giovedì 24 dicembre 2009

Puer nobis Natus est, alleluia!


È Natale pure quest’anno,

tempo suggestivo e di grandi sentimenti.

Anche di maggiore pensiero, di ritorno all’indietro,

a quando si era bambini.

Sottile, la nostalgia fa rievocare atmosfere lontane,

volti, occhi, voci che vivono nel nostro ricordo.

Sorrisi, carezze, abbracci nel tepore sicuro e sereno

di un’infanzia ormai perduta.

Profumi, vapori, sentori di cibo squisito,

tintinnio di piatti e bicchieri del giorno di festa.

Colori splendenti di arance fragranti,

luci difformi a raccolta sull’albero condecorato,

stupore spontaneo dinanzi all’ingenuo presepe,

emozione di aver tra le mani la statuetta

del Bimbo da riporre nella mangiatoia

al suono delle campane a distesa

dall’incombente campanile

la mezzanotte del giorno che pone fine all’attesa.

È nato: e noi rinasciamo con Lui.

BUON NATALE
Pierluigi, Mara, Marta, Filippo e Alberto Gilli

sabato 19 dicembre 2009

Ricami


Un rispettoso (a modo molto suo) commentatore su autorevole, imparziale e noto settimanale, nell’affermare (giustamente!) che i Saronnesi non sono cretini (sic), si è diffuso in meste previsioni di funerali; politici, beninteso.

Nessuna sorpresa; accennando agli altrui funerali (politici, sia ben chiaro), se ne è dimostrato esperto conoscitore; il suo (1) fu infatti autocelebrato dieci anni fa.

(1) politico, s'insiste

venerdì 18 dicembre 2009

A riéccolo!


Orbene, dopo lunghe e travagliate riflessioni, mi sono deciso a ritentare l’avventura e stamani ho annunciato la mia candidatura alla rielezione a Sindaco della nostra Città; nelle note che seguono (la cui lunghezza testimonia la fatica con cui sono giunto a questa determinazione) ne spiego pubblicamente le ragioni; non credo sia una grande sorpresa politica; i miei 22 lettori, che hanno benignamente seguìto l’evoluzione del mio pensiero, suppongo abbiano intuìto verso quale direzione mi stessi pian piano indirizzando.
Probabilmente, sono presuntuoso nel ritentare l’erta salita elettorale, che non mi nascondo essere di esito incerto, in quanto solitaria, eterodossa e molto autonoma.
Tuttavia, al di là delle chances, sarà comunque un piacere poter collaborare ancora per la nostra Saronno, mettendo a disposizione una non trascurabile esperienza decennale che – con luci ed anche ombre – mi ha consentito di conoscere a fondo la città ed i miei concittadini. Esperienza che – tra l’altro – oggi rivivo con maggiore maturità (gli anni avanzano).

A riéccolo, quindi, come direbbero a Roma.

Nella roulette della politica saronnese, i giuochi non sono ancora del tutto fatti; il croupier non ha ancora chiuso le puntate: la mia posta forse è tardiva, ma i Saronnesi mi conoscono e sanno che cosa aspettarsi da me, poco incline alle promesse eclatanti e sempre più realista.
C’è tempo per parlarne insieme; per adesso, mi limito a pensare alle imminenti Sante Feste, che auguro a tutti di vivere serenamente in famiglia, placati dopo le rutilanti fatiche per l’acquisto dei doni e desiderosi di condividere, almeno per qualche giorno, l’ammaliante magia che traspare negli occhi dei nostri bambini stupefatti davanti al mistero salvifico del Presepe.

A presto!

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Comunicato stampa
del 18 dicembre 2009



