sabato 28 giugno 2014

Tu es Petrus


29 giugno, San Pietro e San Paolo

Tu es Petrus et super hanc petram aedificabo Ecclesiam meam. Et tibi dabo claves regni coelorum. Et ianuae inferi numquam praevalebunt adversus eam.
Duro crederlo, mentre in Iraq sul terreno continuano ad affrontarsi esercito e ribelli sunniti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isis) e, si consuma il dramma della popolazione civile in fuga dalle violenze. Soprattutto la comunità cristiana è vittima di questo conflitto, obiettivo degli attacchi indiscriminati dei miliziani fondamentalisti.
Una drammatica realtà subìta per mano crudele e fanatica dai  nostri fratelli cristiani d'Iraq, appartenenti ad una delle più antiche Chiese apostoliche.
Ma continuiamo a credere fermamente: non praevalebunt.
I Santi Apostoli Pietro e Paolo consòlino ed intercedano; la preghiera secondo l'intenzione di Papa Francesco, successore di Pietro. 

Come domani...


29 giugno 1956, cinquantotto anni fa: quanta strada percorsa da quando ho visto la luce all'ombra del campanile di San Francesco... 
Per fortuna, conservo ancora chiarissimo e grato  il ricordo di Corso Italia 90, delle persone con cui sono cresciuto e dell'atmosfera che si viveva, così diversa dall'oggi. 
Incomincio a sentirmi vagamente come un reduce. 
Ma, a Dio piacendo, spero di ripetermi ancora lungo...
Prosit

sabato 21 giugno 2014

Tutto a sinistro pagamento


Il barbuto Ministro ai Beni Culturali ha riorganizzato le tariffe d’accesso ai musei ed ai siti archeologici: dal 1à luglio, gli over 65 pagheranno il biglietto intero, mentre per gli under 18 (e per alcune categorie di lavoratori, tra cui gli insegnanti) è previsto l’ingresso gratuito.
“Inoltre – ha spiegato Franceschini – viene istituita la ‘domenica al museo’ nel corso della quale, ogni prima domenica del mese, tutti i luoghi della cultura potranno essere visitati gratuitamente. In questo modo si rende più equa la gratuità non legandola a fasce d’età, ad eccezione che per gli under 25. Si evita anche – ha aggiunto il ministro – che facoltosi turisti stranieri over 65 non paghino il biglietto come avviene oggi”. Secondo Franceschini, infatti, questo è l’unico modo per adeguarsi agli standard dell’Ue: “L’analisi dei dati sugli ingressi nei nostri musei, dove ogni anno più di un terzo dei visitatori non paga il biglietto, impone una svolta europea”, spiega il ministro (fonte: “Il Fatto Quotidiano”, http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/06/19/musei-franceschini-cambiano-tariffe-nei-musei-over-65-pagano/1033279/).
Quindi, per far pagare a misteriosi facoltosi stranieri over 65, anche tutti gli oltre sessantacinquenni italiani, miserabili e milionari, dovranno pagare il biglietto intero, naturalmente per allinearci all’Europa.
Il governo del “Dice” ha così beffardamente aggiunto un’altra tassa a quelle che già inventato in pochi mesi: la sinistra per cui le tasse sono bellissime ha una fantasia irraggiungibile, in merito; poi promette che manderà a casa il mod. 730 precompilato, ma ben si guarda dall’abbassare la pressione fiscale.

