giovedì 14 giugno 2012

Il bilancio-mongolfiera



Interessante dibattito ieri sera in Consiglio Comunale in merito al conto consuntivo del 2011; a mio avviso, l’appuntamento più importante dell’anno amministrativo, perché basato sui risultati, veri, concreti e verificati e non, come il bilancio preventivo, sulle previsioni. Appuntamento malgrado ciò solitamente snobbato, perché i numeri  nudi danno meno visibilità e sono renitenti alla propaganda.
La qualità della discussione è stata davvero notevole (perfino l’Assessore Santo mi ha stupito, confessando di essere stato prevenuto nei miei confronti – suppongo negativamente – e invece mi ha risposto in modo cortese e dialogante:  non è mai troppo tardi per rispettarsi, anche se da posizioni spesso distanti);  la materia è ostica e richiede lo sforzo della riflessione; mi piacerebbe che il Presidente del Consiglio Comunale, ieri sera particolarmente arcigno e rigido, si rallegri lui pure del proficuo dibattito, che aveva tentato di azzerare con  una severa e restrittiva applicazione del regolamento: i Consiglieri che parlano a braccio – come nel mio caso – prima di prendere la parola hanno necessità di qualche momento di raccoglimento per impostare il proprio discorso; non siamo su una pista di atletica dove la partenza è segnalata da un colpo di sparo…  La fretta è cattiva consigliera.
Orbene, dal confronto è uscita la diversità di impostazione tra l’attuale maggioranza ed i princìpi cui Unione Italiana s’ispira, sulla scorta dell’esperienza amministrativa mia e di numerosi altri suoi aderenti.
Il Segretario del PD, Dott. Gilardoni, ha sottolineato che questo centro-sinistra, nel compilare il bilancio, per trasparenza e correttezza delinea tutte le esigenze dei cittadini: quindi elenca moltissimi progetti, anche se sa che, per le notorie difficoltà economico-finanziarie contingenti, ne potrà realizzare solo una parte. Di qui la normalità della forbice anche molto ampia tra il preventivo ed il consuntivo.
Concetto – questo – accattivante ed esposto abilmente, ma tuttavia non convincente ed ambiguo.
Infatti, unico dell’opposizione – come rilevato dallo stesso Dott. Gilardoni – ho riconosciuto senza tentennamenti che, in un momento di crisi come quello che viviamo e con le ristrettezze imposte dai Governi  ai Comuni solo a beneficio dei conti dello Stato, gli Enti Locali hanno ben poca libertà di manovra e si trovano nella spiacevole situazione di amministrare bisogni accresciuti con mezzi ormai insufficienti: è un dato di fatto che solo per inutile demagogia altri hanno voluto ignorare.
Posto questo fondamento indubitabile, nascono però le diversità di metodo: l’attuale maggioranza (transeunte com'è la vita), infatti, nel bilancio preventivo del 2011 ha infilato una pluralità di interventi ab origine irrealizzabili ed ha proposto l’assunzione di mutui per ben 6 milioni, di cui ne ha contratti soltanto per € 400.000 (sistemazione di strade): i mutui come dei tappabuchi. Questa differenza, unita ad altre grosse cifre cambiate a causa di provvedimenti governativi e dell’inizio dell’attuazione di un federalismo fiscale mal concepito e peggio attuato, ha fatto sì che il totale del previsto per entrata e spesa si sia rivelato superiore del 28% (ventotto per cento) rispetto all’effettivo del consuntivo; in particolare, delle 18 opere impegnative annunciate, solo 4 siano state realizzate (e nemmeno le più importanti).
Nel sottolineare questo differenziale (pari a circa 15 milioni su 53), ho criticato (mi pare fondatamente) l’allarmante superficialità previsionale, che ha dato luogo ad un bilancio preventivo gonfiato a dismisura come una gigantesca mongolfiera.
