domenica 17 ottobre 2010

Cerimoniale “democratico” e “cimici” convertite

La “cimice” (cimex lectularius), com’è noto, non è soltanto un fastidioso insetto “di pessimo odore, di colore fosco, che si annida nei letti, nel legname e ne’ buchi delle pareti” (così il Dizionario Etimologico di Ottorino Panigiani, 1907).

Durante il ventennio, veniva umoristicamente definito “cimice” il distintivo del partito allora unico. Il termine si è attestato, con significato dispregiativo, nell’uso della lingua viva, sicché ancor oggi è usato per descrivere sarcasticamente un segno distintivo, una rosetta (massime se portato all’occhiello) non gradita; vi è pure la “cimice” microspia, per definire un microapparecchio per intercettazioni ambientali.

Quando, nel 2000, introdussi un semplice distintivo raffigurante lo stemma del Comune di Saronno – consuetudine già presente da tempo immemorabile in gran parte dei Comuni italiani -, indossata dagli appartenenti all’Amministrazione e donata per cortesia a cittadini benemeriti, ad ospiti e, dal 2003, ufficialmente agli insigniti della Civica Benemerenza della “Ciocchina”, si alzarono grandi lai di disapprovazione e di scandalo da parte dell’allora opposizione di sinistra, che sulla propria stampa in piazza si esibì in acutissime e severe analisi tese a dimostrare la ridicolaggine podestarile di questo modesto segno della nostra comunità, immediatamente ribattezzato “cimice”, con sarcastica associazione al distintivo fascista.
L’acqua scorre lutulenta anche nel torrente Lura ed ecco che, anni dopo, con un’operazione di alta alchimìa transgenico-politica, la disprezzata “cimice”, una volta conquistato il Comune, miracolosamente diventa il venerabile simbolo della nostra città ed il neo-Sindaco si inventa uno stravagante cerimoniale per consegnare solennemente e con gesti scenografici il convertito distintivo ai Consiglieri Comunali ed agli Assessori nel corso di un’improbabile occasione, per certo non protocollare, all’inizio di un’ordinaria seduta del Consiglio.

Ovviamente, cambiata la mano appuntatrice del distintivo, l’odiata cimice si tramuta in epifanìa della restaurata democrazia ed i destinatari di esso la collocano grati, compunti e seriosi sul bavero della giacca.

Un “miracolo” progressista e solidale, che ricorda la taumaturgica imposizione delle mani agli scrofolosi da parte degli appena incoronati e consacrati Re di Francia a Reims. Ma anche Re Mida dal tocco d’oro impallidirebbe di fronte a cotanta trasformazione: la stessa “cimice” rievocativa del P.N.F. è oggi, per il nuovo cerimoniale del Comune di Saronno “riformato” secondo il rito obamico, il distintivo democratico di una comunità salvata, accogliente, partecipativa e solidale, miticamente progressista.

Un motivo di più per capire l’attualità della biblica confusione delle lingue (Genesi, 11, 1-9): Babele è ancora tra di noi, con la seduzione dell’uso spregiudicato e strumentale della parola.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.