sabato 6 marzo 2010

Sgarbi e sgarbi


In questi giorni non si fa che parlare di ostriche e di perle, sulla scorta di un simpatico manifesto ideato per interessare il pubblico alla Lista di UNIONE ITALIANA. Reazioni, a dire il vero, stizzite ed anche sopra le righe, che inducono a pensare ad acidità gastriche successive ad una scorpacciata del celebrato frutto di mare.
Le ostriche sono squisite, ma vanno consumate con parsimonia, altrimenti l’indigestione è in agguato; se, poi, com’è d’uso, le si accompagnano a generose bevande frizzanti (dallo champagne agli ottimi spumanti nazionali), l’effetto può essere deleterio.
Così, sotto l’effetto di una micidiale miscela gastronomica, si corre il rischio di perdere la bussola e di prendere le perle per parole poco signorili e di lanciarsi in inutili sgarbi (anche di natura personale), segno di disagio nervoso.
A chiacchiere, tutti son pronti a pretendere per Saronno un futuro immaginifico di leadership comprensoriale (in prima fila quelli che si sono genuflessi da anni alle tendenze egemoniche di municipalizzate gallaratesi, a partire dalla gestione delle acque) e sproloquiano di marketing territoriale. Ma le idee non sono chiare: più che confuse, sono invidiose ed imbarazzate, in carenza di serie proposte alternative.
L’avere nel governo cittadino l’apporto del più noto conoscitore d’arte italiano sarebbe proprio una disgrazia per la nostra città? Un personaggio come Vittorio Sgarbi – al di là del carattere istrionico e vulcanico – potrebbe solo fare bene e sottrarre Saronno ad un provincialismo soffocante, che ci rende solo spettatori o, al massimo, insignificanti ed ancillari tributari di Milano.
Eppure, Saronno ha una sua identità anche storico-artistica; tutto il mondo ci conosce per gli angeli della cupola del Santuario, monumento di pittura rinascimentale e fonte preziosa di conoscenza della strumentazione musicale.
Saronno “Città degli Angeli”, messa in relazione con Leonardo ed i leonardeschi (Ferrari, Luini), di cui c’è ricchissima traccia a Milano, potrebbe rientrare in un circùito storico-artistico a tema, di rilevanza internazionale, poiché – come scriveva Stendhal due secoli fa nel suo “Viaggio in Italia” - proprio al Santuario di Saronno si dà l’addio alla bella pittura italiana.
È una perla (o un’eccellenza, come altri preferiscono), che un conoscitore come Vittorio Sgarbi potrebbe aiutare ad uscire dal guscio, per sviluppi impensabili.
Ecco perché noi preferiamo pensare a Sgarbi e tralasciamo gli sgarbi (con la s minuscola), con i quali taluni (anche loro con la minuscola) tentano di celare il vuoto delle loro idee da strapaese o da lunapark: ancora una volta, sotto il livido mantello, anche se di foggia fiorentina, il nulla; solo qualche boutade postdigestiva, di riporto, di meteorica tristezza.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.