loro passeggiata a Saronno raggiungerebbero il risultato paradossale di fomentare - appunto - disordine e insicurezza.
Un esempio preclaro di contraddizione: quod non fecerunt barbari, faciunt... barbariculi?
Resti a casa sua; i Saronnesi sanno come amministrarsi, senza improbabili suggerimenti esterni e patetiche dimostrazioni di muscoli.

Dalla stampa

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LA PREALPINA
Gilli si prepara alla "vita normale" con un blog
(ro.ban.) - Vivere giorno per giorno con il sindaco Pierluigi Gilli, discutere, confrontarsi e condividere passioni e hobby: adesso è possibile grazie a un'idea del primo cittadino, grande appassionato del web, che ha appena lanciato il suo blog. Basta collegarsi (...) per accedere alle sue pagine virtuali, il tutto affiancato da una grafica semplice ed immediata. "Dopo anni di impegno sulla bacheca del sito internet comnale, in cui ho sperimentato n fitto dialogo con i miei concittadini in migliaia di messaggi, mi affaccio nuovamente alla rete per continuare ad interessarmi della città, ma pure di tanti altri argomenti, di cui sono curioso", spiega Gilli: "Penso a un colloquio libero, rispettoso, in cui esprimerò la mia personale opinione al di fuori dei limiti oggettivi dell'ufficialità istituzionale, nell'imminenza del mio rientro alla vita normale dopo due lustri di vita pubblica. Un anticipato grazie a chi vorrà dialogare con me e spero che per ttti qesto nuovo strumento si riveli costruttivo, utile e anche divertente".
Il sindaco assicura il massimo impegno per trattare tutti i temi, qelli rigardanti la nostra città, di storia, di religione, di letteratura, di arte, di norme, di popoli, di società e di viaggi".
Il blog ha debttato lo scorso fine settimana e per adesso ci sono tre messaggi: uno di benvenuto, uno dedicato all'inizio delle primavera e uno alla domenica saronnese, con una foto di don Camillo e Peppone per ricordare la mostra dedicata a Giovanni Guareschi che si sta tenendo a Villa Gianetti.
"Vorrei che sul blog si parlasse di tutto", spiega Gilli: "Quello che immagino èun itinerario senza confini, nel corso del quale comunicare, imparare e, perché no?, anche riflettere sul nostro essere uomini di questo tempo".
Era stato proprio il sindaco, otto anni fa, ad abbozzare e poi a seguire la primissima versione dello spazio internet municipale, quando erano ancora pochissime le amministrazioni presenti nella rete.

lunedì 23 marzo 2009

Annibale



Non si vincon le elezioni
con ripicche e capriole.
Certo il popolo non vuole
sol smentite e divisioni.
La sinistra si compatta,
liste civiche in progresso,
centro-destra assai mal messo
se di liti ha voglia matta.

"Dum Hannibal ab Urbem, post Cannensem victoriam..." (Livio)

Annibale alle porte? (Sempre che ci si intenda su chi sia l'odierno Annibale, padre prolifico...).

domenica 22 marzo 2009

Fine settimana molto vario

Un trito luogo comune definisce la nostra città come un dormitorio privo di alcun interesse; luogo opaco, senza fantasia, per pantofolai.
Non ci ho mai creduto.
In questo fine settimana, non caratterizzato da particolari ricorrenze, da quivis de populo, mi sono deliziato con un prezioso concerto di musica barocca sabato sera, in Santuario (sito quanto mai affascinante ed accogliente: ho ascoltato le belle note con gli occhi sprofondati letteralmente negli straordinari colori degli affresci e degli stucchi della cupola e della volta; sembrava illusoriamente che gli Angeli suonassero); domenica, ho visitato una sorprendente mostra su Giovanni Guareschi a Villa Gianetti (che tempi, quei tempi! E che tempra di uomini!); ho fatto il tifo per la squadra saronnese di tchoukball al Paladozio (i "nostri" hanno vinto un'emozionante partita con i fortissimi ferraresi, si incamminano verso il successo nel campionato nazionale).
Non c'era un posto libero al Teatro Giuditta Pasta per vedere Marisa Laurito...
Peccato, così ho anche riposato.
Ma Saronno è un dormitorio, no?
Certo, non è paragonabile a Las Vegas per la varietà (un po' kitsch, in verità) dei divertimenti; però non dorme, ha una sua vivace identità; di provincia - beninteso -, nei suoi limiti.
Chissà se domenica prossima, quando si ripeterà per la 432ma volta l'offerta della cera alla Beata Vergine dei Miracoli, Festa del Voto, ci sentiremo addormentati...
Ci sarà anche, la sera, una rappresentazione di voce & musica, al Santuario.
I più se ne staranno davanti al televisore o si macereranno nella critica snob verso questa città ... silente.

Buona settimana


sabato 21 marzo 2009

Primavera

21 marzo, inizia la primavera.
Ieri, viaggiando in macchina, sono stato investito dal violento colore giallo della forsizia in fiore, in vaste macchie ai bordi delle strade.
Il tempo incerto e bigio non induceva a pensieri caldi e luminosi, in contrapposizione alle deprimenti notizie sulla crisi gracchiate dalla radio.
L'istinto estetico però ha prevalso: l'esplosione di colori - alla forsizia si univano il pesco, il ciliegio, il primo verde tenero dell'erba - ha trasformato il pesante umore invernale nella luce risvegliata della nuova stagione.
"Potessi sfiorare con la mano le nere chiome di Neobùle", da un frammento di Archiloco, ricordo di anni ormai lontani, adattato allo stato d'ànimo del momento. Le nere chiome, il bello che è insito nella primavera, periodo di desiderio, di affrancamento dal buio e dal gelo; stagione mite, senza eccessi, timida, generosa, accattivante ma non allusiva.
"Ancora non se n'è andato l'inverno / e il melo appare / trasformato d'improvviso / in cascata di stelle odorose" (Pablo Neruda).
Da mantenere e preservare questo stato d'ànimo, emozione permanente, anche nelle prove difficili e di confronto che i ritmi della vita sociale ci impongono nei mesi più grati.
Ci proverò.

Dalla "bacheca" al "blog"

Dopo anni di "bacheca", in cui ho sperimentato un fitto dialogo con i miei Concittadini in migliaia di messaggi, mi affaccio nuovamente alla rete, per continuare ad interessarmi della città, ma pure di tanti altri argomenti, di cui sono curioso.
Un colloquio libero, rispettoso, in cui esprimerò la mia personale opinione, al di fuori dei limiti oggettivi dell'ufficialità istituzionale, nell'imminenza del mio rientro alla vita normale dopo due lustri di vita pubblica.
Grazie a chi vorrà dialogare con me; spero - per tutti - che sia costruttivo, utile ed anche divertente; da parte mia, ne assicuro l'impegno.

Pierluigi Gilli