lunedì 28 novembre 2011

Il paggio imperiale


L’Unione Europea è diventata una bi-monarchia imperiale franco-germanica, retta dai due co-Principi Nicolas I e Angela I: come due Consoli Imperiali, i Due annunciano riforme dell’ordinamento comunitario, per renderlo ancora più autorevole e rigido, munito di sanzioni vere nei confronti dei renitenti.
Il Cònsole Imperiale gallo ha prontamente richiamato l’Italia a fare i suoi còmpiti; la Consolessa Imperiale germanica si è detta impressionata dalle misure che l’Italia si accingerebbe ad adottare (ma le conosce solo Lei, gli Italiani non ancora).
La famigerata Agenzia Internazionale Moody's avverte che le possibilità di multipli defaults di Paesi europei non sono più insignificanti e che sono aggravati dall’incertezza politica in Italia e Grecia.
Il Fondo Monetario Internazionale (FMI), orfano di Strauss-Kahn per oscure mene e vicende, smentisce che vi siano contatti con l’Italia per fornirle aiuti.
 Intanto, il Salvatore della Patria, così generosamente definito con toni encomiastici dalla stampa supina e dal Partito Democratico, presiede Consigli dei Ministri che si occupano di Isole Cook, San Marino e vegetali sui natanti.
Sul resto – cura da cavallo con lacrime e sanguetace, come tacciono rigorosamente i sobri Ministri Professori, Rettori, Prefetti, Ambasciatori, Ammiragli.
Si avvicina Natale e gli Italiani si attendono un grazioso cadeau dal superno Governo tecnico, crème de la crème: un mucchio di soldi da pagare, sacrifici pesanti che, però, anche a sinistra si definiscono anticipatamente come equi e necessari, per un'austerità coatta.
Recatosi dai due Consoli Imperiali con il cappello in mano, il Professore-Senatore-a-vita è stato trattato da paggetto di Corte e si è impegnato a promuovere enormi sacrifici, mediante l’imposizione di nuove tasse: certo, le tasse bocconiane, tecniche, sono bellissime, come sosteneva la venerata ed indimenticabile memoria di Padoa Schioppa; ma ci voleva un governo di esperti per inventare nuovi tributi? Non bastava uno Scilipoti qualunque? O un anonimo Rag. Fantozzi?
La verità è che i coautori del disastro del debito pubblico ci sottoporranno a sacrifici pesantissimi, che gli Italiani sarebbero anche disposti a fare, purché si sappia per qual nobile scopo; se si tratta di ripulire il nostro debito pubblico depauperandoci senza fine, la conseguenza è che il nostro intero sistema ne risentirà e, con la complicità non troppo occulta dei mercati e dei finanzieri le nostre aziende saranno comprate da stranieri a prezzi stracciati (francesi e tedeschi in prima fila), relegandoci in una posizione definitivamente ancillare rispetto ad altri e privi di sovranità economica (e, quindi, politica).
Il paggetto, con sobrietà e con l’appoggio di un Parlamento atonico e litigioso, sta per tartassarci e consegnarci al nuovo Impero Franco-Germanico: i cui Cònsoli, tuttavia, sono a loro volta precari (vedremo in primavera se Nicolas I sarà rieletto Presidente!) e stanno giocando un ruolo che non compete loro, con tutte le debolezze dei loro superbi Paesi.
Mala tempora currunt, la fine del tunnel è molto lontana; la crisi provocata dalla finanza sta mettendo a terra anche l’economia reale (i cui fondamentali sono buoni, come si continua a ripetere); ma – d’altra parte – anche al di là dell’oceano si pensa a ricevere l’albero di Natale alla Casa Bianca, notizia di cui le televisioni hanno riempito il mondo; un altro sogno obamico.  
Il resto (spread incluso) è inutile. 

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