martedì 11 ottobre 2011

Ricami (52): travi, pagliuzze e le vergogne del Grande Fratello


In vista dell’imminente seduta del Consiglio Comunale, qualche accenno all’ultimo (con un po’ di rirardo): alle 23.30, il Presidente introduce un argomento di notevole rilevanza, il Piano Acustico; mi limito ad osservare che, anche per rispetto al Consulente lì presente ed in paziente attesa, sarebbe meglio trattare di questo punto la sera dopo, in prosecuzione di seduta già convocata, quando si è freschi e ben disposti. Non vengo ascoltato e me ne vado.
Qualche giorno dopo, vengo a sapere di caustiche dichiarazioni del Sig. Sindaco, il quale – con quel cipiglio ormai insopportabile con cui si mette sul piedestallo - mi ammonisce e mi intima di vergognarmi per essere arrivato in ritardo (alle 21.30) alla seduta e per essermi assentato prima del tempo senza avere dato spiegazioni sul Piano acustico; il solito linguaggio dell’inquisitore nato, di chi si sente l’Unto del Signore e parla di sé alla terza persona singolare, come Giulio Cesare, del moralista tartufesco.
Orbene:
1)    non rispondo al Sig. Sindaco di come svolgo il mio mandato di Consigliere Comunale; di questo rispondo esclusivamente ai miei elettori, da cui ho appunto ricevuto il mandato; se arrivo in ritardo, ci sono ragioni che lo giustificano (càpita magari di rientrare tardi da Milano per motivi di pubblico ufficio), ma non le devo comunicare a LUI; non siamo a scuola, dove l’alunno minorenne deve presentarsi con la giustificazione dei genitori… Chi crede di essere il Sig. Sindaco? Il Grande Fratello? I Consiglieri Comunali sanno benissimo quale sia il mio rispetto per l’istituzione consiliare, che frequento da ben sedici (16) anni… Come si permette il  Sig. Sindaco di dubitarne??
2)    Ribadisco che iniziare la discussione di un argomento di notevole importanza quasi a mezzanotte non è una cosa normale (questo ho detto, non ho usato la parola “vergogna”, che dedicherei, piuttosto, a cose più gravi rispetto all’ordine del giorno);
3)    sul Piano Acustico non ho nulla da rimproverarmi; la mia Amministrazione diede l’incarico al Consulente; i tempi furono rallentati per un motivo semplicissimo: che, nelle more, era stata approvata la nuova legge urbanistica regionale, impositrice del Piano di Governo del Territorio; ci parve ovvio includere anche il piano acustico nel lavoro – molto più ampio – del P.G.T. e allo stesso risultato era giunta l’odierna Amministrazione, che si è vista costretta a portare in Consiglio Comunale il Piano acustico solo perché è arrivata, lo scorso luglio, una precisa richiesta della Regione, che ha fissato il termine inderogabile del 30 settembre 2011 per l’adozione. A me pare che il Piano acustico meritasse una disamina più larga insieme al PGT, che è provvedimento di carattere generale; ma la Regione ha deciso diversamente, sicché ci si deve adeguare. Il Dott. Porro, quindi, è stato costretto ad essere “virtuoso”, poche chiacchiere… Magari anche per trovare un’altra giustificazione postuma al limite dei 30 km orari. Certo che come manipolatore dei fatti si sta rivelando una vera star; non sapendo come coprire  la completa inerzia della sua Amministrazione, si nasconde dietro presunte carenze dei suoi predecessori…  Dovrebbe essermi grato per essermene andato; se fossi rimasto in aula, gli avrei dimostrato in quattro e quattr’otto che le sue ingenerose accuse erano del tutto infondate; gli ho indirettamente risparmiato un’altra brutta figura; se ne accontenti… Anche perché, di pessime figure, la sua Amministrazione sta facendo una ricchissima collezione, ridotta addirittura a proporre emendamenti sulle delibere da essa stessa presentate al Consiglio ed a fare l’istruttoria delle pratiche durante il Consiglio Comunale; cose mai viste, segno di scollamento gravissimo tra questi “governanti politici” e gli Uffici Comunali e di inettitudine conclamata in campo amministrativo. È questo l’àmbito in cui la vergogna dovrebbe essere di casa. Evangelicamente, non guardi la pagliuzza nell’occhio altrui, il Sig. Sindaco-che-parla-di-sé-alla-terza-persona-singolare, ma presti attenzione al trave infisso negli occhioni della sua compagine amministrativa.
4)    Infine – ma qui la colpa non è dell’obamico Sindaco sempre più compiaciuto di sé, bensì di un articolista poco informato – quando sono uscito dall’aula ho dichiarato di non partecipare ad una certa votazione per fatto personale: infatti, il provvedimento riguardava persone che mi erano note per ragioni professionali, sicché – benché non obbligatovi - ho ritenuto opportuno non votare. L’articolista, con una sciatta annotazione, ha riferito invece che la mia mancata partecipazione al voto derivasse da generici “motivi personali”, quasi volessi fuggire perché assonnato, mentre poi mi sono soffermato a parlare con alcune persone per tre quarti d’ora; verissimo questo, ma assolutamente indipendente da ragioni di opportunità (non divieti di legge) che mi avevano indotto ad autoescludermi da una votazione.
Se chi si dà alla stampa ascoltasse di più, capisse di più e spettegolasse di meno, ne trarrebbe grande beneficio l’informazione.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.