venerdì 6 maggio 2011

Ricami (41): gl'incivili


Che la pubblicità sia l’anima del commercio lo sanno tutti.
Anche i nostri provvisori Reggitori, i quali hanno pensato bene di dar corso ad una massiccia campagna pubblicitaria per vendere il loro “prodotto” dei 30 all’ora, evidentemente poco appetibile.
A spese dei Cittadini, ovviamente, anche di quelli che non condividono siffatta scelta: un modo furbesco di propaganda a senso unico a carico di tutti.
Ma fin qui si tratta di un peccato veniale. Il peggio è altro.
Gli  eleganti manifesti policromatici affissi per tutta la città, infatti, dietro un’apparenza innocua e gradevole per grafica, nascondono un messaggio pericoloso, che si vuol insinuare nelle teste dure dei Saronnesi: che, cioè,  i 30 km all’ora siano sinonimo di civiltà, di sensibilità sociale, di bene assoluto; ergo, i favorevoli a tale provvedimento sono civili, sensibili, altruisti, bravi e buoni.
E gli altri, quelli che non ne sono convinti? Il passaggio mentale è automatico: per associazione, direbbero gli psicologi, sono gl’incivili, gl’insensibili,   gli egoisti, i brutti e cattivi.
Per raggiungere questo risultato, non si esita a ricorrere al ricatto morale: “non correre, pensa a loro”, dice un manifesto, con riferimento ai bambini. Come se i Saronnesi siano una massa d’incoscienti vogliosi di esercitarsi al chilometro lanciato sulle strade urbane, puntando ai bambini come birilli da abbattere! Una massa di prepotenti da rieducare.
“Più bici e siamo più felici”: si promette messianicamente la felicità (sic!) a chi si dà al velocipede: peccato che non tutti lo possano usare; c’è chi lavora con l’automobile; c’è chi ha difficoltà di salute che deve farsi trasportare;  c’è chi ha beni ingombranti da spostare; c’è anche chi è pigro (ma non lo si può bastonare!); c’è la meteorologia, che assegna al nostro clima una gran parte dell’anno a condizioni disagiate, se non proibitive per l’uso della bicicletta.
“Prima che automobili, siamo tutti pedoni”: espressione ovvia, che ignora la realtà dell’abitudine già maggioritariamente diffusa di muoversi a piedi in una città di 3,5 km x 3,5 km, dove le distanze sono contenute e non richiedono necessariamente mezzi di locomozione a motore. Il traffico in Saronno, lo sanno tutti, è massivamente originato dall’attraversamento di veicoli non saronnesi; su questo si deve cercare di incidere, non con disposizioni cervellotiche e vessatorie!
Per creare un consenso che non c’è, dunque, i nostri ineffabili Amministratori le tentano tutte, anche subdolamente, ignorando il codice della strada e classificandoci in buoni e cattivi; un giudizio universale senza appello, che promuove un paradiso indimostrato e inesistente; il paradiso della (presunta) sicurezza,  dimenticato bellamente il motivo originario del noto provvedimento (la lotta all’inquinamento).
Nuovo stress per i Saronnesi, dunque; anche la propaganda unilaterale e tendente a creare imbarazzi e problemi di coscienza: chi non è con noi, è contro la vita, la sicurezza, la pulizia!
Pubblicità regresso; da ossessivi educatori, irrispettosi delle obiezioni altrui.
Da incivili.
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Commenta svelto Ale Galli su Facebook: Buoni e cattivi? E dov'è che sta scritto, esattamente? Sono temi proposti alla città per fare una cosa che di solito ai politici non piace molto: pensarci su, magari informarsi, farsi un'idea che non sia preconcetta. Cmq, era un commento atteso, non mi stupisce. Tutto normale. :)  A margine, vista la premessa sullo spreco di denaro: il comune non ha speso un euro per la campagna, se non per la stampa dei manifesti, visto che le persone che l'hanno ideata hanno lavorato gratis. Siamo nell'ordine di qualche cento euro. Lo sappia chi legge.
Mia glossa: Bene, bene, 100 €.... Appena poco più che 30... Ma la sostanza dell'unilateralità non cambia. Anzi, dal tuo commento, traggo un altro spunto di riflessione: "...per fare una cosa che di solito ai politici non piace molto: pensarci su...". Anche se non mi sono mai ritenuto un "politico", ma un semplice "amministratore", non mi sfugge l'innato ed incomprimibile afflato demagogico di questo pensiero: i "politici" (rectius, a livello locale gli "amministratori") non amano pensare... Toh! Ci voleva proprio qualcuno che li inducesse, li forzasse a farlo... Finalmente, dalla preistoria, siamo entrati nel progresso. Un'altra classificazione, dunque. Per certo, mi confesso preistorico
Quanto al "dove sta scritto", un bravo pubblicitario, come il mio interlocutore, sa benissimo che la propaganda fa più effetto quando è indiretta e mascherata... Ci vuole poco a capire il messaggio sottostante... Non è una novità, è una tecnica... Mettere a disagio chi non condivide, per catturarlo...

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