In verità, a mio modesto avviso (modesto perché non sono un economista dalla riverita firma),  nel preventivo si devono esporre solo i progetti di cui si abbia la ragionevole certezza di poterli realizzare, con l’indicazione puntuale e vera delle fonti di finanziamento; in altre parole, si deve prevedere solo ciò che si ritiene prudentemente di poter fare. Altrimenti, il bilancio preventivo si converte in un elenco di buone intenzioni, di sogni ad occhi aperti, in una fabbrica di illusioni.
L’attuale maggioranza, su questo versante, ha scelto di comportarsi così; con la scusa di dichiarare le esigenze dei cittadini e pur sapendo di essere in grado sì e no di provvedere alla mera amministrazione ordinaria, ha confezionato un bilancio di ambizioni e di idee (alcune delle quali sono anche condivisibili in teoria) ed ha deliberatamente confuso il suo programma elettorale  con le poste di bilancio di previsione (sia dell’anno, sia del triennio: basti vedere il piano triennale delle opere).
Insomma, il bilancio-mongolfiera per dimostrare, sulla carta, che i famosi dieci grandi progetti, tanto strombazzati in campagna elettorale e su cui il centro-sinistra ha costruito in buona parte il consenso,  sono vivi e vegeti: peccato che, dopo due anni e mezzo di governo, non ne sia stato realizzato nemmeno uno.
Questo, dunque, rimprovero ai Reggitori saronnesi: l’insistenza nell’illusione miracolistica di magnifiche sorti e progressive improbabili ed impossibili stante l’attuale difficilissima crisi in cui ci dibattiamo; e ciò non per trasparenza, come pudicamente si è cercato di sostenere, ma solo per fare altro fumo ed indurre a nuove aspettative irrealistiche; è propaganda pura (in ciò sono imbattibili!), nel tentativo di mantenere un consenso fortùito dovuto, come ben sa il centro-sinistra, più alle divisioni altrui che alla propria solidità.
Le previsioni sono difficili, è vero; ma non bisogna esagerare; sia onesta la maggioranza e si limiti ad un discorso semplice semplice:  cureremo attentamente l’ordinaria amministrazione, nel tentativo di continuare ad erogare i servizi cui i cittadini erano abituati; sarà già una cara grazia se ci riusciremo; le grandi idee, i grandi progetti li conserviamo nei nostri desideri, ma li dobbiamo rinviare a momenti migliori. Accontentiamoci anche di piccole cose (che, se sono tante, messe insieme sono già un successo).
Un atteggiamento simile sarebbe prova di lucidità e di umiltà; di più: sarebbe un vero esempio da imitare anche da parte dei cittadini saronnesi, adusi – come tutti gli Italiani e gli Europei – a vivere al di sopra delle reali possibilità da decenni: sarebbe buona politica, che anche noi apprezzeremmo.
Il conto consuntivo del 2011 serva a questa inversione di tendenza; i numeri, ahimé, parlano chiaro; dal bilancio-mongolfiera e dalle promesse da marinaio alla forza, al coraggio di non promettere troppo;  senza eccedere in tecnicismi ragionieristici o in rancorosi confronti con un passato, anche recente, in cui la disponibilità di risorse era incomparabile a quella attuale dovuta al una crisi profonda e lontana dalla conclusione.
Se la maggioranza si incamminasse su questa strada di aderenza alla realtà, non ci limiteremmo ad incoraggiarla; altrimenti, alla prova dei consuntivi, l’illusione non reggerà ed i Saronnesi, ancora più attenti nel momento della difficoltà, scopriranno che il Re è nudo, anche se ammantato di splendidi colori come un ciarliero pavone.
Forse per non dare troppo l'occhio l'Amministrazione non ha pubblicizzato per nulla il consuntivo, né sul SUO settimanale, cassa di risonanza di natura encomiastico-esornativa, dall'intenso profumo d'incenso, né sul SUO sito web in perenne restyling: meglio che i cittadini non sappiano e non disturbino il manovratore.
All'anno prossimo.

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