lunedì 12 maggio 2014

Sicurezza


Ragioniamo di sicurezza
Ho un grandissimo rispetto per le funzioni istituzionali, indipendentemente da chi temporaneamente le eserciti; per questo, ho evitato di commentare a caldo i recenti, inquietanti episodi  di delinquenza e di offese all’ordine pubblico che hanno insanguinato la città.
So benissimo che, in una zona di cerniera tra la metropoli ed altri importanti centri urbani, in presenza di una stazione ferroviaria nodo principale dei trasporti, mantenere la sicurezza sia opera difficile, spesso solo contenitiva, dai risultati non sempre brillanti, anche quando il problema sia seguito con costanza e con priorità.
Tuttavia, la lettura del comunicato della maggioranza e le dichiarazioni con cui il Sindaco “bacchetta” l’opposizione mi hanno molto colpito per la tardività e per la malcelata tentazione di affermare responsabilità di altri Organi dello Stato, al fine di minimizzare le competenze comunali.
“Parlando con il Prefetto – ha affermato il primo cittadino – ho avuto modo di portare lo sdegno e la preoccupazione della città per i fatti che accadono nella zona della stazione. Questo è il mio compito come sindaco. Quello delle forze dell’ordine è quello di vigilare e indagare e sono due attività che stanno portando avanti e di questo non possiamo che essere loro grati”.
La maggioranza, dal canto suo, ha affermato che “la situazione è stata molte volte segnalata dal sindaco Luciano Porro e dall’assessore alla Sicurezza Giuseppe Nigro alle istituzioni competenti e deputate ad affrontare e a ricercare la soluzione del problema, Prefettura e Questura nella fattispecie. Nella correttezza dei rapporti e nel rispetto dei ruoli tra le istituzioni, sindaco ed assessore avevano già esposto la loro preoccupazione per quanto avrebbe potuto accadere, come poi del resto si è ora manifestato” e ancora. (…): “l’Amministrazione ha dimostrato grande correttezza istituzionale, rispettando con fiducia, la divisione dei ruoli che Prefetto e Questore hanno più volte richiamato negli incontri: le politiche di sicurezza urbana, intese come controllo della viabilità, del decoro urbano alla Polizia Municipale, a Questura e Prefettura l’attribuzione dell’ordine pubblico. Per quanto riguarda il secondo aspetto, cioè l‘ordine pubblico”.
Orbene, l’ordinamento vigente non è quello che Sindaco e maggioranza dicono di conoscere.
In proposito, giova rammentare che il Sindaco ha una doppia figura: è capo dell’amministrazione comunale ed ufficiale del governo.
In quest’ultima veste, secondo l'art. 1 del R.D. 733/1931 (Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza) il sindaco è autorità locale di pubblica sicurezza, nei comuni dove manca il capo dell'ufficio di pubblica sicurezza del luogo (com’è a Saronno, che non ha un Commissariato della Polizia di Stato): L'autorità di pubblica sicurezza veglia al mantenimento dell'ordine pubblico, alla sicurezza dei cittadini, alla loro incolumità e alla tutela della proprietà; cura l'osservanza delle leggi e dei regolamenti generali e speciali dello Stato, delle province e dei comuni, nonché delle ordinanze delle autorità; presta soccorso nel caso di pubblici e privati infortuni. L'autorità di pubblica sicurezza è provinciale e locale.
Le attribuzioni dell'autorità provinciale di pubblica sicurezza sono esercitate dal Prefetto e dal Questore; quelle dell'autorità locale dal capo dell'ufficio di pubblica sicurezza del luogo o, in mancanza, dal Sindaco”.
L’art. 6 del D.L. 92/2008, modificando l’art. 54 del D. Lgs 267/2000 (TUEL - Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli Enti Locali) ha ampliato le attribuzioni del sindaco nelle funzioni di competenza statale.
Al riguardo, (art. 54. Co. 1) “il sindaco, quale ufficiale del Governo, sovrintende:
a)      all'emanazione degli atti che gli sono attribuiti dalla legge e dai regolamenti in materia di ordine e sicurezza pubblica;
b)      allo svolgimento delle funzioni affidategli dalla legge in materia di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria;
c)      alla vigilanza su tutto quanto possa interessare la sicurezza e l'ordine pubblico, informandone il prefetto”.