Ma non dobbiamo lamentarci nemmeno nel nostro orticello saronnese, perché anche a livello locale le tasse occulte aumentano sinistramente a dismisura per la frenetica attività impositrice della Giunta degli ìncliti velocipedisti amanti dei divieti.
Con ossessiva coerenza, ecco sfornato il recente provvedimento secondo cui il parcheggio in Via Legnani, Via Pellico e Via Verdi diventa a pagamento; la motivazione: rendere a pagamento gli stalli a ridosso della zona a traffico limitato così da spingere gli automobilisti a lasciare l’auto più lontano e muoversi a piedi fino al centro” (fonte: http://ilsaronno.it/?p=37801).
La crociata bandita dall’Amministrazione contro l’automobile anche con altri cervellotici provvedimenti provvedimenti (dall’ipocrita 30 all’ora, a certi sensi unici) non ha sosta, benché sia percepito da chiunque che il traffico sia di molto diminuito in questo periodo di crisi (il costo della benzina ha indotto moltissimi a non muoversi con l’automobile).
Nemmeno la presenza di importanti servizi pubblici (come l’Ospedale, già penalizzato con la sosta a pagamento in Piazzale Saragat, scuole, ambulatori, luoghi di svago) ha impedito l’ultima lenzuolata di strisce blu.
Ma, al di là dello sconcerto sull’opportunità di tali misure, sorgono serissimi dubbi sulla legittimità di queste misure; l’argomento non è nuovo, ma è stato a lungo trattato dalla giurisprudenza, fino alla definitiva sentenza a Sezioni Unite della Suprema Corte di Cassazione n. 116 del 9 gennaio 2007:
«È nullo il verbale di accertamento e contestazione per sosta vietata in un’area di parcheggio a pagamento se nella zona non è presente anche un’area di parcheggio libera.
Sulla base del suddetto principio dichiarava la nullità ed inefficacia di alcuni verbali di accertamento e contestazione per sosta vietata e condannava il Comune di Quartu Sant’Elena al rimborso delle spese processuali.
L’art. 7, comma 8 del codice della strada, infatti, stabilisce che “qualora il comune assuma l’esercizio diretto del parcheggio con custodia o lo dia in concessione ovvero disponga l’installazione dei dispositivi di controllo di durata della sosta di cui al comma 1, lettera f) , su parte della stessa area o su altra parte nelle immediate vicinanze, deve riservare una adeguata area destinata a parcheggio rispettivamente senza custodia, o senza dispositivi di controllo di durata della sosta.
Tale obbligo non sussiste nei casi di:
  • area pedonale;
  • zona a traffico limitato;
  • zone definite "A" dall’articolo 2 del DM 1444/68 e in altre zone di particolare rilevanza urbanistica, opportunamente individuate e delimitate dalla giunta nelle quali sussistano esigenze e condizioni particolari di traffico” [A) le parti del territorio interessate da agglomerati urbani che rivestono carattere storico, artistico o di particolare pregio ambientale o da porzioni di essi, comprese le aree circostanti, che possono considerarsi parte integrante, per tali caratteristiche, degli agglomerati stessi].
Secondo i giudici della Suprema Corte il giudice di merito non ha esercitato un inammissibile controllo su scelte di merito rimesse all’esercizio del potere discrezionale dell’amministrazione, ma ha solo rilevato vizi di legittimità dei provvedimenti amministrativi istitutivi delle zone di parcheggio a pagamento, consistenti nella violazione dell’obbligo di prevedere anche aree di parcheggio libero» (Fonte: Altalex, 11.01.2007, http://www.altalex.com/index.php?idnot=2311)
La decisione della Suprema Corte, con la particolare incisività delle Sezioni Unite, ha dunque ribadito con chiarezza un principio oltretutto logico, che – cioè – aree di parcheggio libero ed aree di parcheggio a pagamento devono coesistere; e coesistere per davvero, con comodità, non  in modo fittizio e disagevole.
Peraltro, alcune acute osservazioni di attenti cittadini (cfr. http://ilsaronno.it/?p=37801, risposte di “Fiero Saronnese” e la successiva di “Anonimo”) pongono ulteriori, seri interrogativi di carattere tecnico sulla legittimità di queste misure.
Orbene, è tutto da verificare che gli ultimi parcheggi a pagamento, particolarmente nella zona dell’Ospedale già afflitta dal pagamento ovunque, siano legittimi, secondo il C.d.S. e l’applicazione delle Sezioni Unite.
L’Amministrazione dia dimostrazione di avere ben riflettuto e motivato queste decisioni; ne provi la legittimità al di là di ogni ragionevole dubbio (anche per evitare l’insorgere di un contenzioso).
Troppo facile fare cassa, sempre a detrimento dei cittadini saronnesi e dei numerosissimi utenti del nosocomio saronnese, semplicemente nascondendosi dietro il vano scopo di spingere gli automobilisti a lasciare l’auto più lontano e muoversi a piedi fino al centro, quasi fossimo tutti dei minus habentes da rieducare: lo vadano a dire, gl’ìncliti, a chi si reca in quella zona per curarsi o per accompagnare dei malati, non per diporto.

mercoledì 18 giugno 2014

Imbrattamento dei muri: beffe sventate


Nel nuovo Regolamento di Polizia Urbana, tra le tante cose, l’Amministrazione Comunale ha proposto di disciplinare anche il fenomeno dell’imbrattamento con scritti o disegni dei muri di qualsiasi edificio manufatto e monumento  pubblico o privato (art. 61).
Il testo originario sottoposto al Consiglio Comunale era letteralmente il seguente:

ART. 62 (Imbrattamento dei muri)

62.1 E' vietato imbrattare con scritti o disegni i muri di qualsiasi edificio manufatto e monumento  pubblico o privato.

62.2 Per quanto riguarda gli edifici privati i contravventori saranno soggetti a sanzione amministrativa da 150 a € 500 salvo si debba applicare l'art. 635 Codice penale, in ogni caso applicabile qualora il fatto sia commesso su edificio pubblico.

62.3 Il proprietario dovrà provvedere alla pulizia entro 60 giorni dalla notifica dell'ordinanza del Sindaco o dell'Assessore delegato. In caso di inottemperanza si applica la sanzione amministrativa da € 150 a € 500 .

