lunedì 1 giugno 2009

Festa della Repubblica, compleanno degli Italiani

Domani è il 2 giugno, festa civile per il 63° anniversario di fondazione della Repubblica Italiana: in effetti, il compleanno della Repubblica degli Italiani, sorta per referendum popolare dalle ceneri della seconda guerra mondiale e dopo n ventennio di dittatura.
Dovremmo essere tutti contenti per questa ricorrenza, che dimostra la maturità e la stabilità delle nostre Istituzioni democratiche, rette dalla Costituzione.
Invece, come spesso accade per il nostro popolo, così portato al mugugno ed all’autoflagellazione, viviamo in un’epoca in cui di tutto sembra si possa essere orgogliosi, tranne che dell’essere Italiani.
Siamo nel momento dell’Italia travolta dal pettegolezzo (anzi, dallo spettegulèss, come si dice scimmiottando una fortunata trasmissione televisiva), dalla polemica, dai veleni, dalla crisi, dai respingimenti, dall’esito del campionato di calcio, dai giornali ridotti a gazzette sentimentali, dal terremoto, dagli abbronzanti, dalla moda estiva, dall’effetto serra, dalle stagioni-che-non-sono-più-quelle-di-una-volta, dal prezzo del petrolio, dalla miracolosa cura dimagrante, dagli esami a settembre, dalle polemiche tra i grandi cuochi, dai reportages fotografici, dal caro-vita, dai voli low cost, dalle rottamazioni, dalle fonti energetiche rinnovabili, dal G8, dal ponte sullo Stretto di Messina, dalle spiagge bandiera blu, dalle ordinanze dei Sindaci, dall’emergenza rifiuti, dai sit in, da Zelig, dai telefoni cellulari, dalle chat, dagli iPod, dalle borse firmate, dai mercatini abusivi, dal vorrei-ma-non-posso, dalle banche sparagnine, dalle caste (non riferito alle virtù muliebri), dai cortei, dagli scioperi, dagli appelli, dagli indignati in servizio permanente effettivo, dalla rivoluzione del Ministro Brunetta, dalla dieta mediterranea, dagli hamburger e dal kebab, dall’ortografia approssimativa, dai dialoghi che sono monologhi, dalla campagna antifumo, dalla filiera corta, dalla filiera lunga, dall’Alitalia che abbandona Malpensa, dalla crisi dei valori (ma non quelli bollati), dai campi nomadi, dalle telecamere, dalla privacy, dagli autisti ubriachi, dai murales dei graffitari, dalle strade sporche, dalle deiezioni canine, dalle beghe di condominio, dal mammismo di-mamma-ce-n’è-una-sola, dalle coppie di fatto di ogni tipo e variante, dalle criature che so’ piezz‘e còre, da votantonio-votantonio, dalla società civile, dai sinceri democratici, dai sorpassi a destra, dai cantieri infiniti, dalla pillola del giorno dopo, dal più basso indice di nascite al mondo, dall’esterofilia, dalle omelie di Beppe Grillo, dal federalismo fiscale, dall’elusione fiscale, dalla pressione fiscale, dal patto di stabilità, dai pagamenti in nero, dai Cesaroni, dall’architettura biologica, dalla Pedemontana, dai no TAV, dal festival di Sanremo, dai fondi pensionistici integrativi, dall’imperante turpiloquio, dalle chiese sempre meno frequentate, dalla Messa in latino (ma non in rito ambrosiano), dai troppi parlamentari, dalla pizza, dai mandolini, dalla mafia e dalle camorre, dalla smorfia, dal lotto, dai cavalli bianchi, dai cavalli pazzi, dai cavallucci marini, dall'influenza suina, dagli automobilisti della domenica, dai pedalò, dai baùscia, dagli arrangiàtevi, dal cà nisciuno è fesso, dal mac pi cènt, dai musei aperti la domenica, dalle notti bianche, dal ma Lei non sa chi sono io, dai tanti libri pubblicati e pochissimo letti, dalla malasanità, dai sospiri per il piccolo mondo antico, dalla marcia non competitiva, dalle piste ciclopedonali, dai campanili, dai minareti, dalla Padania e dal Regno delle Due Sicilie, dai trasformisti, dai falsi dentisti, dalle maghe e dalle fattucchiere, dal birignào delle damazze, dai vu' lavà ai semafori, dallo scatolame per i gatti, dal forno a microonde, dalla pubblicità (e non c'è più Carosello), dal canone RAI, dalle partenze intelligenti…
Questi (e molti altri) gli argomenti con cui ci facciamo del male e diamo all’estero l’impressione di un Paese finito e rissoso, mentre gli altri – che si burlano di noi – si sentono bravi, buoni e orgogliosi (senza esserlo più di tanto…).
Right or wrong, my country – dicono gli Inglesi -; la France, basta pronunciare ai Francesi: per sentirsi migliori ed eletti.
Noi no, badiamo ossessivamente ad enucleare, dissezionare, descrivere minuziosamente gli italici difetti (che pure ci sono, eccome!), dimenticando superficialmente e allegramente le ragioni del nostro stare insieme, che ci uniscono in una Repubblica solida, in una terra con tradizioni, storia, ingegno tuttora invidiabili.
Non è ridicolo nazionalismo, quello dei dieci milioni di baionette (di latta): è la consapevolezza di essere e sentirsi Italiani, come ci dice il nostro Capo dello Stato: “in questa nostra Italia, che sente sempre vive le sue più profonde tradizioni storiche e radici umanistiche, costruiamo insieme un costume di rispetto reciproco, nella libertà e nella legalità, mettiamo a frutto le grandi risorse di generosità e dinamismo che l'Italia mostra di possedere”.

Buon 2 giugno, compleanno degli Italiani, festa del Bel Paese, non solo motivo per un bel “ponte”.

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