Il Decreto del ministro dell'Interno 5 agosto 2008, all’art.  2, dispone che il sindaco interviene per prevenire e contrastare:
a) le situazioni urbane di degrado o di isolamento che favoriscono l'insorgere di fenomeni criminosi, quali lo spaccio di stupefacenti, lo sfruttamento della prostituzione, l'accattonaggio con impiego di minori e disabili e i fenomeni di violenza legati anche all'abuso di alcool; 
b) le situazioni in cui si verificano comportamenti quali il danneggiamento al patrimonio pubblico e privato o che ne impediscono la fruibilità e determinano lo scadimento della qualità urbana; 
c) l'incuria, il degrado e l'occupazione abusiva di immobili tali da favorire le situazioni indicate ai punti a) e b); 
d) le situazioni che costituiscono intralcio alla pubblica viabilità o che alterano il decoro urbano, in particolare quelle di abusivismo commerciale e di illecita occupazione di suolo pubblico; 
e) i comportamenti che, come la prostituzione su strada o l'accattonaggio molesto, possono offendere la pubblica decenza anche per le modalità con cui si manifestano, ovvero turbano gravemente il libero utilizzo degli spazi pubblici o la fruizione cui sono destinati o che rendono difficoltoso o pericoloso l'accesso ad essi”.
La Polizia Locale svolge funzioni  amministrative locali (polizia locale, annonaria, sanitaria, edilizia ed infortunistica stradale), nonché funzioni di Polizia Giudiziaria, per le quali dipende operativamente dall’Autorità Giudiziaria.
La Polizia Locale è chiamata pure ad assolvere anche funzioni ausiliarie di Pubblica Sicurezza; l’articolo 3 della Legge-quadro n. 65/86 afferma infatti che “gli appartenenti ai Corpi di P.L. esercitano nel territorio di competenza le funzioni istituzionali previste dalla legge e collaborano nell’ambito delle proprie attribuzioni con le forze di Polizia dello Stato, previa disposizione del Sindaco, quando venisse fatta, per specifiche operazioni, motivata richiesta dalle competenti autorità. I compiti di Pubblica Sicurezza sono: il mantenimento dell’ordine pubblico, la sicurezza dei cittadini, la tutela della proprietà, l’osservanza delle Leggi e dei Regolamenti Generali e Speciali dello Stato, delle Province e dei Comuni, nonché delle Ordinanze delle varie Autorità e il soccorso in caso di calamità”.
Il sistema così delineato, quindi, pur nella sua complessità tipicamente italiana, non riduce il Sindaco alla mera funzione di portare lo sdegno e la preoccupazione della città per i fatti che accadono nella zona della stazione”, ossia di segnalatore qualificato di situazioni di disagio e di inosservanza delle norme sull’ordine pubblico: se così fosse, il Prefetto ed il Questore non avrebbero bisogno di segnalazioni da parte dei Sindaci, basterebbe che leggessero ogni giorno la rassegna- stampa…
Come non è affatto vero che Prefetto e Questore siano gli unici responsabili dell’ordine pubblico, relegati i compiti del Sindaco soltanto al controllo della viabilità, del decoro urbano, come imprudentemente sostiene la maggioranza.
Il Sindaco, supportato dalla sua Giunta e dal suo Consiglio Comunale, può – anzi deve ­rendersi parti attiva anche per l’ordine e la sicurezza della porzione di territorio e per la popolazione assegnate al suo governo.
