sabato 21 maggio 2011

Ricordo di una Signora: Tina Prandina, dolce cuore rossonero


Stamani è avvenuta la scomparsa di Ernestina (Tina) PAGANI ved. PRANDINA, ad età venerabile, tra l’affettuoso compianto dei figli e nipoti.
Un grande pezzo del cuore saronnese si trasferisce in Cielo, dove la mitica Sciùra Tina  ritroverà chi ha amato e l’ha preceduta nel viaggio del commiato.
Riposerà anche lei nella pace e magari San Pietro, quando Tina ha bussato alla porta, non si è stupito di vederla con i colori del “diavolo” rossonero, quel “diavolo” buono e sportivo, il Milan, a cui ha dedicato grande parte delle sue energie e della sua vita. Chissà se le avrà dato il salvacondotto per continuare a portare quegli amatissimi colori, assolvendo quel  diavolaccio in fondo innocuo!
C’è modo e modo di essere tifosi; Tina lo è stata fino al midollo, ma in maniera esemplare, composta e leale. Ha saputo trasformare la passione calcistica in occasione di unione e di aggregazione, fondando  40 anni fa, nel giorno di Sant’Agata, festa delle donne, il primo club femminile calcistico italiano, il Milan Club Femminile Stella.
Con un bel coraggio, in un’epoca in cui il calcio era ancora affare esclusivamente maschile e Rita Pavone cantava “perché perché la domenica mi lasci sempre sola per andare a vedere la partita?”.
Coraggio e lungimiranza, che hanno dato luogo ad una bella realtà, vivacissima dopo otto lustri, che ha permesso a tantissime donne, giovani e meno giovani, di stare insieme e di coltivare tranquillamente la loro passione per il Milan e di creare uno spirito associativo attento anche ai bisogni degli altri.
Una Signora, con la “s” maiuscola, sempre elegante ed inappuntabile alle partite (una vera festa); conosciuta ovunque, amata dai giocatori, dalla società, dai milanisti; presenza discreta  sempre “materna”.
Ha chiuso gli occhi poche ore dopo la celebrazione del 40° del Milan Club Femminile Stella: ha voluto essere presente, almeno nello spirito, a questo anniversario, per lei così importante. Poi, ha intrapreso il viaggio per uno stadio grande grande, dove la gioia della vittoria è senza fine, alla luce della stella della Verità, in cui ha sempre creduto.
Addio, carissima Tina; non La scorderò facilmente – e, come me, quanti hanno avuto il privilegio di conoscerla -, né potrò mai dimenticare, con la mia famiglia, per più generazioni, l’affetto, la gioia ed il buon esempio che ci ha saputo trasmettere. 
Ora tiferà per tutti.

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