Nei mesi trascorsi dopo l’innaturale tornata elettorale amministrativa dello scorso giugno, rientrato con sollievo alla mia vita normale, ho mantenuto un costante riserbo riguardo alla situazione politica saronnese, che si è accompagnato al silenzio glaciale dello schieramento cui appartenevo.
Dal mio piccolo osservatorio, ho lungamente riflettuto ed ho verificato l’esistenza di un atteggiamento ostile e separatorio nei miei confronti, nell’ambito di un vero e proprio ostracismo che mi ha impedito di partecipare alla scorsa campagna elettorale e di concorrere anche come mero candidato a Consigliere Comunale.
Purtroppo, la mia esperienza amministrativa, negli ultimi cinque anni, ha risentito pesantemente delle divisioni venutesi a creare all’interno di Forza Italia ed anche di Alleanza Nazionale, nonché della volontà manifesta di taluni Consiglieri Comunali, organizzatisi in corrente, di impedire al Sindaco rieletto al primo turno con un 10% di voti attribuiti solo a lui di continuare a governare come precedentemente (con risultati graditi agli elettori, visto l’esito delle elezioni del 2004). Nonostante il mio ingresso in Forza Italia, compiuto senza negoziare alcuna pretesa e solo con la speranza di riappacificare la maggioranza, nulla è cambiato; anzi, la situazione si è incancrenita al punto tale che, meno di un anno prima della scadenza naturale, i Capigruppo di F.I. e di A.N. (con il sostegno di un attuale nuovo alleato del PdL) hanno segretamente tentato di raccogliere le firme tra i Consiglieri d’opposizione per sfiduciarmi.
Questo fatto, che è sintomo di slealtà e di scorrettezza più nei confronti del Partito che miei, è stato totalmente e dolosamente ignorato dagli organi del Partito medesimo (che probabilmente non hanno sgradito), mentre ha rappresentato, a mio avviso, un esempio di malcostume politico e di inaffidabilità dei suoi autori, che non hanno esitato a mettere a repentaglio la “loro” Amministrazione.
Il silenzio su questo episodio non è casuale, ma voluto e premeditato; faceva parte di un disegno più ampio, quello di liquidare una porzione del partito, com’è chiaro per chiunque oggi, visto chi è stato proclamato candidato a Sindaco nel 2010 da quella che si è ufficialmente definita una componente, quella laica del PdL, seguita a ruota da alleati vecchi e nuovi: un premio che a me sembra paradossale, ma che nell’attuale PdL saronnese è invece normale; una normalità fatta da correnti organiche, la cui unica regola è quella di annichilire il dibattito interno, previi accordi con gli onnipotenti "organi superiori".
Peraltro, il richiamo alla laicità mi lascia molto perplesso; esclusi i sacerdoti ed i religiosi consacrati, siamo tutti laici, sicché l’insistenza su questa parola mi fa sospettare che si pensi più al laicismo, che è altra cosa e confligge con la mia formazione di cristiano democratico, che non ho mai rinnegato e continuerà ad ispirarmi.
Io ho un concetto diverso di normalità, che poggia anzitutto sulla coerenza e sulla pubblicità del mio pensiero: non ho mai nascosto le mie opinioni, disposto a subirne le conseguenze, quando minoritarie.
Il PdL, che ho salutato come quasi compimento di unione tra le diverse forze del centro-destra italiano, che auspicavo sin dal 1994, è oggi irriconoscibile; quelli che, come me, corsero in piazza a Roma il 24 ottobre 1998 per la prima grande manifestazione organizzata dall’allora Casa delle Libertà, oggi provano un dispiacere incontenibile nel vedere il declino della grande spinta propulsiva data dal Presidente Berlusconi alla politica italiana, nel costatare il ritorno alla ritualità della prima Repubblica, al dominio delle tessere (come mentalità più che come numero), alla politica onnipotente ed invasiva, ai tavoli, alle mediazioni, alla sudditanza verso ogni istanza di quache alleato ed alle gerarchie superiori.
A mio avviso, oggi occorre riprendere per mano quello spirito di novità e di passione per non finire nelle paludi della politica bizantina: è l’unico modo di essere davvero vicini al Presidente Berlusconi ¬ cui vanno il mio rispetto e l’augurio di pronta guarigione in questo momento drammatico per lui - ; anche se da posizioni di indipendenza critica, distinti dalla balena azzurra, che negli anni si è fin troppo appesantita per un eccesso di consenso utilitaristico in molti nuovi sopraggiunti.
