domenica 14 giugno 2009

Cambiare la legge?


Di fronte al caso anomalo verificatosi a Saronno con il ballottaggio, leggo che alcuni auspicano un cambiamento delle legge elettorale.
Mi sembra un’ipotesi superficiale, perché confonde la causa con gli effetti.
La legge 83 del 1993, infatti, ha introdotto l’elezione diretta del Sindaco separatamente dall’elezione del Consiglio Comunale; non si tratta di una riforma di facciata, perché ha rivoluzionato il sistema, con il passaggio dal Sindaco eletto dal Consiglio Comunale al Sindaco eletto dal popolo.
Una legge che ha imposto alle forze politiche di presentarsi agli elettori in modo chiaro, con un programma definito e depositato e con le alleanze preventive.
Anteriormente, invece, i cittadini eleggevano il Consiglio Comunale “al buio”, poiché la maggioranza sarebbe nata dopo dalle alleanze tra i gruppi consiliari, fatte ad elezioni terminate, ed il nome del Sindaco non era né certo, né definitivo.
Io preferisco il sistema attuale, che non ha bisogno di modifiche, in quanto funziona benissimo, purché in situazione di… normalità.
Mi spiego: se le forze politiche stipulano alleanze serie, senza riserve mentali, e sostengono sinceramente un candidato a Sindaco, non vi sono problemi, le elezioni danno un risultato chiaro ed inappellabile (come accade nel 99% dei Comuni italiani).
Quando, invece, l’effervescenza dentro gli schieramenti conduce a frammentazioni e si aprono fratture all’interno, con la nascita di liste dissidenti, è inevitabile che si arrivi a risultati anomali.
Ma non è la legge a provocarli, sono le tensioni interne. Su queste, quindi, si deve agire preventivamente, altrimenti nessun sistema elettorale sarebbe perfetto.
D’altronde, nella nostra città, risulta evidente che la “dialettica”- chiamiamola così con un eufemismo – ha prevalso in entrambi gli schieramenti, che hanno prodotto tre Candidati a Sindaco ciascuno…
A meno che, di fronte al dispetto per una “anomalia”, non si celi la nostalgia per il precedente sistema elettorale proporzionale, equivalente ad una cambiale in bianco rilasciata a favore dei partiti, che prelude alle convergenze parallele, ai governi balneari, alle larghe intese, ai compromessi più o meno storici, ai Sindaci esecutori e così via: il ritorno al passato, in completa controtendenza rispetto alla necessità di stabilità e di chiarezza, invocata ad ogni pié sospinto e per la quale, il 21 e 22 giugno, si terranno ben tre referendum.
Credo sia bene che si faccia qualche passo indietro e che si rifletta adeguatamente: meglio il ritorno al passato (con i pateracchi) o la stabilità (senza retropensieri e più concordia d'intenti)?

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"Questa è la posta, di somma importanza per la nostra comunità; ne sono talmente consapevole da dichiarare apertamente che ripeterei questi medesimi concetti anche se le parti fossero invertite: non si scherza con le Istituzioni democratiche e con la rappresentanza della volontà popolare; Saronno viene prima e deve vincere sugli egoismi ed i particolarismi".


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