venerdì 30 ottobre 2009

Al quinto piano della Casa di Santa Marta


Ho conosciuto oggi il Cardinal Bernard Agré, Arcivescovo emerito di Abidjian (Costa d’Avorio), che ha introdotto i lavori di un’interessante conferenza-dibattito sull’enciclica “Caritas in veritate” di Benedetto XVI presso l’Università degli Studi Ecampus.

In un francese aureo e con una simpatia contagiosa, il presule ha trattato magistralmente il corposo testo papale, ma non ha mancato di tenere viva l’attenzione degli astanti con gustosi aneddoti: una coincidenza fortùita ha collegato il Cardinale al quinto piano della Casa di Santa Marta, l’edificio a ridosso delle mura leonine, prospettante su Via di Porta Cavalleggeri, dove i partecipanti all’elezione del Papa hanno trovato decoroso alloggio in occasione dell’ultimo Conclave.
Ricordava Mons. Agré di essere finito per sorteggio all’ultimo piano, insieme ai Cardinali elettori Ratzinger (Prefetto della Sacra Congregazione per la Dottrina della fede), George (Arcivescovo di Chicago), Schönborn (Arcivescovo di Vienna) - tre continenti in pochi metri quadrati - e raccontava del clima di amicizia e di scherzosa bonomia creatosi tra di loro; anche il Prefetto Ratzinger, apparentemente così serioso, si univa a questa atmosfera, tra i tanti “papabili”; un “compagno di provvisoria prigionia” che di lì a poco sarebbe salito sul soglio di Pietro e al quale il Cardinal Agré aveva inviato, tanti anni prima, il primo sacerdote da lui ordinato per imparare dal vivo la teologia dal grand professeur sapiente pastore dell’Arcidiocesi di Monaco di Baviera.
E proprio in questo mese d’ottobre, rientrato in Vaticano per il Sinodo della Chiesa d’Africa, il Cardinal Agré, nuovamente ospitato nella Casa di Santa Marta – senza le restrizioni del Conclave – si è visto assegnare, casualmente e per un’altra volta, una stanza al quinto piano, dove aveva vissuto l’esperienza da conclavista, senza perdere il buon umore insieme ai suoi “amici del piano”, tra cui l’imminente Pontefice.
Con la semplicità dei dòtti e dei saggi, nella sua prolusione, il Cardinal Agré ha concluso coniugando la caritas, l’amore fraterno e vicendevole di quei giorni, con la veritas, che li ha accompagnati nelle insidie dell’elezione del successore di Pietro: unione formidabile di consonanza tra persone della più varia provenienza e di fedeltà alla verità assoluta, in cui la caritas si è dimostrata la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e dell'umanità intera, come Benedetto XVI insegna nelle prime righe della sua ultima enciclica.

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