giovedì 14 gennaio 2010

Il "nuovo"


Chiacchierando amabilmente con alcuni conoscenti, mi si è posto il problema se considerare vecchio o nuovo l’impegno politico che ho ritenuto di assumere nell’imminente competizione elettorale cittadina.
Non si tratta, certamente, di un fattore anagrafico; ho un’età di mezzo e ricordo esempi di grandi vecchi (a cui ovviamente non posso paragonarmi, nemmeno in piccolo) che in età avanzatissima hanno dato il meglio di sé: chi non ricorda il Presidente Pertini?
Si tratta, invece, di un fattore politico: da anni, infatti, mi suggeriscono alcuni, ho riempito la cronaca amministrativa cittadina, sicché la mia candidatura non riveste logicamente il profumo primaverile del nuovo.
Verissimo. Ne sono talmente conscio che, nel presentare su questo blog le mia candidatura, ho scelto l’autoironico titolo “a riéccolo”.
Battute a parte – che spero siano percepite nel loro valore sdrammatizzante e terra terra -, sono tuttavia convinto che questa mia riesumazione, al di là del consenso elettorale che otterrà, abbia in sé dei motivi sia di novità, sia di continuità.
La novità sta, a mio modo di vedere, nello spiccato senso locale e saronnese che attribuisco alla candidatura; memore della non ricambiata fiducia nella forza di progetti politici legati ad appartenenze nazionali e della fatica di separare l’interesse locale da equilibri partitici rispondenti ad altri livelli, ho maturato la convinzione che, in un momento di grave difficoltà come l’attuale, sia necessario riflettere anzitutto sulla nostra città, sul suo futuro, sul suo destino, che appartiene in prima battuta solo ai Saronnesi.
Non è un addio alla politica più generale, ma la consapevolezza che, in attesa di chimeriche svolte federali, si debba difendere e consolidare l’identità di questa nostra città; non per campanilismo, ma per dare un senso alla nostra comunità, altrimenti condannata ad essere una delle tante gocce che compongono la nazione. Per farlo, è necessario adattarsi alla contingenza e rinnovarsi, aggiornarsi continuamente, alla luce delle profonde riforme in atto nella pubblica amministrazione.
La continuità, per contro, che a taluni può apparire come ritorno al vecchio, non è – a mio modesto avviso – un disvalore per definitionem. L’esperienza maturata in anni di amministrazione, la conoscenza della realtà cittadina e dei suoi bisogni, come dell’apparato burocratico e delle norme che lo reggono, i risultati ottenuti e – soprattutto – gli errori valutativi fatti costituiscono un bagaglio ancora più utile quando occorre ricominciare dopo la brusca sospensione delle istituzioni democratiche che stiamo vivendo con il commissariamento del governo cittadino.
Probabilmente la continuità ispira meno fascino e aspettative della novità, ha sapore di concretezza e di notorietà anticipata di quel che ci si può attendere.
Ma – mi domando - c’è, almeno finora, tra gli annunciati competitori all’impegno di Sindaco un homo novus del tutto digiuno di amministrazione? Non mi pare; il confronto, dunque, è tra diverse, tutte rispettabili esperienze ricavate da lunghi itinerari politici in cui ci si è saggiati.
Ancora: l’aspirazione al nuovo per il nuovo è razionale o è solo un comodo slogan coniato per ricoprire altre velleità o, peggio, altri, inconfessabili vuoti?
Il mio neovecchio o veteronuovo - come Giano bifronte - ha comunque un pregio, a mio sommesso giudizio: in dieci anni di attività amministrativa pubblica e alla luce del sole ho mostrato me stesso nelle mie capacità e nelle mie limitazioni; non posso nascondere né le une, né le altre, sicché i Concittadini non… comperano al buio.
La novità, invece, difficilmente costituisce il criterio discretivo definitivo nelle scelte: è riduttiva e lontana dalla concretezza razionale, con cui vanno affrontati i problemi; la passione non basta e non si può supplire la forza dell’esperienza con l’onirica buona volontà.
Ma mi sto spingendo troppo avanti; attualmente, infatti, il nuovo in senso assoluto risulta latitante nella politica e tra i politici saronnesi, sicché il confronto riguarderà altre importanti caratteristiche, conoscenze e capacità di chi aspira ad entrare in Municipio.

In questo senso, ritengo prudentemente di avere ancora qualcosa da dire e da dare.

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