giovedì 30 luglio 2015

Lo staff


La confusione regna nella nuova Amministrazione, che si affanna nel tentativo di difendere la veramente indigeribile delibera di Giunta vòlta a dotare il Sindaco di uno staff di tre persone, al non modico costo di euro 125.000,00 annui.
Corrisponde a verità che l’art. 90, 1° comma del D. Lgs. 18 agosto 2000, n. 267 (Testo Unico degli Enti Locali) “norma”, come dice il Sindaco, la possibilità di istituzione di uno staff, ossia di uffici posti alle dirette dipendenze del sindaco per l'esercizio delle funzioni di indirizzo e di controllo loro attribuite dalla legge, costituiti da dipendenti dell'ente, ovvero, salvo che per gli enti dissestati o strutturalmente deficitari, da collaboratori assunti con contratto a tempo determinato”.
Ma si tratta di una facoltà, non di un obbligo, facoltà di cui nessun Sindaco di Saronno, dal 2000 in avanti, si è mai avvalso, tant’è vero che l’ipotesi nemmeno era considerata dalla Dotazione organica del personale del  Comune di Saronno, che oggi la neo Giunta modifica appositamente.
Eppure il Sindaco, secondo la delibera, ha espresso l'esigenza di un presidio delle funzioni di indirizzo e di controllo: e lui che ci sta a fare?  Ha necessità di assistenza continua o di una corte?
Ma che cos’è questo ormai famoso staff?

