martedì 12 luglio 2011

Sceriffi sdentati che belano e non ruggiscono


Il problema dei 30 km all’ora non sta nelle “multe”, almeno attualmente, poiché – a dire il vero – sembra che poche contravvenzioni siano state effettivamente contestate; il che di per sé non è confortante, perché dimostra incoerenza da parte dell’Amministrazione, che riconosce in tal modo o di non essere in grado di far rispettare coattivamente i propri provvedimenti o (il che sarebbe peggio) di non volerli fare rispettare sul serio, per non sollevare proteste incontenibili e pericolose (tutta una finta, insomma!).
Se l’Amministrazione decidesse di pigiare sull’acceleratore dei controlli e delle multe, i 30 all’ora potrebbero sì diventare una bella fonte di incasso, una tassa surrettizia sulle spalle dei cittadini.
Finora, come appena detto, così non è e suppongo che non lo diventerà mai, per non sfidare l’ira dell’opinione pubblica, già abbastanza esasperata da provvedimenti astrusi e non condivisi, ma imposti in modo velleitario.
È veramente ridicolo, quindi - per i canoni della logica - che si paragoni il divieto generale di superare i 30 km/h con l'installazione della rilevazione automatica degl'ingressi illegittimi nella ZTL del centro, introdotta a fine 2008 dopo adeguato e prolungato periodo di avviso e preparazione con risultati – all’inizio – davvero “stanganti” (dimostrazione che l’illegittimo ingresso nella Z.T.L. era un fenomeno di massa e di inciviltà, soprattutto di non Saronnesi), come si legge in acrimoniose e confuse dichiarazioni di una formazione appartenente alla maggioranza.
Sono due cose assolutamente diverse e disomogenee, che non c'entrano per niente l'una con l'altra; proprio anche nel metodo di rilevazione delle infrazioni: per la ZTL è TOTALE, AUTOMATICO E CONTINUATIVO (ed è servito a stroncare le intollerabili violazioni, soprattutto da non Saronnesi); per le zone a 30 (praticamente tutto il territorio cittadino) è MINIMAMENTE PARZIALE, EVENTUALE e SPORADICO: il livello di serietà è di gran lunga differente, anche nella coerenza.
Il paragone, dunque, è solo malizioso e depistante, come mettere insieme capra e cavoli: la platea dei controllati, in un caso, è totale; nell'altro solo occasionale e limitata. La logica cozza inesorabilmente con gli svarioni autogiustificativi. 
Non è nemmeno vero che l'opposizione si sia limitata a dire di no ai 30 km all’ora: nella Commissione Territorio il PdL (cui si è aggiunta U.I. con alcune varianti aggiuntive) ha addirittura presentato un piano alternativo per le zone 30, accompagnato da una precisa e dettagliata mappa della città con l'individuazione delle zone sensibili, in cui i 30 all'ora (per la sicurezza) sono indubbiamente utili.
Ovviamente, da parte chi puòte, tale proposta nemmeno è stata presa in considerazione (anzi, a quanto pare, è stata fastidiosamente dimenticata).
Per la ZTL,dunque,  il controllo è AUTOMATICO tramite telecamere fisse che elaborano addirittura il verbale, 24 ore su 24. Il controllo dei 30 all'ora è un'altra cosa, oggettivamente un'altra cosa, minima ed ininfluente, il belato di un agnellino piuttosto che il ruggito del duro leone-sceriffo: inutile ed irritante, valida soltanto come salvacoscienza di sdentati amanti del divieto.
Il 12 febbraio 2011, scrivevo: "Il problema dell’inquinamento, però, resta; non possiamo dipendere solo dalle evoluzioni atmosferiche; occorrono provvedimenti strutturali e generali, che coinvolgano tutte le Amministrazionicompetenti, a partire dalla Regione, alle Province, sino ai Comuni. Provvedimenti omogenei e coerenti, legati tra di loro; non inutili iniziative locali di mero effetto propagandistico, come nella nostra città" e sollecitavo un serio coordinamento con gli enti territoriali superiori (http://pierluigigilli.blogspot.com/2011/02/buona-notizia-il-pm-10-e-in-discesa-in.html), auspicando che ci si ragionasse insieme (http://pierluigigilli.blogspot.com/2011/02/ragioniamoci-sopra-tutti-insieme.html). D'altra parte, da che mondo è mondo, incombe anzitutto su chi governa risolvere i problemi: in modo serio e territoriale, non nei 10,5 kmq di Saronno.
Visti gli inesistenti riflussi benefici sull’inquinamento (che persiste sorprendentemente addirittura in estate) ed il tentativo di coprire con il demagogico manto della sicurezza un divieto dapprima spacciato con ben altra motivazione, non si stupisca  e non si lagni la maggioranza se i cittadini e le forze di opposizione ritornino con insistenza sui 30 all’ora: i toni, da parte di alcuni, saranno anche pittoreschi, ma la realtà sottesa rimane sempre la stessa; alla faccia dei depistaggi strumentali e dei paragoni con il costo della benzina ed ipotetici aumenti dell’IVA, la cui iniziativa non appartiene per certo né a comitati spontanei saronnesi, né alla formazione politica di cui faccio parte.
Con l’abuso, nemmeno tanto abile, della parola, sembra che si vogliano reintrodurre le viete convergenze parallele, geometricamente impossibili: nella variante delle divergenze parallele, però, che mettono insieme acqua ed olio; quest’ultimo, comunque, viene sempre a galla, come la verità.

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