domenica 6 aprile 2014

Zero tituli e trucchi



Fugit inesorabile tempus, per tutti, anche per l’ìnclita, transeunte Giunta, che vede il capolinea avvicinarsi con angoscia crescente: la pagella, questa volta, non sarà data da compiacenti amici e compagni, ma dal corpo elettorale, di cui sente il fiato sul collo.
Già disturbata da eccessi di autoreferenzialità e dalla sicumera di chi si sente intoccabile e non soggetta critiche, scambiate spocchiosamente per crimini di lesa maestà,  l’Amministrazione del 10 a zero (nessuno dei dieci grandi progetti  promessi incautamente, ma con boriosa pompa, nella duplice campagna elettorale del 2009 e del 2010, è stato realizzato!), si distingue, ultimamente, per una collezione di perle da fare invidia ai gioielli della Corona di Sua Maestà Britannica.
La vicenda del bando della Fondazione Teatro per  l’assunzione di un “responsabile di organizzazione e produzione”, con le conseguenti dimissioni del Consiglio di Amministrazione,  non è certo risolta da un opinabile parere legale di parte, peraltro non assolutorio, ma è complicata dall’annuncio di un’azione giudiziale in sede di lavoro di chi si era formata l’aspettativa di un posto più sicuro… 
La vicenda dell’acquisto di due appartamenti di proprietà comunale in Via Roma da parte di Saronno Servizi s.p.a. (controllata al 99% dal Comune di Saronno) ha dell’incredibile. Unica partecipante di un’asta ripetuta a cui nessuno aveva partecipato per anni, Saronno Servizi ha acquistato dal suo controllore, ad un prezzo che evidentemente il mercato rifiutava perché irrealistico (euro 401.000,00), due appartamenti, ai piani alti di un condominio, per spostarvi i propri uffici da Villa Gianetti, impegnando ben 100.000 euro (oltre al prezzo d’acquisto) per future opere di manutenzione e di adattamento; il denaro occorrente proverrà dall’assunzione di un mutuo di 500.000 euro oltre ad interessi…
La cosa curiosa è che  Saronno Servizi s.p.a. contrattualmente era tenuta a condurre in locazione il primo piano di Villa Gianetti  sino al 30 giugno 2021, senza possibilità di disdetta anticipata; l’8 gennaio 2014, perciò, la prossima concorrente chiedeva al Comune di rinunciare a questa clausola e l’Amministrazione, con generosità ed una rapidità da primato, il 16 gennaio 2014 ha graziosamente autorizzato l’inquilina a risolvere anticipatamente il contratto di locazione. Cioè ha rinunciato ad un’entrata certa di almeno 630.000 euro (canone di locazione dal 1° luglio 2014 al 30 giugno 2021), senza contare gli aggiornamenti ISTAT. Il giorno dopo, 17 gennaio 2014, Saronno Servizi ha presentato l’offerta all’asta. Un sincronismo da orologio di elvetica precisione.
Perché quest’atto di liberalità, apparentemente di straordinaria amministrazione e di probabile competenza del Consiglio Comunale e non della Giunta? Per permettere a Saronno Servizi di partecipare all’asta, da cui è uscita vincitrice, senza avere (come chiunque avrebbe potuto tranquillamente scommettere) alcun avversario.
Un’asta un po’ strabica, adeguatamente preparata  addirittura da atti amministrativi comunali favorevoli all’unica partecipante; se anche vi fosse stato un solo altro concorrente,  si potrebbe sostenere che l’asta non fosse stata turbata? O la turbativa sussiste anche nel caso di un solo concorrente, previamente favorito dal venditore con atti amministrativi che pudicamente definiamo propedeutici?
Conseguenze:  Il Comune, furbescamente, iscriverà a bilancio, tra le entrate, 400.000 euro in più, una volta incassato il prezzo pagato da una società che è sua al 99%; ma Saronno Servizi dovrà contrarre sùbito un mutuo di 500.000 euro per pagare il prezzo offerto all’asta; il Comune perderà il canone di locazione che, insieme al pagamento delle spese per le utenze, riceveva ogni anno dall’inquilina Saronno Servizi: si tratta di circa 90.000,00 euro all’anno per il solo canone di minori entrate per il Comune, mentre le spese di gestione ordinaria continueranno. Tra l’altro, è stato proprio con quel canone di locazione che il Comune ha pagato il mutuo di lire 711.880.916 a suo tempo acceso per finanziare parzialmente i lavori di restauro di Villa Gianetti (2003), mutuo che si estinguerà  il 31 dicembre 2015.
