La raccolta differenziata dei rifiuti solidi urbani ha superato, nel 2008, il 64% (ultimo anno
della precedente Amministrazione) e, oggi, dopo altri 4 anni, a quanto si
apprende, si attesta sul 67% con un risultato che parla da solo e dimostra il
successo di questa iniziativa, introdotta nel 2002, che è entrata a far parte
delle abitudini dei Saronnesi, pronti ad una concreta collaborazione per il
recupero dei materiali dismessi.
Allora, ai tempi della mia prima
Giunta, le cose stavano ben diversamente; anni di chiacchiere inconcludenti
della precedente maggioranza (simile a quella odierna) avevano di fatto frenato
l’impegno verso la differenziazione; un inconcludente vorrei
ma non riesco, ben presto smentito dai fatti.
Nonostante le diffidenze e i
bastoni tra le ruote degli ecologisti a
parole, nel 2001 si riuscì a bandire una nuova gara d’appalto, con la
differenziazione spinta; grazie all’entusiasmo
(e al coraggio) dell’allora Assessore Fausto Gianetti e del personale comunale
fortemente coinvolto, ad ottobre 2002 il nuovo servizio incominciò seriamente
ed ebbe un successo impensabile, sia organizzativo, sia per l’adesione
immediata e scrupolosa dei Saronnesi, autori di uno straordinario esempio collettivo
di civismo.
La raccolta differenziata si è
poi diffusa come mentalità con il continuo apporto dei cittadini, che ha
permesso il conseguimento, da anni, di significativi riconoscimenti da parte
della Provincia di Varese e di Legambiente – che pongono Saronno tra i livelli
più alti delle città riciclone –;
così come ancora oggi, anche se non ci
si deve fermarsi a vivere sugli allori, le
cui radici non risalgono di certo all’attuale, compiaciuta maggioranza.
In aggiunta alle attuali modifiche, appena entrate
in vigore, ci permettiamo di suggerire che il servizio di raccolta domiciliare
possa essere ampliato con nuove specificità, come ad es. il prelievo a domicilio degli olii vegetali
alimentari combusti (raccolti in appositi contenitori) e, differenziatamente e
in tempi determinati, di stoffe, abiti usati, residui di piccola sartoria, che
altrimenti finiscono nel sacco nero.