venerdì 5 novembre 2010

Referendum

Nel mio programma elettorale di quest’anno, a pag. 37, scrivevo: “Ritengo che un’apposita Commissione Consiliare a tempo determinato, integrata da esperti volontari, debba realisticamente studiare l’argomento ed istruire un dossier in cui si esplicitino dettagliatamente le varie possibilità di restauro e di uso, la destinazione pubblica e/o privata, i probabili costi di gestione futura, i mezzi con cui farvi fronte. Una volta terminato questo importante e partecipato lavoro preliminare ed individuati progetti alternativi chiaramente spiegati in ogni implicazione presente e futura, la decisione definitiva, a mio avviso, dovrebbe competere a tutti i Saronnesi, che si potranno pronunciare mediante un referendum, nella più classica e libera forma di democrazia diretta. L’edificio civile più importante di Saronno merita il coinvolgimento sovrano e senza mediazioni di tutti i Concittadini, che si devono sentire impegnati, come dovere civico, a stabilirne la sorte, indipendentemente da posizioni politiche, spesso derivanti da ragioni di schieramento, più che di concreta attenzione alla città; i soldi per il referendum sarebbero sicuramente spesi bene”.

A distanza di pochi mesi, il Partito Socialista saronnese, che fa parte della maggioranza, re melius perpensa, ha emesso un comunicato-stampa, in cui vedo ripresi gli stessi concetti: «Siamo fermamente convinti che Palazzo Visconti sia proprietà di tutti i saronnesi, e debba essere restituito alla comunità in tutto il suo splendore. Con queste parole i Socialisti di Saronno propongono di istituire un referendum cittadino per decidere del futuro dell’edificio più antico della città, colpito da un incendio circa tre anni fa. (…) Ci sentiamo di proporre, contestualmente all’istituzione di una Commissione mista per Palazzo Visconti – proseguono -, l'istituzione di un gruppo di ricerca… (…) Infine, ma non ultimo, per l’importanza che riveste la questione del recupero di Palazzo Visconti per l'intera città, noi socialisti proponiamo di sottoporre le opzioni sul futuro di Palazzo Visconti a referendum cittadino» (cfr. http://www3.varesenews.it/saronno_tradate/articolo.php?id=186913).

Sono molto lieto che, dall’interno della maggioranza, si levi una voce coerente e realistica riguardo al destino di Palazzo Visconti, per ribadire che sia proprietà di tutti i saronnesi e che discutendo a mezzo stampa dei suoi possibili utilizzi finali si corra il rischio di lasciarsi prendere da desideri irrealizzabili, progetti onirici o ambizioni sproporzionate (ibidem).

L’elenco dei progetti onirici proviene proprio dalla maggioranza; basti vedere il recente, inedito octalogo proposto dal confermato Segretario del P.D., partito dominante della coalizione al governo della città: si tratterebbe, infatti, di 8 (otto) diverse tipologie di uso, ognuna richiedente spazi dedicati… (cfr. http://pierluigigilli.blogspot.com/2010/10/ricami-12-commissione-o-commistione.html).

Personalmente, rimango dell’avviso espresso nel già cit. programma elettorale: di riportare, cioè, a Palazzo Visconti il Municipio, che vi ebbe sede fino al 1927, con la realizzazione di un altro edificio collegato, abbattuta la fatiscente già caserma dei VV.FF., per unire in un unico complesso monumentale Palazzo Visconti a Villa Gianetti in un’amplissima area verde, dotata di parcheggio sotterraneo; anche tale progetto integrativo è stato approvato dalla Sovrintendenza.

In tal modo – concludevo – “il nuovo complesso pubblico potrebbe ospitare gli Uffici del Comune ed anche spazi per attività culturali nei locali più importanti, ricoperti di affreschi; si tratterebbe di un uso continuo, vivo durante tutto il giorno, sempre di carattere pubblico, a disposizione dei cittadini”.

Questo progetto avrebbe il pregio della sostenibilità gestionale in futuro, senza ulteriori aggravi per le casse municipali; l'investimento potrebbe essere anche finanziato mediante l’alienazione o la locazione dell’attuale Municipio.

Non pretendo, tuttavia, che sia l’unico progetto possibile; sono conscio, però, che “altre destinazioni si scontrano con la realtà economico-finanziaria del Comune: non è noto, infatti, con quali fondi di spesa corrente usi alternativi sarebbero mantenuti (costi peraltro molto elevati); parimenti, non è noto come si reperirebbero le risorse da impiegare per i restauri (molti milioni di euro)”.

C’è, dunque, un vincolo naturale ed obbligatorio con cui confrontarsi seriamente, la sostenibilità economico-finanziaria della gestione del restaurato Palazzo; non possiamo correre il rischio di allestire un complesso restaurato che incida pesantemente sulla finanza comunale anno dopo anno a carico del bilancio, né di cedere a terzi anche solo parte del Palazzo per far tornare i conti; Palazzo Visconti pubblico è e pubblico deve rimanere nella sua totalità.

Su queste basi, come rileva il Partito Socialista, sarà possibile un fecondo confronto, con l’obiettivo di “riappropriarsi di un luogo simbolo della vita amministrativa della città”.

Noi siamo pronti, con l’umiltà che deriva non dai sogni, ma dalla realtà; come siamo pronti a sottoporre davvero a tutti i Saronnesi la decisione finale sul destino di Palazzo Visconti; un referendum sarebbe la massima espressione di partecipazione vera e di democrazia.

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