lunedì 9 dicembre 2013

Spariti o spartiti


Nel PD i votanti alle primarie non iscritti al partito hanno relegato il campione dell’establishment, il dandy  dall’abbigliamento inappuntabile e dall’aristocratica erre, in un recinto di bassissima percentuale: the time is over per i dinosauri dalemitici ed affini.
Nella Lega, un quaratenne di belle speranze ha sbaragliato il mostro sacro fondatore.
Nell’opposto campo, di primarie non si parla e la vecchia guardia (se vent’anni bastano per essere vecchi),  dopo un vacuo giro a Shangrilà, rimane imperterrita alla guida, rispolverato il nome delle origini (fatti salvi alcuni dissidenti, dall’originario peccato di essere anzitutto governativi).
Nella nebbia?
Personalmente, mi ritengo ormai al di fuori delle competizioni; ho già dato (e ricevuto) abbastanza; è bene che si cambi; al massimo, se proprio occorre e se se ne è richiesti, si può discretamente dare una mano, ma senza invadenza e rimanendo osservatori.
Notizie interessanti, dunque, in campo nazionale (con il che non affermo però di essere affascinato dal fin troppo affabulante Sindaco fiorentino, che non mi convince).
In città, per contro, mi pare che non sia cambiato nulla, nonostante recenti scomposizioni.
Che sia ora di lasciare spazio veramente a chi – in questa situazione così difficile – sembra avere voglia di darsi da fare?  
Senza tutori, padrini, ispiratori o amministratori di sostegno?  
E senza paracadute, per provare chi si è e che cosa si sa fare.

Attendiamo.

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