Sono rimasto sbalordito per il contenuto del 3° comma e per due ragioni:
1)      tecnicamente, l’errore pacchiano di prevedere un’”ordinanza del Sindaco o dell’Assessore delegato”: uno svarione da matita blu, in quanto il Sindaco può emettere solo ordinanze contingibili ed urgenti e non per materie ordinarie, per le quali il potere ordinatorio è riservato ai dirigenti e responsabili di servizio; errore giuridico che rappresenta, però, una smania interventista non solo del Sindaco, ma addirittura dell’Assessore delegato, quando gli Assessori non hanno mai alcun potere di ordinanza (salvo il Vice Sindaco in caso di supplenza del Sindaco, ma sempre solo per motivi contingibili ed urgenti);
2)      nella sostanza, poiché appariva ingeneroso ed assurdo che il proprietario di un muro imbrattato (naturalmente da ignoti, ai quali non è stata comminata alcuna sanzione amministrativa fra quelle previste dal comma 2.) dovesse essere costretto alla pulizia e, nel caso non vi avesse provveduto, fosse passibile di una sanzione fino a 500 euri: insomma, per l’incauta Amministrazione, al proprietario devono andare sia il danno, sia le beffe.
Ho voluto rilevare che, in realtà, anche quando i muri imbrattati appartengono a privati, si tratta di una violazione dell’interesse pubblico di tutti i cittadini acché la città sia ordinata e pulita, il che comporta preventivamente un’adeguata vigilanza e, a fatto compiuto, un intervento almeno palliativo da parte del Comune.
L’interesse pubblico è prevalente per obiettive ragioni di decoro generale urbano.
Non si vede, perciò, per quale sensata ragione i proprietari già danneggiati debbano in proprio mettere mano al portafoglio per i restauri; ma alla parola proprietà privata, evidentemente, qualcuno è allergico.
Piuttosto, il Comune dovrebbe fomentare l’imitazione dell’esempio virtuoso che ci viene da Milano, dove – in collaborazione con il Comune – sono nate associazioni di benemeriti volontari che si curano di ripulire i muri devastati da scritte e disegni ed a cui il Comune stesso fornisce i materiali e gli strumenti per la ripulitura: un’ottima forma di collaborazione civica.
La nostra Amministrazione, invece, aveva scelto la strada tirannica della sanzione a carico dei danneggiati; una presa di posizione forse inconsciamente ideologica, dagli effetti ridicoli, prima che vessatòri.
Ho quindi proposto, insieme al Collega Consigliere Comunale di Unione Italiana, Pierluigi Bendini, un semplicissimo emendamento: l’abrogazione dell’increscioso comma 3., per motivi sia di illegittimità, sia di merito.
Seppur con il mal di pancia del Capogruppo del P.D. – invano arrampicatosi sui vetri – la maggioranza si è accorta dello svarione, al pari dell’Assessore alla partita, ed ha votato per l’accoglimento del mio emendamento, insieme a tutta la minoranza: il famigerato comma 3. è scomparso.
All’unanimità, dunque, abbiamo sventato una beffa clamorosa a detrimento di cittadini incolpevoli ed inermi; è bene che si sappia; una tantum, l’opposizione – che è stata costruttiva nella discussione di tutto il Regolamento, con la proposta di numerosi emendamenti migliorativi – è stata ascoltata.

Un cambio di passo, che ci sarebbe piaciuto vedere non solo nell’imminenza della scadenza di questa Amministrazione, ma fin dal suo esordio; purtroppo, invece, la maggioranza, in punto, è stata sempre sorda, perdendo di credibilità e connotandosi per arroganza ed autoreferenzialità. Peccato; chi ci ha rimesso  non è stata l’opposizione, ma chi ci sgoverna da più di quattro anni, insensibile alle critiche positive e sempre più permalosa (la vicenda dello stato di agitazione del personale comunale ne è un esempio molto serio).
Sperèmm…


domenica 15 giugno 2014

Il Crocifisso nelle scuole




"È legittima la scelta dello Stato di riservare maggiore visibilità alla religione maggioritaria del Paese attraverso la semplice esposizione di un simbolo religioso (quale il crocifisso) negli ambienti di scuola, sempre che tale scelta non conduca al vero e proprio indottrinamento. La sola affissione del crocifisso nelle aule scolastiche, non accompagnata da insegnamenti obbligatori del cristianesimo né da forme di intolleranza verso gli alunni di religione diversa, non viola il diritto dei genitori di orientare i propri figli verso un’educazione conforme alle proprie convinzioni religiose (art. 2 del Protocollo n. 1)"


Corte Europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo (CEDU), Causa Lautsi e altri c. Italia – Grande Chambre – sentenza 18 marzo 2011 (ricorso n. 30814/06) .