domenica 6 gennaio 2013

Una Befana di TARES



La raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani  ha superato, nel 2008, il 64% (ultimo anno della precedente Amministrazione) e, oggi, dopo altri 4 anni, a quanto si apprende, si attesta sul 67% con un risultato che parla da solo e dimostra il successo di questa iniziativa, introdotta nel 2002, che è entrata a far parte delle abitudini dei Saronnesi, pronti ad una concreta collaborazione per il recupero dei materiali dismessi.
Allora, ai tempi della mia prima Giunta, le cose stavano ben diversamente; anni di chiacchiere inconcludenti della precedente maggioranza (simile a quella odierna) avevano di fatto frenato l’impegno verso la differenziazione; un inconcludente vorrei ma non riesco, ben presto smentito dai fatti.
Nonostante le diffidenze e i bastoni tra le ruote degli ecologisti a parole, nel 2001 si riuscì a bandire una nuova gara d’appalto, con la differenziazione spinta; grazie all’entusiasmo (e al coraggio) dell’allora Assessore Fausto Gianetti e del personale comunale fortemente coinvolto, ad ottobre 2002 il nuovo servizio incominciò seriamente ed ebbe un successo impensabile, sia organizzativo, sia per l’adesione immediata e scrupolosa dei Saronnesi, autori di uno straordinario esempio collettivo di civismo.
La raccolta differenziata si è poi diffusa come mentalità con il continuo apporto dei cittadini, che ha permesso il conseguimento, da anni, di significativi riconoscimenti da parte della Provincia di Varese e di Legambiente – che pongono Saronno tra i livelli più alti delle città riciclone –; così come ancora oggi, anche se non ci si deve fermarsi a vivere sugli allori, le cui radici non risalgono di certo all’attuale, compiaciuta maggioranza.
In aggiunta alle attuali modifiche, appena entrate in vigore, ci permettiamo di suggerire che il servizio di raccolta domiciliare possa essere ampliato con nuove specificità, come ad es.  il prelievo a domicilio degli olii vegetali alimentari combusti (raccolti in appositi contenitori) e, differenziatamente e in tempi determinati, di stoffe, abiti usati, residui di piccola sartoria, che altrimenti finiscono nel sacco nero.


Al di là di questo, tuttavia, attendiamo con preoccupazione di conoscere le modalità di applicazione della TARES, la nuova tassa rifiuti dal 1° gennaio 2013, prevista dal c.d. decreto salva Italia, Legge 214/2011, che sostituisce la TARSU.

Essendo la Tares un tributo il cui gettito andrà direttamente a finanziare le entrate comunali, il meccanismo di applicazione delle aliquote della tassa imporrà ai Comuni che non hanno raggiunto la copertura della spesa sostenuta per la raccolta dei rifiuti di aumentare il prelievo richiesto ai cittadini perché varrà appunto il principio che il costo del servizio per la raccolta dei rifiuti dovrà essere integralmente coperto dal gettito prodotto dalla Tares.

Finora, i proventi della TARSU, pagata dai cittadini, nel nostro Comune coprivano già sostanzialmente il 100% il costo del servizio; quindi dovremmo stare tranquilli: l’aritmetica dovrebbe rassicurare i Saronnesi, che già azzeravano interamente la spesa, anche grazie alle entrate derivanti dalla vendita di carta, vetro, metallo, plastica, ecc., diligentemente differenziati da tutti.

Ma i giornali e la televisione parlano a gran voce di altra stangata in vista e lanciano l’allarme.

Speriamo che la TARES (parola che suona male, assomiglia al plurale di tara, cioè di peso…) non sia la scusa perché qualche zelante Assessore, da riverito economista, tiri ai Saronnesi un altro scherzo barbino, tramite funambolici e addomesticati nuovi regolamenti comunali attuativi; abbiamo giù visto com’è finita con l’IMU nella santa versione saronnese; per la TARES un consimile trattamento sarebbe un tradimento, uno schiaffo agli sforzi pluriennali dei lodevoli Saronnesi rivelatisi infaticabili differenziatori…