mercoledì 8 aprile 2015

Lavori in Via Carso: 9.700 euro + IVA. Per che cosa?

Con nota datata 31 marzo, ma inviatami il 2 aprile (ossia due giorni dopo la scadenza del termine perentorio previsto dal Regolamento del Consiglio Comunale), l’Amministrazione, a firma del Vice Sindaco Dott.ssa Valeria Valioni ha risposto obtortissimo collo alla mia interrogazione a risposta scritta del 1° marzo u.s. (https://www.facebook.com/pierluigi.gilli/posts/10204730582157383:0), in cui chiedevo conto dei lavori allora in coso di radicale modificazione dell’intersezione tra Via Carso e Via Varese.
L’eliminazione della situazione preesistente era stata fortemente criticata da residenti e non, i quali lamentavano che, con il restringimento della careggiata, si rendeva pressoché impossibile la svolta a destra e si cagionavano irresolubili incolonnamenti nella stessa Via Carso, soprattutto nei momenti topici dell’ingresso e dell’uscita degli studenti e personale dai tre Istituti Superiori collocati nei dipressi, con quell’unico sbocco stradale.
Le proteste, piuttosto vivaci per l’incomprensibilità dell’intervento, costrinsero la Giunta a fare repentinamente marcia indietro, resasi conto dell’irrazionalità del maximarciapiede fortemente voluto dall’inossidabile velocipedista Assessore Barin e dal suo consulente tecnico Arch. Dondé da Cormano (MI).
Con pietose bugie e contraddizioni palesie, la Giunta – travolta dall’impopolarità – ha deciso politicamente (opinione del Barin) di ritornare come prima, smontando ciò che era già stato fatto e motivando il ritorno alle origini con la balzana giustificazione che si trattava di un “esperimento” (cfr. http://ilsaronno.it/2015/03/10/via-carso-tutto-da-rifare-la-giunta-smonta-il-maximarciapiede/).
Il ripristino, a tutt’oggi, non è ancora terminato, né si è tracciato il tanto magnificato nuovo passaggio pedonale; c’è ancora un cantiere, mentre la segnaletica orizzontale, disegnata alla bell’e meglio su un manto stradale approssimativo, ha dei tratti umoristici: la rifatta parola “STOP” si sovrappone non esattamente a quella precedente, dando un risultato da disturbo visivo: si vede doppio…
La risposta, che riproduco nel testo integrale, trasuda imbarazzo ed arrampicamenti sui vetri: si parla di “quadro di progettazione più ampio”, di presa d’atto che “il flusso di percorrenza pedonale – dovuto alla presenza degli istituti scolastici – risulta essere diretto per la maggior parte verso la stessa Via Carso e non verso di Via Varese”, sicché “si è deciso di riesaminare la soluzione progettuale iniziale”.
La scoperta dell’acqua calda, come se la situazione di Via Carso e la presenza di ben tre istituti superiori fosse ignota agl’ìncliti Amministratori e ci fosse bisogno di un consulente esterno (“da Cormano”, precisa la risposta) che, evidentemente, ignora Saronno o si affida solo all’estro della progettazione a tavolino.
Con il bel risultato economico che questo “esperimento” è costato ai Saronnesi ben euro 9.700,00 oltre IVA: PER FARE NIENTE o, meglio, per giocare al Lego e, dopo le proteste legittime dei cittadini, ritornare a com’era prima.
Suppongo che l’IVA sia all’aliquota del 10% e non del 22%; quindi euro 9.700 + euro 970 = euro 10.670,00 letteralmente buttati via; cui aggiungere, per quota parte, la parcella del progettista di Cormano.
Complimenti vivissimi alla Giunta, che piange miseria ad ogni piè sospinto ed applica le aliquote massime ai tributi comunali, ma – quando si tratta di sprechi – si distingue in quantità, qualità e fantasia.

Non oso fare i conti sullo spreco di risorse per la magnifica pista ciclabile di Via Varese, specie per il tratto in cui sostituisce il marciapiede e passa dove insistono le aperture di negozi e condominii e i pedoni (“utenza debole”) rischiano di essere travolti dai velocipedi, nonché per i vezzosi similmattoncini di un bel giallo paglierino che daranno una nota di colore ai nostri grigi inverni: e dire che, per far capire ai riluttanti concittadini il senso e l’uso della nuova circolazione, l’Assessore Barin ha dovuto stilare (mai successo prima!) un preziosissimo ed illustrato manuale d’uso: una chicca letteraria, da segnalare al premio Strega.



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