lunedì 13 luglio 2009

I nostri Frati

Ieri sera, durante la S. Messa nel Santuario del Beato P. Luigi Maria Monti, ho avuto un momento di vero imbarazzo quando il celebrante, p. Aldo, a conclusione delle invocazioni dei fedeli, mi ha rivolto parole di elogio e di ringraziamento. Mi è venuto in mente Giovanni Paolo I, Papa Luciani, che all’atto della sua presentazione alla folla festante dalla loggia della Basilica di San Pietro, confessò di essere diventato “tutto rosso” quando s’era reso conto di essere stato eletto alla Cattedra del Principe degli Apostoli; sono diventato “tutto rosso” anch’io, nel mio piccolo.
Voglio pensare che p. Aldo, rivolgendosi a me, abbia voluto ringraziare non tanto la mia persona, quanto i Saronnesi che, con me, hanno vissuto gli ultimi dieci anni di grande importanza per la Congregazione montiana: il primo centenario del trapasso di p. Monti, la sua beatificazione a Roma, la consacrazione del Santuario a lui intitolato, la traslazione dei resti del S.d.D. Bonifacio Pavletić, le feste del Beato, il concorso delle Vie dei Presepi, la mobilitazione per le vittime dello tsunami nel Kerala (India), la creazione della casa montiana a Lourdes e tanti altri eventi.
Il tutto senza scordare la normale attività dei nostri Frati nell’insegnamento, nell’assistenza sanitaria, nell’attività tipografico-editoriale, nella vita spirituale.
Che dire? I Saronnesi devono molto a questi nostri discreti Confratelli, che continuano a seminare sull’esempio del loro Fondatore: ne è conseguenza il nostro attaccamento a loro, che giunge all’affetto ed alla risposta generosa quando c’è bisogno di aiutare le loro diversificate azioni in tutto il mondo.
Per quanto mi riguarda, non ho fatto che applicare questa consolidata relazione tra la città ed i suoi Frati, dandovi significato concreto a nome di tutti i Concittadini.
In più, ho motivo di ringraziare io, con la mia famiglia, la Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione per la vicinanza, davvero straordinaria, che ho percepito e provato lo scorso anno a Roma, durante il difficile e lungo periodo di ricovero all’Ospedale Bambino Gesù del mio ultimo figlio per un grande intervento al cuore: p. Aleandro era sempre con noi, soprattutto nei momenti più drammatici; ci ha fatto sentire a casa, anche se lontani, ci ha sostenuto con la sua serenità e la sua calma; come i numerosi amici di p. Monti (e tanti altri, in verità) che, uniti nel misterioso legame della preghiera, hanno steso un velo protettivo e di speranza. Le cure all’I.D.I. a Roma e poi a Saronno hanno contribuito al risanamento; ma la simpatia, l’affetto e l’amicizia sono state e sono il balsamo più importante. Grazie!
In mezzo a tante brutte notizie, una buona novella fa scalpore; mio dovere – finalmente – darla in modo pubblico (quanno ce vo’, ce vo’ – dicono a Roma), in segno di profonda stima e di vera gratitudine.

“L’albero si riconosce dai frutti: qui invenit amicos, invenit thesaurum”

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