lunedì 1 giugno 2009

Palazzo Visconti


Palazzo Visconti, il più nobile edificio civile di Saronno, recentemente colpito da un incendio, ma prontamente rimesso in sicurezza, dovrebbe essere al centro del dibattito tra i Candidati a Sindaco, stante il suo valore simbolico e l’importanza strategica della sua collocazione al centro della città.
Il progetto che presentai in Consiglio Comunale fu subissato da critiche, spesso connotate da vero disprezzo; invece a me sembrava (e mi sembra tuttora) l’unico progetto realizzabile strutturalmente e compatibile con le risorse del Comune.
Proponevo di restaurare il Palazzo secondo le linee direttive impartite dalla Soprintendenza ai Beni Culturali che, in considerazione della configurazione dell’edificio, ha posto limiti rigidissimi, concretatisi poi nel progetto eseguito dall’Ufficio Stabili del Comune, giudicato l’unico attuabile dalla Soprintendenza, che lo ha approvato.
Proponevo, poi, di riportare a Palazzo Visconti il Municipio, che vi ebbe sede fino al 1927, con la realizzazione di un altro edificio collegato, abbattuta la fatiscente già caserma dei VV.FF., per unire in un unico complesso monumentale Palazzo Visconti a Villa Gianetti in un’amplissima area verde, dotata di parcheggio sotterraneo; anche tale progetto integrativo è stato approvato dalla Sovrintendenza.
In tal modo, il nuovo complesso pubblico avrebbe potuto ospitare gli Uffici del Comune ed anche spazi per attività culturali nei locali più importanti, ricoperti di affreschi; si sarebbe trattato di un uso continuo, vivo durante tutto il giorno, sempre di carattere pubblico, a disposizione dei cittadini.
Anche i costi di gestione sarebbero stati sopportabili: più o meno quelli dell’attuale Municipio (spesa ovvia e necessaria); in più, dando in locazione, anche frazionata, l’attuale Municipio, si sarebbe avuta un’entrata costante con cui mantenere Palazzo Visconti, senza più spendere un quattrino per piazza Repubblica.
Per l’investimento (i restauri e la nuova edificazione), si sarebbe potuto, in alternativa, vendere l’attuale Municipio ed usare il ricavato per i lavori; oppure utilizzare i fondi provenienti come super-oneri dalla sistemazione di qualcuna tra le numerose aree dismesse, oltreché ricorrere ai finanziamenti statali per i Municipi e ad altri contributi di Enti superiori ed ai contributi dei privati per il parcheggio.
Si tratta, dunque, di un progetto concreto ed ancora fattibile, che dovrebbe essere spiegato in tutti i suoi dettagli, non rigettati sic et simpliciter perché manca di appeal.

Vediamo che cosa propongono i sei Candidati a Sindaco (in rigoroso ordine alfabetico):

Lucano Attualmente è stato messo in sicurezza e restaurato in tutta la parte danneggiata dall’incendio, che è diventata la parte in miglior stato, ed è possibile attendere anche qualche anno prima di iniziare il restauro totale, il cui costo, secondo la destinazione d’uso, varia tra i 12 e i 20 milioni di euro. Il Comune non ha attualmente questa disponibilità finanziaria né ritengo che potrà averla nel medio termine, data la situazione economica generale e sarà già molto se sarà possibile mantenere la qualità e quantità dei servizi attuali. Chi fa altre promesse sta solo prendendo in giro i cittadini. Ritengo comunque che solo il progetto di portarvi il Municipio, già approvato dalla Soprintendenza, possa essere attuabile, per assicurare una gestione economica e per mantenere l’uso pubblico all’edificio.

Nappo Considerando che Palazzo Visconti è affidato alla vigilanza delle Belle Arti, si potrebbe accedere per la ristrutturazione ai fondi regionali. Deve rimanere un bene comunale utilizzabile per incontri culturali, convegni, mostre e anche a Biblioteca. Il suo recupero è essenziale per una rivalutazione degli spazi culturali.

Porro Restauro e riuso dell’edificio storico laico più prestigioso della città con una scelta coraggiosa ad alto valore, in opposizione alla scelta minimalista, ipotizzata dall’amministrazione di centro destra uscente, di trasferirvi il Municipio. Spazi espositivi, museali, laboratori artistici, locali di intrattenimento: le idee raccolte nel dibattito pubblico sono numerose, ma indubbiamente la scelta finale sarà frutto di un ampio dibattito che sicuramente dovrà coinvolgere tutta la città e le sue migliori energie con l’obiettivo di ricercare una soluzione funzionale allo sviluppo futuro di Saronno con attenzione alla sostenibilità economica.

