sabato 23 gennaio 2010

Echi dalla stampa

Istruttiva lettura della stampa odierna, caratterizzata dal fiorire di vecchie e nuove testate in connessione con le prossime elezioni amministrative.
Tre riflessioni piccole piccole:
1) sorpresa, nel centro-destra “ufficiale” non fanno che occuparsi di Unione Italiana, di me e della candidata a Sindaco dello scorso anno; in modo ruvido e indispettito. Magari si occupassero di programmi, seri e concreti… Segno di debolezza e di nervosismo; buon pro a loro.

2) Un noto commentatore, come sempre sicuro di sé, incorre in qualche errorino e in disinvolte dimenticanze selettive: secondo lui, io - Sindaco uscente – avrei appoggiato con tutte le mie forze e grande impegno l’allora candidata; magari! La verità è un’altra, come ben sanno i lettori di questo mio blog; io fui estraniato completamente dal PDL dalla scorsa campagna elettorale, mi restò solo lo sfogo del mio blog; avrei gettato infinite badilate di fango su chi, politicamente, mi ha mantenuto (sic) al potere per dieci anni: intanto, non mi ha mantenuto nessuno, semmai ho avuto il consenso degli elettori, che nel 2004 mi hanno gratificato con un sonoro 10% di voti a me, ad personam, non ai partiti della coalizione, senza i quali FI-AN-USC si sarebbero fermati al 40% mentre io ottenni più del 50% vincendo al primo turno; in secondo luogo, mi domando come definire il tentativo di sfiduciarmi mendicando le firme dei Consiglieri di minoranza (maggio 2008) da parte di chi oggi è candidato a Sindaco del centro-destra “ufficiale”, con il concorso attivissimo del noto commentatore; quello non fu una badilata di fango, nevvero? Fu un nobile gesto, ammirevole ed esemplare, per cui si ricevono oggi premi, cotillons e patenti di affidabile lealtà; perdere il rispetto di sé stessi è grave, ma il pulpito da cui viene l’odierna predica è davvero inadatto, posto che, dallo stesso pulpito, non più tardi di otto mesi fa, si invocava rabbiosamente di votare al ballottaggio per il candidato del centrosinistra e ci si vantava di avere contribuito in modo determinante alla sua elezione e al tentativo di evitare lo scioglimento del Consiglio Comunale. L’anno paolino è terminato, ma continua a dispiegare i suoi effetti: la conversione, in questo caso a 180 gradi; è proprio ora di andare a lavorare, come non ho mai smesso di fare nella mia vita.

3) Su un giornale molto ben fatto e di eleganza grafica, legittimamente critico verso le mie scelte politiche, una sola nota stonata ha attirato la mia attenzione; taluno – che è esperto navigatore parapolitico da decenni, avendo ricoperto con molta discrezione e da sopravvissuto importanti incarichi nei Consigli d’Amministrazione delle società del gruppo Ferrovie Nord per cooptazione politica risalente alla fine degli anni ‘80 ed oggi dà lezioni di novità verginale – parla di rumors nei miei confronti ed allude suggestivamente a penalizzazioni economiche subite dalla città per effetto di mie decisioni e ad alcuni altri provvedimenti che io avrei voluto “secretati”. Si parlerà altrove di questi rumors e di queste allusioni. Per ora, mi basta osservare che: a) non esistono, né possono esistere provvedimenti secretati nell’amministrazione pubblica (salvo che nella fase istruttoria e preparatoria, come una gara d’appalto eseguita esclusivamente dai funzionari, o per motivi di sicurezza ed ordine pubblico: terminata questa fase, diventano ovviamente pubblici); b) i provvedimenti assumono necessariamente la forma di atti scritti ad substantiam e chiunque può avervi accesso, altrimenti non esistono e non possono produrre alcun effetto; se chi aspira a diventare amministratore non conosce questa elementare realtà giuridica, c’è da preoccuparsi (tra l’altro, pare che ignori anche come la stragrande maggioranza dei provvedimenti appartiene alla competenza della Giunta, non del solo Sindaco; chi siedeva con me nella Giunta?); c) quanto alle penalizzazioni cui si fa cenno ambiguamente, credo di avere compreso a che cosa si riferisca, tanto che ne ho già pubblicamente parlato, interloquendo – tra l’altro – con il Dott. Luciano Porro; tuttavia… c’è una novità, che taluno evidentemente ignora: il Tribunale fallimentare di Milano ha respinto la domanda di insinuazione al passivo presentata dal Comune di Saronno, per un motivo semplicissimo: che possono essere richiesti al debitore (in questo caso un fallimento) solo i crediti certi, liquidi ed esigibili al momento della dichiarazione di fallimento e antecedenti: i crediti del Comune di Saronno non erano tali, non erano scaduti, non erano esigibili.

Basta così; mi auguro sinceramente che si possa incominciare a trattare, in un clima di rispettoso confronto, delle soluzioni dei problemi della città; il resto non m’interessa.

Due giorni fa ho aderito con entusiasmo all’invito del Dott. Luciano Porro ad uno sforzo comune in tal senso; speriamo che non sia un’utopia.

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