martedì 3 maggio 2011

Lampi (12): yes, they can.


Il Presidente Obama annuncia l’uccisione di Osama, nel tripudio di popolo, che assedia entusiasta la Casa Bianca di notte, illuminata a giorno.
Capisco l’orrore che ancora oggi si prova al pensiero dell’11 settembre e delle sue vittime, lo provo anch’io; non capisco, però, per quale motivo gli americani abbiano preferito le vie spicciative dell’eliminazione immediata, quando esistono tribunali internazionali, perfettamente funzionanti, che avrebbero potuto processare il terrorista nel rispetto delle norme giuridiche di civiltà.
Questa tendenza alla “semplificazione” mi lascia molto perplesso: dal blitz contro Osama, agli aerei intelligenti sulla Libia (metodo non usato con la Siria, però).
Insomma, un diffuso stato di guerra, non proclamato apertamente, ma di fatto operante.
A questo punto, c’è da domandarsi perché continuare a mantenere organismi così costosi come l’ONU: c’è già una gendarmeria efficiente e mondiale (in cui, insieme agli statunitensi, si distinguono gl’inglesi e, soprattutto, i francesi, con truppe in diversi Stati africani): YES, WE CAN (oui, nous pouvons); gli altri possono stare a guardare, nevvero?
Bel modo per intascarsi la rielezione? Da noi pare porti male, sia alla maggioranza, sia all’opposizione... 
Forse perché distinguiamo ancora la “b” dalla “s” e Lampedusa è così prossima alla Libia ed ai profughi: mica siamo alle Hawaii… 
Yes, they can.

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