Si dirà che Saronno Servizi potrà trasferirsi negli appartamenti acquistati solo dopo che il centro di assistenza minori si  collocherà nello stabile dell’ex macello, una volta praticamente ricostruito. Ci vorranno anni, probabilmente, ma intanto il Comune dovrà iniziare a pagare i ratei del mutuo necessario per eseguire i lavori in Via Macello e Saronno Servizi, oltre al canone di locazione di Villa Gianetti, dovrà pagare i ratei del mutuo  di 500.000,00 contratto per l’acquisto e la riqualificazione dei due appartamenti di Via Roma, nemmeno contigui all’altra sede propria a piano terra, ma collocati nel bel mezzo di un condominio residenziale…
Insomma, si accontentano le velleità di una potentissima assessora sociale di avere un monumento a sé stessa (il nuovo centro di assistenza minori in Via B. don Luigi Monza , quando lo stesso dimissionario Assessore Fontana ha certificato che l’attuale sede negli appartamenti  “venduti” di Via Roma era perfettamente regolare ed idonea), si accontenta il mistico assessore al le risorse, che nell’ultimo bilancio di questa Amministrazione si ritrova una nuova, ricca “entrata” di 400.000 euro a spese di Saronno Servizi, cioè del Comune, e ne menerà vanto; si accontenta la spasmodica necessità di una maggioranza scadente di finanziare qualche opera=specchietto per le allodole in vista delle elezioni.
Contestualmente, però, questo giro di soldi appare fittizio, perché, in buona sostanza,  la proprietà rimane comunale (prima diretta, ora indiretta tramite la controllata), mentre reale e concreto è il nuovo debito di 500.000 euro di Saronno Servizi, oltre a tutti gli accessori prima descritti.
Che fine farà, poi, il primo piano di Villa Gianetti, ben 540 mq di elevato pregio, una volta abbandonati da Saronno Servizi? Ci sarà un nuovo inquilino, che verserà un congruo canone di locazione al Comune, destinato alle entrate di parte corrente? O resterà desolatamente vuoto, senza produrre reddito e con il conseguente degrado? Oppure sarà assegnato gratis a qualche associazione amica?  Le spese di gestione resteranno a carico del Comune…
Anni fa, un simpatico e competente consigliere di opposizione, oggi anima pensante della maggioranza, soleva rimarcare ogni anno, in sede di discussione del bilancio, che questo era pieno di “barbatrucchi”; oggi, invece, solo di trucchi, senza bisogno di ricorrere a neologismi.
Per non parlare, poi, del destino del Palazzo di Giustizia di Via Varese, di cui si pronostica un uso trino, con la coabitazione di un Corpo Militare (la Guardia di Finanza), di un Organo Giudiziario (il relitto Giudice di Pace) e – dulcis in fundo – della Polizia Locale: un minestrone inqualificabile, che, per opere di riadattamento e di separazione tra le diverse funzioni, costerà un occhio della testa.
Già, dimenticavamo…  Questa declinante maggioranza ha portato la fantasia al potere…  La realtà, tuttavia, rimane sempre quella: zero tituli, 10 a zero rispetto alle mirabolanti promesse elettorali; un altro titulo, però, se lo merita a furor di popolo: il premio dello smantellatore, poiché l’Amministrazione si è ben distinta nel lasciare andare a ramengo le ingenti opere pubbliche realizzate precedentemente, con un degrado generalizzato che, ahimé, è sotto gli occhi di tutti.
Coraggio…, ancora pochi mesi e gl’ìncliti saranno sgravati dal peso di governare la città, compito rivelatosi davvero troppo difficile ed imbarazzante per loro, imbattibili solo nelle vacue promesse.
Sorprendentemente, si è fatto prendere la mano da questo clima onirico anche il serio, riflessivo, pacato assessore all’urbanistica, il quale ha rilasciato dichiarazioni entusiastiche sui mitici destini, da magnifiche sorti e progressive,  dell’area già Cantoni, immaginando scuole,  l’immancabile parco,  la ricucitura del quartiere, l’indispensabile anello ciclopedonale, il recupero di aree nude al posto dell’edificato…  Con quali soldi? Progetti di alto spessore, di vera scienza urbanistica; peccato che collidano con la previa necessità di un’impegnativa bonifica generale e con la natura di proprietà privata di queste aree.
In verità, bisogna darne atto, l’assessore sognatore è in buona compagnia, giacché da altro lato politico e per altre aree parimenti dismesse un recidivo funambolo  propone ai proprietari di donare i terreni al Comune per installarvi un parco tematico à la page e a pagamento dedicato a Peppa Pig, personaggio annoverabile tra gli Immortali dell’Academie Française  o da premio Nobel: già questo è spettacolo; è arrivato il fenomeno… Se ne sentiva davvero la mancanza.
Dominus nos salvet!