Distinti non significa distanti: anzi, il confronto tra varianti di opinioni all’interno della stessa famiglia – nel rispetto dell’autonomia di ciascuno – è il metodo appropriato per ridare vitalità allo spirito positivo che ha percorso il nostro Paese grazie alle grandi intuizioni del Presidente Berlusconi, che non ha mai amato il teatrino della politica ed ha saputo infondere negli Italiani fiducia in sé stessi e positivo ottimismo.
La lunghissima fase di transizione della recente storia italiana sta per finire, con la nostalgia del proporzionale, della irresponsabilità dei politici vogliosi di un vecchio sistema in cui ognuno si confondeva con gli altri, nella babele della suddivisione delle competenze, per cui tutti si sentivano signori di un pezzettino di potere: ragione di vita di un sistema policentrico, in cui lo scopo non è governare, ma neutralizzarsi a vicenda: il rapporto diretto elettori-eletto, quindi, è visto come fumo negli occhi.
Rimango fortemente legato agli ideali di un centro-destra cristiano e moderato, alternativo alla sinistra; tuttavia, non ritrovo nell’attuale PdL locale le necessarie agibilità e libertà, in quanto portatore di una sola tessera – la mia -, anche se di molta esperienza acquisita sul campo, ma assolutamente misconosciuta o vista con fastidio.
So capire quando sono gradito e quando no; oggi è l’epoca del no tra i politici rampanti; ne prendo atto, senza commiserarmi, pronto a togliere il disturbo ai dominatori che mi considerano solo una zavorra o un inutile uomo del passato: è bene che possano lavorare senza grilli parlanti tra i piedi, in una forte omogeneità di intenti e di interessi; è corretto che io lo riconosca e che auguri loro ogni successo, se avranno il necessario sostegno del corpo elettorale.
Le idee, anche le più belle, camminano sulle gambe degli uomini; il problema non sta nelle idee, ma nelle persone; per stare insieme fruttuosamente, occorre il cemento della fiducia reciproca e del comune sentire; se, invece, prevalgono le riserve mentali, la tendenza al trabocchetto o gli atteggiamenti da conquistatore, la maionese impazzisce, di tal che è bene che ognuno vada per la propria strada, non necessariamente antitetica a quella degli altri; così – almeno – si chiariscono gli equivoci e se vi dovrà essere confronto, questo sarà alla luce del sole.
Per questi motivi, realisticamente non mi sento in grado di mantenere la continuità della mia adesione al PdL – quantomeno nella sua declinazione locale -; in verità, sento forte la tentazione di ritirarmi nel mio particulare per dedicarmi un po’ di più a me stesso, alla mia famiglia, alle mie attività; dall’altra parte, la passione più amministrativa che politica continua a ribollirmi nel sangue, sicché non sono riuscito a rimanere insensibile alle tante sollecitazioni che mi provengono, a partire da sconosciuti concittadini che mi càpita di incontrare casualmente, a riprendere in qualche modo l’impegno pubblico nella nostra amata città, anche per il radicato senso delle Istituzioni e per il decennale bagaglio di esperienza amministrativa che ho la fortuna di avere appreso.
Ho dunque deciso di condividere l’invito dei molti amici che si sono raccolti nel movimento politico Unione Italiana, di cui apprezzo la collocazione critica nell’àmbito del centro-destra, l’ispirazione cristiana, l’attenzione all’efficienza del mercato congiunta all’interesse per la solidarietà sociale e per la famiglia, il senso della comunità nazionale, il rispetto per le Istituzioni, a partire dalla riformabile Costituzione della Repubblica, del principio di legalità, delle autonomie locali; valori che mi appartengono e che ho sempre cercato di applicare nella mia azione di governo locale.
Unione Italiana e molti Saronnesi mi hanno anche chiesto di concorrere alle prossime consultazioni amministrative per la rielezione a Sindaco: si tratta di un impegno difficile, perché non limitato ad uno scopo di testimonianza; sussistono, infatti, le condizioni perché gli elettori possano scegliere liberamente, al di là degli steccati ideologici e di partito, con una maturità troppo spesso sottovalutata dagli apparati politici, che amano confondere la realtà con le proprie aspirazioni.