Si tratta, a tenore della stessa delibera di Giunta, di collaboratori da assumere per funzioni di indirizzo e di controllo; in particolare, di un collaboratore del rango di dirigente  per l’elevata professionalità e specializzazione, tale appunto da essere inquadrato dal punto di vista stipendiale nel contratto della dirigenza, pur non operando, ai sensi del citato articolo 90 comma 3 bis alcuna funzione gestionale, nonché di  altri due collaboratori, da assumere a tempo parziale (fino a un massimo dell’ 80%), appartenenti  alla categoria C, posizione economica C1.
Al di là dell’astruso linguaggio della norma, un dirigente e due funzionari, che non potranno svolgere alcuna funzione di gestione, riservata questa ai Dirigenti ad ai funzionari comunali già esistenti, ma si dovranno limitare a dare indirizzi (politici) e a controllare l’amministrazione (così la Corte dei Conti, sez. I giur. centr. app., 06-12-2012, n. 785/A : “possono essere affidate esclusivamente per funzioni di supporto di attività di indirizzo e controllo alle dirette dipendenze del sindaco al fine di evitare qualunque sovrapposizione con le funzioni gestionali ed istituzionali che devono invece dipendere dal vertice della struttura organizzativa dell’ente”).
Sicuramente, chi sarà chiamato a tali còmpiti così appassionanti ed importanti sarà un genio del giure e dell’organizzazione aziendale, vedremo come andrà la selezione: i dirigenti, il Segretario Generale – che da sempre danno esecuzione agli indirizzi degli Amministratori elettivi – sono evidentemente considerati insufficienti o non abbastanza dotati di elevata professionalità e specializzazione, tanto da necessitare di questa nuova sovrastruttura, che altro non è che la cinghia di trasmissione delle direttive politico-epurative della Giunta leghista.
Ancor più evidentemente, la nuova Amministrazione si sente inadeguata ed ha l’impellente bisogno di una stampella competente per dar corso ai suoi còmpiti istituzionali: governare la città.
Lo staff, quindi, formato da cotanti personaggi di elevata professionalità, sarà il vero governo di Saronno, tramite cui Sindaco e Giunta cercheranno di compensare la propria impreparazione e per mezzo del quale l’apparato comunale sarà controllato e indirizzato negli interessi della maggioranza.
Sotto un aspetto politicante, lo si potrebbe anche capire;  ma sotto l’aspetto etico-politico non si può non rimanere esterrefatti  per una mossa da veri e propri occupanti che Lega ed alleati ci propinano a caro prezzo e con disinvoltura, al pari della formalmente legittima – ma di pessimo gusto ed inopportuna – elezione del fratello del Sindaco a Presidente del Consiglio Comunale (per non parlare delle due coppie di mariti e mogli che siedono in Consiglio Comunale nei banchi leghisti: piace la politica dinastica).
Altro che investimento (errore fatale del Sindaco, che non sa che lo stipendio dello staff   rientra nella spesa corrente, non nel titolo degli investimenti): si tratta di una costosa operazione inutile per i cittadini ed utile soltanto agl’interessi di partito, strumento per la vera e propria colonizzazione di Saronno, anche tramite numerosi non Saronnesi (a partire dal Vicesindaco e da un paio di Assessori).
Né è vero che l’operazione sia a costo zero: il costo dello staff sarebbe compensato dalla mancata sostituzione del dirigente ai Servizi Sociali; certo che in questa epoca di vacche magre  lasciare privo di un dirigente ad hoc e debitamente formato un settore così delicato dell’amministrazione appare di per sé un azzardo. Ma se fosse proprio inutile, il suo mancato costo dovrebbe essere utilizzato per opere ed interventi di carattere pubblico, non per pagarsi la corte (tale è lo staff):  quante cose si sistemerebbero con 125.000 euro in più da spendere nella parte corrente?
Oltretutto, i tre componenti dello staff, come dice la legge, non possono avere compiti di gestione, quindi non si possono sostituire a dirigenti e funzionari, ma saranno lì solo a fare il controllore, l’impositore della pax leghista.
Che, infine, il Sindaco si vanti di aver fatto risparmiare 230.000 euro richiesti da un Dirigente demansionato dalla precedente Amministrazione è – per ora – una boutade. Vorremmo leggere il presunto verbale di conciliazione che dovrebbe essere stato sottoscritto tra Amministrazione e Dirigente ricorrente a conciliazione della causa di lavoro che il Dirigente stesso aveva promosso davanti al Tribunale di Busto Arsizio; una transazione dev’essere autorizzata da delibera di Giunta, di cui ora non si conosce nulla.
E in ogni caso…  è tutto da vedere se si sono risparmiati 230.000 euro; questa somma, richiesta dal Dirigente, non rappresentava un credito certo, liquido ed esigibile, ma soltanto una domanda rivolta al Giudice, che non si sa come si sarebbe pronunciato: avrebbe potuto accogliere, totalmente o parzialmente, la domanda del Dirigente o l’avrebbe potuta rigettare in toto.
Quindi…  non c’è alcun risparmio; tutt’al più, se vi è stata una conciliazione, entrambe le parti dovrebbero essersi fatte reciproche concessioni, come dice l’art. 1965 cod. civ.; è opportuno conoscerle.
A meno che il Giudice del  Lavoro non abbia già respinto il ricorso del Dirigente: ma in tal caso, ci dovrebbe essere almeno il dispositivo della sentenza; il Sindaco, peraltro, appena insediato, non avrebbe mosso un dito per questa vittoria, che sarebbe, invece, della precedente Amministrazione, che ha resistito in giudizio.
Concludiamo – pensando alle imminenti vacanze, di cui ci auguriamo tutti possano beneficiare – con il sommesso invito al Signor Sindaco di approfondire le vicende che finiscono sul suo tavolo, prima di incorrere in incaute dichiarazioni, che depongono negativamente circa la sua attitudine a dirigere la complessa realtà della macchina municipale: ci risparmi il costoso staff, dimostrando le indubbie capacità che Lui e la sua Giunta sicuramente possiedono, come apprenderemo dalla lettura dei curricula degli Assessori e degli altri chiamati, anche da fuori Saronno, nel magico cerchio dell’era leghista: anche a Saronno Servizi s.p.a, speriamo senza ulteriori vincoli familiari.



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