Lo può fare in molti modi, legittimi e leciti, che concorrono significativamente agli encomiabili sforzi di Carabinier, Polizia e Guardia di Finanza: oltre a segnalare (il che, fatto in modo discreto e riservato, è molto utile e proficuo) a Prefetto e Questore particolari tematiche (sulle quali la Polizia Locale può avere assunto informazioni e documentazione specifica), può intervenire con provvedimenti a largo raggio (che tra il 1999 ed il 2009 sono stati posti in essere), quali l’ampliamento dell’orario di servizio della P.L., soprattutto notturno; la creazione di avamposti  fissi della P.L. nei quartieri o in luoghi particolarmente sensibili (si pensi ai c.d. Vigili di Quartiere o al posto di P.L. alla stazione ferroviaria); la creazione di una rete di primissima sicurezza (come erano i c.d. Nonni Amici, che vigilavano nei pressi delle scuole e nei parchi e riferivano a chi di dovere situazioni anomale o pericolose); la partecipazione della P.L. ad operazioni di contrasto e di smantellamento di fenomeni delinquenziali in collaborazione con Carabinieri e Polizia di Stato; la disposizione di una presenza costante di pattuglie di Agenti della P.L. nelle strade cittadine, al fine di rendere visibilmente presenti le Forze dell’ordine; la dotazione della P.L. di strumenti difensivi efficaci, consentiti dalla legge, come i bastoni estensibili o sfollagente; l’emanazione di ordinanze – nei limiti posti dall’ordinamento – per contrastare specifici fenomeni pericolosi; promuove forme di vigilanza tramite mezzi tecnici che consentono il controllo a larga scala (le telecamere, p.es., utilissime non solo per motivi di multe stradali), ecc.
Si tratta di provvedimenti che, precedentemente, erano stati adottati e che avevano dato buona prova di sé, ma che – incoerentemente – sono stati smantellati dall’attuale Amministrazione, normalmente con la motivazione della carenza di fondi, oltretutto in una costante situazione di conflitto e di méfiance nei confronti della Polizia Locale.
Dunque, delle due l’una: o il Sig. Sindaco, con la sua maggioranza, ignora l’ordinamento e le sue attribuzioni; o li conosce, ma li ritiene obiettivo non primario della sua politica.
Non so quale delle due ipotesi sia più grave ed imbarazzante; certo, sapere che l’Autorità locale di pubblica sicurezza  (come tale definito dal T.U.L.P.S.), cioè il Sindaco, dopo quasi cinque anni di carica, consideri suo unico còmpito quello di portare lo sdegno e la preoccupazione della città per i fatti che accadono” al Prefetto ed al Questore è decisamente allarmante.
Come dicono gli Americani, “comprereste un’auto usata da costui?, la risposta – purtroppo, e lo dico con dispiacere per la persona e per l’istituzione - non può che essere negativa.
In questa materia, così seria e percepita con tanta sensibilità dai cittadini, a volte anche più del dovuto, Sindaco e maggioranza politica si sono dimostrati sul campo inattendibili ed incapaci.  
Intenti salvifici, spasmi di buonismo, desiderio inconfessato di distinguersi dagli altri, negazioni continue, fastidio per i richiami dell’opinione pubblica, li hanno condotti ad ignorare prima, a minimizzare poi, ad ammettere infine, con ritardo, reticenze ed infiniti distinguo, che l’ordine pubblico e la sicurezza sono gravemente minacciati nella nostra città: la soluzione, ovviamente, seppure buttata là per autoassolversi, non sta nel ribaltare sugli Organi Superiori il compito di intervenire, ma in una riflessiva presa di coscienza della propria manifesta insufficienza.
Un deciso cambio di rotta è ancora possibile, ma v’è da temere che, baloccandosi tra 30 all’ora, piste ciclabili, inversioni di senso di marcia, improbabili registri delle ultime volontà, dieci grandi progetti di cui nemmeno uno attuato ed altri provvedimenti di tale suprema portata, Sindaco e maggioranza non possano (e non vogliano) dare una risposta forte ai Saronnesi.
Forse – suggerimento privo di intenti polemici – è ora di studiare per bene l’ordinamento, le leggi, i regolamenti; ma per fare ciò, occorre tempo; per dedicarsi con profitto allo studio, sarebbe meglio, con umiltà, lasciare subito spazio per qualche mese al Commissario Prefettizio; di certo, non sarebbe peggio di com’è adesso.

Pierluigi Gilli
Capogruppo di Unione Italiana


Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.