Con l’esperienza acquisita e con il realismo determinato dalla conoscenza dell’amministrazione e dell’ostica congiuntura economica dei tempi, sarà approntato un programma elettorale rigoroso e senza troppi fronzoli, che non ispiri sogni irrealizzabili, ma che abbia, come obiettivo, anzitutto il mantenimento del livello qualitativo dei servizi comunali, in particolare per le famiglie e per le fasce meno fortunate, e poi la strenua difesa del territorio e dell’ambiente, l’impulso pubblico nell’urbanistica e nella politica della casa, l’indicazione puntuale delle risorse occorrenti e delle fonti da cui trarle, l’ulteriore modernizzazione degli uffici e l’aggiornamento costante del personale, la massima apertura alla collaborazione con i Comuni contigui, la valorizzazione del commercio, dell’artigianato e dell’industria, la sicurezza non solo con misure di polizia, ma anche tramite l’integrazione e l’educazione al rispetto rigoroso della legge, la vivacità plurale della cultura con attenzione alla nostra identità, l’investimento nell’educazione scolastica e nella formazione permanente con l’ausilio dello sport e le sinergie con la ricca realtà associativa, il decoro urbano e la fruibilità di spazi verdi, l’uso fondamentale della competenza nella nomina dei collaboratori del Sindaco.
Occorrerà dare applicazione alle novità della legge finanziaria 2010 in via di approvazione, che incide notevolmente sulle istituzioni comunali, con la riduzione del 20% dei Consiglieri Comunali (da noi scenderanno da 30 a 24) e la determinazione ad un massimo di sei, nel nostro caso, del numero degli Assessori, con la possibilità di delega da parte del sindaco dell'esercizio delle proprie funzioni a non più di due consiglieri, in alternativa alla nomina di assessori esterni, l’obbligo di sopprimere il difensore civico e il direttore generale: in tal modo, oltre alla riduzione dei costi, si avrà anche un contenimento degli appetiti politici ed un maggiore coinvolgimento del Consiglio Comunale: mi pare utile e corretto usufruire da subito della facoltà di inserire nella Giunta due Consiglieri Comunali, anziché due esterni.
Le linee programmatiche saranno elaborate con il concorso di chiunque voglia dare un contributo di idee, cittadini e forze politiche, le porte sono aperte; sono convinto, infatti, che nel tempo ancora restante prima di presentare formalmente le candidature sia possibile trovare convergenze tra persone di buona volontà, anche di diversa provenienza, desiderose di amministrare al meglio la città; sotto questo aspetto, la mia disponibilità a soluzioni alternative alla mia persona è amplissima: quel che conta, come mi piace ripetere, è che vinca Saronno, sicché il mio personale contributo ha una natura duttile ed intercambiabile.
Non mi dilungo, infine, per presentarmi: i Saronnesi mi conoscono in tutti i miei lati, positivi e negativi; sanno, però, che sono abituato ad impegnarmi fino in fondo per mantenere i patti e che condivido una riflessione mutuata a maggio dal Ministro Brunetta: gli Stati e le P.A. esistono per i deboli, non per i ricchi; i forti possono comprare la sanità, la sicurezza, la scuola, persino la giustizia con gli arbitrati. La P.A. non è dei padroni, ma di tutti. Ci vuole l’alleanza dei pubblici dipendenti, che devono avere l’orgoglio di rendere soddisfatti i cittadini, a partire dai più deboli.
Saronno è molto cambiata da quando, nel 1999, fui eletto per la prima volta: per alcuni è migliore, per altri peggiore; la verità, come sempre, sta nel mezzo: molto è stato fatto, molto c’è ancora da fare, com’è ovvio in ogni famiglia, in cui le esigenze cambiano e si è sempre pronti a desiderare di progredire. Di una cosa, però, sono sicuro (ed anche un po’ orgoglioso): di essere riuscito ad avere un costante e diffuso rapporto diretto con i miei Concittadini.
È a loro che mi rivolgo da subito, per averne consiglio e supporto; in un momento difficile, bisogna sapere ascoltare di più; da parte mia, con consapevole autocontrollo, tenterò di stare il più possibile tra i Saronnesi e di evitare polemiche e discussioni in politichese, in cui le legittime differenze di opinioni vengono sopraffatte spesso da personalismi e pregiudizi; non dirò una parola in più sul passato, anche quello recente, per concentrarmi sul futuro e sulle cose possibili:

