giovedì 21 ottobre 2010

Professori e alunni


L’amico Nicola Gilardoni, con il passar degli anni, non cambia mai: forse perché ha iniziato la sua carriera politica in un partito elitario e propenso a dare lezioni, il PRI (di cui peraltro rimpiango la tradizione di serietà), fa in fretta a salire in cattedra e a dispensare voti; voti di profitto, come a scuola, non voti elettorali, di cui – come ben sa – è solo provvisorio e precario beneficiario più per le divisioni altrui, che per la solidità delle proposte della sua coalizione (cfr. “La Prealpina” del 21 ottobre 2010, pag. 15).
Prendo atto che le mie Amministrazioni meriterebbero, a Suo dire, un cinque, cioè l’insufficienza; facciamo conto che sia vero (come non credo proprio lo sia) e valutiamo invece la votazione di 6- che si meriterebbe l’attuale governo cittadino.
Si tratta di una contraddizione da strabismo ideologico; infatti, nei primi sei mesi, questa soi disante nuova ed innovatrice Giunta si è distinta per un evidente immobilismo nella pratica e per un rutilante movimentismo nelle parole, di cui abbonda. Non si è ancora visto un progetto originale, ma soltanto l’inizio o la prosecuzione di progetti risalenti alle mie Amministrazioni, con qualche astuta inaugurazione in pompa magna per far credere di esserne gli autori. La sbandierata messa in sicurezza delle strade è, in realtà, una banale attività di manutenzione, di dubbia efficacia, che ogni Amministrazione ha sempre fatto; a questa si può aggiungere l’insistente e deviante richiamo a Palazzo Visconti, di cui non si sa che fare e con quali soldi, per distrarre l’opinione pubblica con abili manovre di propaganda ribattezzata partecipazione.
Se, quindi, un’Amministrazione consimile, che vive di eredità altrui e di segnali di fumo, si guadagna un 6-, come minimo, per logica, anche quelle precedenti si dovrebbero meritare la stessa votazione, per coerenza intellettuale.
A noi, senza false modestie, sembra invece che i risultati – senz’altro perfettibili, perché la perfezione non è di questo mondo – del decennio 1999-2009 siano quantomeno discreti; dubitiamo che la coalizione di cui il PD è l’anima preponderante sia invece in grado di arrivare presto ad un 7,5 – come preconizza il suo Segretario -; sicuramente non lo potrà fare con annunci infondati, come quello di voler riscattare il bilancio dalla sudditanza agli oneri di urbanizzazione: questo risultato, de facto, è stato già raggiunto, posto che la crisi generale e dell’edilizia in particolare ha ridotto ai minimi termini i proventi dall’edificazione, che è ferma, con la conseguenza che mancano i fondi anche per settori vitali del Comune.
Significativamente, al di là degli annunci di principio, questa Amministrazione non è stata in grado di dare una sterzata a sua immagine e somiglianza al bilancio, di cui non ha proposto alcuna importante variazione.

In questi frangenti, che da persone responsabili riconosciamo difficili per tutto il sistema Italia, eviteremmo pagelline improvvisate e di parte, che alimentano solo inutili quérelle in politichese, e ci applicheremmo di più all’amministrazione quotidiana, senza tanti sogni e con sano realismo.

Altrimenti, si sale in cattedra da Professori e si ritorna presto tra i banchi, da alunni.

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