sabato 14 novembre 2015

Coincidenze letterarie e mercanti di sogni



Il film del Consiglio Comunale del 12 novembre induce ad arditi paragoni letterari.
Il Sig. Sindaco, in oltre quattro ore, non ha pronunciato una parola: surreale. “Il Sindaco inesistente”, come “il Cavaliere inesistente” di Italo Calvino. Davvero insondabile; chissà che cosa pensa della città… Ci pensa lo staff?
Per contro, vivaci, compatti e festanti tra il pubblico i “Popolari”, al ballottaggio freschi, sveltissimi, tollerati alleati di seconda mano della maggioranza, non presenti in Consiglio Comunale per carenza di voti, in attesa di incassare qualche sgabello nelle Commissioni, generosamente e graziosamente elargito dalla Lega (di per sé scarsa di truppe adatte): “i Popolari rampanti”, come “Il Barone Rampante”, sempre di Italo Calvino. O Esaù, classico del Vecchio Testamento. Appetito (parzialmente) soddisfatto.
Unico Consigliere del mio gruppo, al pari di Forza Italia, Tu@Saronno, M5S, Fratelli d’Italia, SAC, mi sono trovato d’ufficio ad appartenere a tutte le dieci Commissioni. Impensabile parteciparvi, sicché ho indicato i miei supplenti sia nelle 7 Commissioni Miste (membri esterni al Consiglio, individuati tra validi partecipanti ad Unione Italiana) e, per le 3 Consiliari: il regolamento concepito dalla maggioranza dava facoltà di indicare un Consigliere Comunale come sostituto, anche di altro Gruppo Consiliare (per i Gruppi unipersonali unica possibilità materiale).
Diversamente da altri gruppi monoconsiliari di maggioranza (SAC, FdI), forse malfidenti dei pur numerosi alleati, mi sono avvalso di tale facoltà, consapevole di non godere della capacità di bilocazione e di onnipresenza, giacché le sedute delle Commissioni si potranno tenere solo in due giorni, il martedì e il giovedì; al di là delle differenze politiche, ho così chiesto di fungere da mio eventuale supplente a Consiglieri di altri Gruppi (Forza Italia, PD e Tu@Saronno), competenti nelle materie e gentilmente disposti ad una collaborazione tra le opposizioni.
L’acuto Capogruppo leghista ne ha tratto conseguenze “politiche” divertenti: Unione Italiana sarebbe alleata al PD e dietro il proprio nome nasconde Scelta Civica. Lo ringraziamo per la sempre intelligente analisi; ci ha spiegato chi siamo e qual è la nostra identità politica; ha la vocazione dell’illuminatore, noi viviamo nell’oscurità.
In verità, Unione Italiana a Saronno era, è e rimarrà al suo posto tra i banchi della minoranza, come nel quinquennio precedente, quando i leghisti sedevano di fianco a noi e condividevano l’opposizione. Allora, andavamo bene così, eravamo spesso utili; oggi non siamo più graditi, perché dall’altra parte e fastidiosi, mentre loro – come ha ripetuto con nonchalance il cit. Capogruppo evergreen – hanno ora il possesso della città (concetto patrimoniale agghiacciante; ma almeno possiedono qualcosa, viste le magrissime dichiarazioni dei redditi pari a zero di molti loro amministratori; ma, si sa, sono “al verde”).
Personalmente, non nascondo affatto le mie opinioni, com’è ben noto, e sono Consigliere di Unione Italiana, non di altri partiti; ho il brutto vizio di ragionare con la mia testa e di non alzare la mano a comando (come i Consiglieri di maggioranza disorientati su un emendamento, che hanno alzato la mano dopo l’ordine del Presidente del Consiglio, che ha fatto ripetere la votazione!); sono nel Consiglio Comunale di Saronno, non in altri consessi elettivi, all’opposizione – come altri partiti e movimenti; appartengo ad una scuola politica di centrodestra moderato, che con l’urlata semplificazione della Lega si trova a disagio ed in condizione di alternatività; ed infatti il centrodestra a Saronno ha governato la città con me, tra il 1999 ed il 2009, senza la Lega e la Lega oggi governa senza Unione Italiana e senza di me: un raro esempio di coerenza per entrambe le forze politiche; di che si lamenta il Capogruppo leghista? Preferisce i pateracchi?
E si meraviglia pure della nostra contrarietà alla pseudo delibera di sostegno al futuribile referendum sulla maggiore autonomia lombarda? Noi pensiamo che non ci sia bisogno di alcun referendum, peraltro molto costoso, pare circa 50 milioni di euri; è già còmpito della Giunta Regionale negoziare maggiore autonomia con il Governo, lo dice la Costituzione, art. 116, 3° comma.
Il referendum è solo un grosso spot  propagandistico e fuorviante a beneficio della Lega, ma a carico di tutti i cittadini lombardi. Inutile spottone e molto caro, ridicola imitazione scoto-catalana-québecoise (ma là i referendum sono seri).
L’autonomia, quella vera, la si consegue con un negoziato intelligente tra Regione e Stato, ai livelli adeguati, tramite i legittimi rappresentanti dei cittadini, che li eleggono appunto per quello. Altrimenti, che ci stanno a fare?
Non condividiamo, quindi, questa deriva plebiscitaria, di nessuna rilevanza pratica, utile solo a chi illude i Lombardi che otterranno chissà quali benefici… Non dimentichiamo, infatti, che maggiori attribuzioni di funzioni corrispondono a maggiori spese (i servizi costano): qui sta la scommessa. Se la Regione saprà erogare servizi al posto dello Stato e lo saprà fare con migliore efficienza e con una diminuzione dei costi (cioè delle tasse), ne saremmo tutti felicissimi; maggiori attribuzioni, quindi, non significa affatto minori tasse…; sicuramente maggiori responsabilità.  

Attenzione ai mercanti di sogni (e ai loro supini alleati).

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.