venerdì 20 maggio 2011

Ricami (42): Il flop dell’inquisitore improbabile


Tranquilla, a tratti noiosa seduta, l’altra sera, al Consiglio Comunale, chiamato ad esaminare il conto consuntivo dell’anno 2010.
Rispettato il patto di stabilità – come sempre -; ridotte le spese d’investimento del 50% sulle previsioni per mancanza di entrate; forti riduzioni della spesa corrente; il 6% in meno di dipendenti comunali (-18), ma aumento del loro costo unitario; 1,8 milioni di multe accertate (piatto forte dell’entrata!): un panorama difficile, che rispecchia le difficoltà della crisi attuale e, soprattutto, la forte pressione esercitata dal Governo (per obblighi dell’Unione Europea) sulla finanza degli Enti Territoriali. Su quest’ultimo argomento, c’è stata una seria convergenza tra tutte le forze politiche.
Unione Italiana si è astenuta: un voto tecnico, non politico, poiché, in buona sostanza, il bilancio preventivo del 2010 non era frutto delle decisioni della nuova Amministrazione, ma era stato predisposto dalla Commissaria Straordinaria, peraltro con molta rigidità.
Il nostro atteggiamento responsabile – a cui si è unito il Gruppo del PdL – è stato però mal interpretato dalla maggioranza.
Il Segretario del PD ha svolto un ragionamento semplicistico: siccome non ci tirate sassate addosso, vuol che dire che abbiamo lavorato bene; oltretutto, non ci sono proposte alternative vostre.
Affermazioni inutili ed ingiustificate, coda vanamente polemica di un discorso per il resto apprezzabile e realistico: quando occorre, le “sassate” sappiamo benissimo assestarle e il ritiro di tante delibere incautamente portate all’attenzione del Consiglio Comunale lo testimonia al di là di ogni ragionevole dubbio. Ma siccome siamo persone attente e coi piedi per terra, non avremmo potuto ignorare né la mano commissariale sul bilancio del 2010, né le restrizioni dovute alla generale politica di contenimento della spesa. L’astensione, di certo non “concordata” con i Reggitori della città, è il nostro giudizio prudente ed onesto. L’anno prossimo, tuttavia, non sarà così per il consuntivo del 2011, che sarà tutta farina del sacco della maggioranza… Non saranno sassate, ma critiche accurate e puntuali.
Quanto alle proposte alternative, non era mai successo nella storia del Consiglio Comunale di Saronno che le minoranze presentassero degli emendamenti al bilancio, con gli adeguati finanziamenti:  quest’anno sì, poiché sia U.I., sial il PdL lo hanno fatto, con suggerimenti chiari e specifici. Peccato che l’ìnclita Giunta e la rocciosa maggioranza non li abbiano nemmeno voluti prendere in considerazione… Erano abituati in altro modo quando stavano all’opposizione: a dire di no pregiudizialmente ed a mandare sassateIdem per le sensate ed articolate proposte sulle zone a 30 all’ora, formulate dall'opposizione nella Commissione Territorio!
Ma il peggio, del tutto inatteso anche per i toni da requisitoria, è occorso quando ha preso la parola il corrucciato Capogruppo di Tu@saronno; con un crescendo vocale, ha accusato U.I. e PdL di avere criticato a vanvera l’Amministrazione nel corso della discussione dell’assestamento del bilancio 2010 alla seduta del 27 novembre u.s., dando lettura di stralci del verbale, per segnare così, in modo virulento, la presunta irresponsabilità dell’opposizione, che non aveva esitato a parlare di conti falsi ed aveva richiesto le dimissioni dell’Assessore. Atteggiamento, questo, oggetto di critiche al curaro del fine relatore, che ha pure impresso il solito atteggiamento didattico alle sue argomentazioni, per insegnare - magister unus - a noi avversari come parlare in Consiglio Comunale, che cosa dire, che cosa non dire. 
Roma locuta est, è il caso di dire quando Lui arringa.
Il discorso del nostro contraddittore è privo di qualsiasi giustificazione, politica e tecnica. Anzitutto, non compete né a lui, né ad altri spiegarci come fare opposizione; ognuno ha la più ampia libertà di sceglierne i modi; il giudizio finale spetta agli elettori. 
Di poi, il pessimo vezzo à la Robespierre  di utilizzare ad effetto discorsi altrui decontestualizzati  si infrange clamorosamente contro il muro dei conti: il 27 novembre 2010, questi  erano sbagliati ed era nostro dovere farlo rilevare; oggi siamo lieti di costatare che l’Assessore, con gli Uffici, si è emendato ed ha presentato conti corretti; saremmo degli stolti se anche oggi lo prendessimo a sassate.  Ponderiamo i giudizi a seconda delle situazioni, tentando di attenerci al motto evangelico secondo cui il linguaggio sia sì sì, no no.
Ormai questi arrembaggi dialettici, con deprecabili ed antipatici caratteri di natura personale, non ci meravigliano più, anche se conditi con citazioni leziose di poeti sudamericani; ci suonano solo come insopportabili esercizi d'improbabile inquisizione votata al flop; per fortuna, maggioranza ed opposizione, al loro interno, hanno sensibilità e differenze che, in gran parte, consentono un dibattito forse non troppo avvincente, ma tutto sommato corretto e produttivo, nella distinzione delle funzioni: la novità  deriva dall’approccio pragmatico che in gran parte questa opposizione – forte di competenze acquisite sul campo – ha deciso di adottare.
Non riusciamo a vedere né maestri, né alunni; per quanto mi concerne, almeno per motivi di età, ritengo trapassata l’epoca in cui sono stato allievo, scolaro, studente, praticante a tempo pieno: erano fasi preparatorie dell’acquisizione della propria autonomia intellettuale. Certamente continuo ad imparare  - invecchio ogni giorno imparando nuove cose, come scriveva Solone molti secoli fa -; mi scelgo, però, i maestri, da cui escludo chi si ritiene perennemente tale, in servizio permanente effettivo e si prende troppo sul serio.
Per questo, considero di molto più istruttivi (ed ho ascoltato con viva attenzione) gl’interventi nella seduta aperta di alcuni cittadini, le cui analisi puntuali e documentate hanno offerto spunti per importanti riflessioni, purtroppo snobbate frettolosamente da qualche  Assessore imbarazzato e còlto alla sprovvista: argomenti seri, su cui presto varrà la pena di ritornare.
Il curaro resti pure ad altri; abbiamo l’antidoto, non praevalebunt.

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