Proserpio Che sia una priorità è indubbio. I soldi si possono trovare, ma prima di tutto si deve pensare cosa farne. Serve un’indagine mirata sul bisogno pubblico della struttura. Tenuto conto che è una struttura che risale al 1600. Deve essere il contenitore di attività leggere, delle relazioni tra le persone. Non solo, ad esempio, la biblioteca tradizionale, ma un punto incontro, lettura, informazione, ritrovo. Questo favorirebbe un uso di palazzo Visconti che non comporterebbe una spesa eccessiva.

Renoldi Questo monumento non deve rimanere a lungo in questo stato. La città deve essere amichevole anche nei confronti di questo tesoro culturale. In un momento così economicamente difficile anche per gli Enti Locali sarà comunque necessario porre in essere ogni possibile sforzo per reperire le risorse necessarie al recupero del Palazzo dal punto di vista strutturale. Dal punto di vista funzionale, ritengo preferibile realizzare nel palazzo ubicato al centro della città un significativo punto di aggregazione che possa mantenere una vitalità di presenze e di attenzione lungo l’intero arco della giornata, sempre comunque ritenendo condizione indispensabile la concreta sostenibilità economica e gestionale della scelta individuata. La vecchia idea del trasferimento del Comune è sul piatto, non ha trovato grande gradimento, ma c’è.

Tramacere Non se ne farà niente per i prossimi vent’anni. Servono almeno 15 milioni di euro. Il bilancio del comune non potrà mai arrivarci perché spreca ogni anno un milione di euro per il teatro. Si dovrebbe smettere di sostenere il teatro e fare un mutuo per questo recupero. Preferiamo ristrutturare palazzo Visconti o chiudere le case di riposo per anziani? Non si può nemmeno discutere su cosa farne. Palazzo Visconti non è una priorità se le priorità sono gli anziani, il lavoro, la salute e la casa.

Tranne il ruvido iperrealismo del Dott. Tramacere ed il semipessimismo del Dott. Lucano, ho l’impressione che gli altri quattro Candidati brancolino nel buio: da una parte, infatti, tutti parlano di un uso culturale, aggregativo, museale, di laboratorio artistico, ecc., ecc.; molto sul generico e nello stile del libretto dei sogni.

Nessuno, infatti, dice con quali fondi di spesa corrente tali fantasiosi usi sarebbero mantenuti (costi peraltro molto elevati, suppongo ben più elevati dei costi del Teatro; l’edificio è enorme e se vi si vogliono collocare opere d’arte occorre anche creare un microclima particolare ed assumere molto personale per la custodia: chi lo paga? Gli inesistenti “fondi regionali” cui si riferisce la Candidata Nappo?).
Silenzio assoluto, poi, sulle risorse da impiegare per i restauri (tranne l’idea di aumentare l’aliquota ICI del Candidato Proserpio, al fine di reperire il denaro necessario per… fare un nuovo progetto, da affidarsi a tecnici esterni. Dimentica che la Soprintendenza si è già espressa sul progetto preparato dagli ottimi tecnici comunali, a costo pressoché pari allo zero; c’è proprio bisogno di spendere altri soldi da distribuire in consulenze – che la legge impone di contenere al massimo!).
Molta prudenza sulla sosteniblità economica di ogni progetto da parte della Candidata Renoldi (che, come decennale assessore al bilancio, sa benissimo che i costi di gestione si scontrano inevitabilmente con i sogni, fascinosi ma molto cari).

Come dire… vorrei ma non posso, sicché idee fumose, ammantate da un inutile prestigio, preannuncio di lunghi, defatiganti dibattiti, che puntualmente si concluderanno nel nulla.

Palazzo Visconti assisterà indifferente, è di razza antica, ha resistito a ben altro, anche al fuoco; con il tetto nuovo, è al riparo. Se ne riparlerà fra qualche anno e magari, deposte le esercitazioni oniriche, si capirà che anche il Municipio riportato in quello storico edificio ha il suo fascino, quello di essere la casa dei Saronnesi, il cuore della città, come è già stato dall’Unità d’Italia al 1927: non è questione di gradimento, ma di realismo e di concreta utilità.

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