martedì 5 luglio 2011

Lo sfregio al "Ponte della Vittoria"

Nella mia breve postfazione al pregevole  volumetto “Il Ponte della Vittoria”, dell’Architetto Alessandro Merlotti, 2008, edito a cura del Circolo Culturale “Il Tramway” in occasione del XC anniversario della fine della Prima Guerra Mondiale, dopo aver chiosato, in una nota, che il Comune, in collaborazione con il circolo, aveva pure coniato una medaglia celebrativa in bronzo ed argento, in coincidenza con il completo restauro delle ringhiere in metallo del ponte e del sottopassaggio, sotto la vigilanza della Sovrintendenza ai Beni Culturali della Lombardia e che il ponte scavalca il sottopasso di Via Primo Maggio e mette in collegamento Viale Rimembranze con Via General Cantore, realizzato nel 1932, nell’ambito del progetto di riorganizzazione urbanistica e viabilistica della ferrovia e del Viale del Santuario, scrivevo:
"Nato per avventura in Corso Italia, sin da bambino ho appreso dai miei il nome del bel ponte che attraversa il noto sottopassaggio: ponte della Vittoria, a memoria di Vittorio Veneto, battaglia conclusiva della Prima Grande Guerra , che il 4 novembre 1918 vide l’Italia vincitrice e compiuta nella sua unità.
Temo di essere stato uno dei pochi a conoscere questa denominazione, che non ha  resistito al decorso degli anni, come  - purtroppo -  l’originaria forma del ponte stesso,  malaccortamente ampliato negli scorsi anni ’80. Tanto ignoto il nome che quando, si decise di restaurane le pregiate strutture in ferro, raccolsi sguardi stupiti di chi  mi sentiva, appunto parlare del “ponte della  Vittoria”; “chi è costui?”, per parafrasare il Carneade del Manzoni.
Oggi il ponte, recuperato da una fine opera di restauro delle balaustrate - che nel loro piccolo rappresentano un esempio di grande perizia dei fabbri di allora -, si appresta ad un altro intervento, che con idonea pavimentazione -lo renderà ancor più fruibile ed esteticamente gradevole.
A completamento, come per le altre opere pubbliche significative, due formelle di bronzo, con lo stemma della città e la denominazione, saranno apposte nell’occasione del XC Anniversario della Vittoria, che ricorre proprio quest’anno.
Si riapre, così, il corso della nostra storia piccola anche per il ponte della Vittoria, che – mi auguro – nella sua forma solenne, tornerà a far parte della nomenclatura popolare, senza più essere ….un Carneade qualsiasi".
Oggi apprendo con orrore che una colata di cemento ha sommerso per almeno 20 cm. le strutture della balaustrata in ferro e ghisa, restaurate appena quattro anni fa, con una spesa molto ingente, secondo le indicazioni della Soprintendenza e dopo aver faticato anni per reperire un fabbro artigiano capace di riprodurre l'originale, pregiata ferrata.
Non riesco nemmeno ad immaginare chi possa aver consentito uno SCEMPIO simile, anche per mera omissione di vigilanza sui lavori in corso: non si sanno più nemmeno misurare le quote?? Il progetto originario delle opere suddette, che noi approvammo e che gli attuali Reggitori hanno ovviamente voluto stravolgere, non prevedeva una consimile barbarie! 
E dire che qualche giorno fa il Sig. Sindaco, magna pompa et more solito, era intervenuto in loco per inaugurare due targhe con il nome "Ponte della Vittoria", volute dal Circolo del Tramway (a proposito, che fine avranno fatto le due formelle tonde di bronzo con lo stemma del Comune, l'anno MMVIII e l'indicazione "Ponte della Vittoria", nel 2008 collocate nel mezzo del ponte al termine del restauro dei parapetti??):
Un esempio clamoroso e sconcertante di superficialità e di spreco di risorse pubbliche, spese solo 4 anni fa per un rigoroso e filologico lavoro di restauro e di recupero.
Intollerabile!
Attendiamo svelte e concrete azioni di ripristino; altrimenti, al di là della beffa, non resterà che ricostruire l'accaduto e le responsabilità, a costo di ricorrere alla Corte dei Conti e alla Soprintendenza ai Beni Culturali della Regione Lombardia.

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