ricominciamo insieme,
con la forza dell’esperienza.

Con questi sentimenti, voglio inviare un augurio a tutti i Saronnesi che parteciperanno alla campagna elettorale: so benissimo che si tratta di una fatica, fatta di momenti di gloria e di depressione, di consenso e di dissenso; c’è però la passione per la città che li spinge a mettersi in gioco, sebbene con modalità ed obiettivi diversi: una passione che va rispettata e apprezzata; in tutti.
Auguri anche di buone Sante Feste, occasione bellissima e provvidenziale per placarsi vivendo la serenità del porto sicuro delle nostre famiglie; per confrontarci, attendiamo l’anno prossimo, c’è tutto il tempo.


Saronno, 18 dicembre 2009.


Pierluigi Gilli

martedì 15 dicembre 2009

Ritornare alle origini



Silvio Berlusconi è stato ferito in agguato; ogni persona dabbene ne è rimasta spiacevolmente colpita e mal tollera il can can di dichiarazioni che ne sono seguite, soprattutto quelle incredibili di taluni politici, per non parlare degli sconsiderati che hanno sfogato il loro tristo livore in internet.
Da parte mia, desidero soffermarmi sul lato umano della vicenda, sul dolore – fisico e morale – che l’uomo Silvio Berlusconi sta sopportando; ognuno di noi ha esperienza di che cosa sia, nella vita nessuno ne è indenne, sicché possiamo ben capire quanto ingiusta possa apparire a lui questa situazione, che lo tocca nella salute e nello spirito.
C’è troppo odio nella nostra società, odio che parte dall’insofferenza per tutto e per tutti, anche negli aspetti quotidiani più banali; i toni si alzano subito anche in una discussione condominiale o in un discorso tra tifosi sportivi; è cosa ormai ordinaria il ricorso all’insulto – purtroppo parzialmente giustificato dalla più recente giurisprudenza, che lo ritiene consentaneo all’imbarbarimento dei costumi -; l’avversario è subito visto come un nemico (eppure esistono due parole per definire chi è “contro”: avversario, appunto, e nemico, la cui portata etimologica e di significato è ben diversa, un po’ come la distinzione tra peccato veniale e peccato mortale).
Mi immedesimo, dunque, nel Presidente costretto in una stanza d’ospedale e nel senso di sconforto e di amarezza che si è abbattuto su di lui, solo in parte attutito dalle molte prove di solidarietà e di simpatia; sicuramente ripenserà alla bufera che si è scatenata contro di lui da quando decise di scendere in campo e si domanderà se è valsa la pena di mettere a repentaglio sé stesso come persona, come imprenditore, come cittadino.
La vicenda mi fa tornare indietro nel tempo, a sabato 24 ottobre 1998 (http://pierluigigilli.blogspot.com/2009_03_01_archive.html), quando – mai successo in vita mia – partecipai insieme ad altri amici saronnesi alla prima grande manifestazione dell’allora Casa delle Libertà a Roma: esperienza che mi ha segnato, da cui ho compreso l’esistenza di un io collettivo nelle centinaia di migliaia di persone radunatesi infine a Piazza San Giovanni, mosse tutte dal medesimo ideale.
Nacque allora visibilmente – nell’incredulità di chi, abituato a marciare ad ogni piè sospinto, si credeva padrone assoluto della piazza – uno spirito innovatore, a cui seguì un’avventura politica entusiasmante, al di là delle bandiere dei singoli gruppi politici aderenti. Questa, almeno, la percezione mia e dei cittadini presenti, orgogliosi di esserci e di sentirsi comunitariamente protagonisti.
Inevitabilmente, col decorrere degli anni, lo spirito propulsivo di allora si è sfilacciato e, nonostante la nascita di un unico contenitore, il PdL, si intravvedono i tentativi di ritornare indietro, alla vecchia politica à l’italienne, fatta di compromessi, di correnti, di ambiguità, di tessere, di nuovi arrivati.
A mio avviso, oggi occorre riprendere per mano quello spirito di novità e di passione per non finire nelle paludi della politica bizantina: è l’unico modo di essere davvero vicini al Presidente Berlusconi.
Anche se da posizioni di indipendenza critica, distinti dalla balena azzurra, che negli anni si è fin troppo appesantita per un eccesso di consenso utilitaristico in molti nuovi sopraggiunti.
Distinti non significa distanti: anzi, il confronto tra varianti di opinioni all’interno della stessa famiglia – nel rispetto dell’autonomia di ciascuno – è il metodo appropriato per ridare vitalità allo spirito positivo che ha percorso il nostro Paese grazie alle grandi intuizioni di statista del Presidente Berlusconi, che non ha mai amato il teatrino della politica ed ha saputo infondere negli Italiani fiducia in sé stessi.
Gli auguro di rimettersi presto e bene e di ricuperare entusiasmo ed ottimismo, per continuare a cooperare al bene della nostra Nazione; per quanto mi concerne, da cittadino, nel mio piccolo, non farò mancare il mio modesto contributo.