mercoledì 18 giugno 2014

Imbrattamento dei muri: beffe sventate


Nel nuovo Regolamento di Polizia Urbana, tra le tante cose, l’Amministrazione Comunale ha proposto di disciplinare anche il fenomeno dell’imbrattamento con scritti o disegni dei muri di qualsiasi edificio manufatto e monumento  pubblico o privato (art. 61).
Il testo originario sottoposto al Consiglio Comunale era letteralmente il seguente:

ART. 62 (Imbrattamento dei muri)

62.1 E' vietato imbrattare con scritti o disegni i muri di qualsiasi edificio manufatto e monumento  pubblico o privato.

62.2 Per quanto riguarda gli edifici privati i contravventori saranno soggetti a sanzione amministrativa da 150 a € 500 salvo si debba applicare l'art. 635 Codice penale, in ogni caso applicabile qualora il fatto sia commesso su edificio pubblico.

62.3 Il proprietario dovrà provvedere alla pulizia entro 60 giorni dalla notifica dell'ordinanza del Sindaco o dell'Assessore delegato. In caso di inottemperanza si applica la sanzione amministrativa da € 150 a € 500 .

Sono rimasto sbalordito per il contenuto del 3° comma e per due ragioni:
1)      tecnicamente, l’errore pacchiano di prevedere un’”ordinanza del Sindaco o dell’Assessore delegato”: uno svarione da matita blu, in quanto il Sindaco può emettere solo ordinanze contingibili ed urgenti e non per materie ordinarie, per le quali il potere ordinatorio è riservato ai dirigenti e responsabili di servizio; errore giuridico che rappresenta, però, una smania interventista non solo del Sindaco, ma addirittura dell’Assessore delegato, quando gli Assessori non hanno mai alcun potere di ordinanza (salvo il Vice Sindaco in caso di supplenza del Sindaco, ma sempre solo per motivi contingibili ed urgenti);
2)      nella sostanza, poiché appariva ingeneroso ed assurdo che il proprietario di un muro imbrattato (naturalmente da ignoti, ai quali non è stata comminata alcuna sanzione amministrativa fra quelle previste dal comma 2.) dovesse essere costretto alla pulizia e, nel caso non vi avesse provveduto, fosse passibile di una sanzione fino a 500 euri: insomma, per l’incauta Amministrazione, al proprietario devono andare sia il danno, sia le beffe.
Ho voluto rilevare che, in realtà, anche quando i muri imbrattati appartengono a privati, si tratta di una violazione dell’interesse pubblico di tutti i cittadini acché la città sia ordinata e pulita, il che comporta preventivamente un’adeguata vigilanza e, a fatto compiuto, un intervento almeno palliativo da parte del Comune.
L’interesse pubblico è prevalente per obiettive ragioni di decoro generale urbano.
Non si vede, perciò, per quale sensata ragione i proprietari già danneggiati debbano in proprio mettere mano al portafoglio per i restauri; ma alla parola proprietà privata, evidentemente, qualcuno è allergico.
Piuttosto, il Comune dovrebbe fomentare l’imitazione dell’esempio virtuoso che ci viene da Milano, dove – in collaborazione con il Comune – sono nate associazioni di benemeriti volontari che si curano di ripulire i muri devastati da scritte e disegni ed a cui il Comune stesso fornisce i materiali e gli strumenti per la ripulitura: un’ottima forma di collaborazione civica.
La nostra Amministrazione, invece, aveva scelto la strada tirannica della sanzione a carico dei danneggiati; una presa di posizione forse inconsciamente ideologica, dagli effetti ridicoli, prima che vessatòri.
Ho quindi proposto, insieme al Collega Consigliere Comunale di Unione Italiana, Pierluigi Bendini, un semplicissimo emendamento: l’abrogazione dell’increscioso comma 3., per motivi sia di illegittimità, sia di merito.
Seppur con il mal di pancia del Capogruppo del P.D. – invano arrampicatosi sui vetri – la maggioranza si è accorta dello svarione, al pari dell’Assessore alla partita, ed ha votato per l’accoglimento del mio emendamento, insieme a tutta la minoranza: il famigerato comma 3. è scomparso.
All’unanimità, dunque, abbiamo sventato una beffa clamorosa a detrimento di cittadini incolpevoli ed inermi; è bene che si sappia; una tantum, l’opposizione – che è stata costruttiva nella discussione di tutto il Regolamento, con la proposta di numerosi emendamenti migliorativi – è stata ascoltata.

Un cambio di passo, che ci sarebbe piaciuto vedere non solo nell’imminenza della scadenza di questa Amministrazione, ma fin dal suo esordio; purtroppo, invece, la maggioranza, in punto, è stata sempre sorda, perdendo di credibilità e connotandosi per arroganza ed autoreferenzialità. Peccato; chi ci ha rimesso  non è stata l’opposizione, ma chi ci sgoverna da più di quattro anni, insensibile alle critiche positive e sempre più permalosa (la vicenda dello stato di agitazione del personale comunale ne è un esempio molto serio).
Sperèmm…


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