domenica 21 giugno 2009

Solitudine e comunità


Oggi l’ultimo impegno istituzionale, dopo i quindici giorni di prolungamento dovuto al ballottaggio: la cerimonia per il 50° di professione religiosa di Suor Gabriella Pagliuca, della Congregazione delle Figlie di Maria della Provvidenza (Guanelliane), Superiora dell’Istituto Sant’Agnese di Via Frua, casa di riposo femminile e scuola dall'asilo alle medie.
Per me è stata una fortunata occasione per chiudere bene i miei dieci anni – ben poca cosa davanti al cinquantesimo di Suor Gabriella! – e per donare all’Istituto due tele della compianta pittrice saronnese Maestra Erminia Lucini, che al Comune aveva fatto legato testamentario delle sue opere; Erminia ha trascorso gli ultimi anni della sua vita proprio a Sant’Agnese, dapprima con l’indimenticabile sorella Mina, poi da sola; è giusto che due segni della sua ispirazione cristiana nella pittura (una “Madonna con il Bambino”; “L’ostensione del Ss. Sacramento da parte di Santa Chiara”) rimangano in quella che è stata la sua casa, dove ha concluso serenamente la sua lunga esistenza circondata dall’affettuosa assistenza delle Suore guanelliane.
Una riflessione su un concetto udito nell’omelia del Cappellano don Daniele Tussi, della Congregazione dei Servi della carità (guanelliani), a commento delle letture della Santa Messa odierna: Adamo, nel paradiso terrestre, aveva tutto e viveva felice nel contatto con il Signore; eppure proprio Lui – sembra un paradosso – non ha voluto che Adamo vivesse solo e creò Eva.
Dunque, la natura intima dell’uomo non sta nella solitudine, ma nell’interazione con gli altri uomini; la solitudine, anzi, è la più grande paura dell’uomo, animal sociale, che realizza sé stesso con e per gli altri, altrimenti fallisce.
Un invito a stare insieme, ciascuno con i propri irripetibili talenti, in questo mondo in cui si tende o ad annullarsi in un generico io collettivo o a rinchiudersi gelosamente nel proprio particulare.
Viviamo in una comunità – dalla famiglia, alla scuola, al lavoro, al quartiere, alla città -: nessuno è solo, quindi; non dimentichiamolo mai.
Certamente Suor Gabriella, come le sue Consorelle, per volontaria missione a servizio di chi ha bisogno, non ha mai sofferto di solitudine.

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