domenica 29 marzo 2009

L'apologo della pianta di limoni



Un uomo possedeva una bella pianta di limoni, che accudiva amorevolmente. L’alberello ricambiava le sue premure con molti frutti, belli, colorati e succosi.
Qualcuno, però, era più piccino ed asciutto, sicché la pianta dimostrava di avere il senso della misura e non si sentiva perfetta.
Un giorno quell’uomo fu chiamato ad un’impresa lunga ed impegnativa, cui si dedicò per anni con molta energia; per ristorarsi e rinfrancarsi, traeva alimento dai suoi limoni migliori, che condivideva largamente con gli amici.
La pianta, sebbene un po’ trascurata, continuava a dare frutti profumati, insieme a qualcuno più modesto.
Finalmente, dopo tante fatiche, si avvicinava la conclusione del duraturo lavoro, in cui quell’uomo era convinto di avere dato il meglio di sé.
Purtroppo, però, si accorse di essere diventato lui stesso un limone; un limone spremuto fino in fondo, di cui ora restava soltanto la buccia ammaccata, senza una goccia di succo.
Il limone spremuto fu appropriatamente gettato nel secchio dell’umido dai suoi compagni d’avventura, che evidentemente si erano stancati di quel gusto fresco, ma pure acido e brusco, a volte; ormai cercavano un frutto più malleabile e morbido, dolce e senza asprezze.
Quell’uomo, finito l’impegno, tornò alla sua pianta, che - quasi ne percepisse l’umore – si mise a produrre solo limoni raggrinziti e stentati: una pallida imitazione dei raccolti migliori.
Tuttavia, col tempo, tornata alle cure premurose di quell’uomo, la pianta si fece più verdeggiante e odorosa di prima e dava un raccolto di pochi limoni, ma di straordinaria qualità.
Fra sé e sé, quell’uomo capì la lezione, cambiò gli amici ed imparò a distribuire con avvedutezza i suoi limoni agli altri: per pochi, ma buoni.

P.S.: F.I. ed A.N., insieme ad altri partiti minori, si sono sciolti e sono confluiti nel P.D.L., a Roma. E a Saronno?

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