Fugit inesorabile tempus, per tutti, anche per l’ìnclita, transeunte Giunta, che
vede il capolinea avvicinarsi con angoscia crescente: la pagella, questa volta,
non sarà data da compiacenti amici e compagni, ma dal corpo elettorale, di cui sente
il fiato sul collo.
Già disturbata da
eccessi di autoreferenzialità e dalla sicumera di chi si sente intoccabile e
non soggetta critiche, scambiate spocchiosamente per crimini di lesa
maestà, l’Amministrazione del 10 a zero (nessuno dei dieci grandi progetti promessi incautamente, ma con boriosa pompa,
nella duplice campagna elettorale del 2009 e del 2010, è stato realizzato!), si
distingue, ultimamente, per una collezione di perle da fare invidia ai gioielli
della Corona di Sua Maestà Britannica.
La vicenda del bando
della Fondazione Teatro per l’assunzione
di un “responsabile di
organizzazione e produzione”, con le conseguenti dimissioni del Consiglio di
Amministrazione, non è certo risolta da
un opinabile parere legale di parte,
peraltro non assolutorio, ma è complicata dall’annuncio di un’azione giudiziale
in sede di lavoro di chi si era formata l’aspettativa di un posto più
sicuro…
La vicenda
dell’acquisto di due appartamenti di proprietà comunale in Via Roma da parte di
Saronno Servizi s.p.a. (controllata al 99% dal Comune di Saronno) ha
dell’incredibile. Unica partecipante di un’asta ripetuta a cui nessuno aveva
partecipato per anni, Saronno Servizi ha acquistato dal suo controllore, ad un
prezzo che evidentemente il mercato rifiutava perché irrealistico (euro 401.000,00),
due appartamenti, ai piani alti di un condominio, per spostarvi i propri uffici
da Villa Gianetti, impegnando ben 100.000 euro (oltre al prezzo d’acquisto) per
future opere di manutenzione e di adattamento; il denaro occorrente proverrà
dall’assunzione di un mutuo di 500.000 euro oltre ad interessi…
La cosa curiosa è che Saronno Servizi s.p.a. contrattualmente era
tenuta a condurre in locazione il primo piano di Villa Gianetti sino al 30 giugno 2021, senza possibilità di
disdetta anticipata; l’8 gennaio 2014, perciò, la prossima concorrente chiedeva al Comune di rinunciare a questa clausola e
l’Amministrazione, con generosità ed una rapidità da primato, il 16 gennaio
2014 ha graziosamente autorizzato l’inquilina a risolvere anticipatamente il contratto di locazione. Cioè ha
rinunciato ad un’entrata certa di almeno 630.000 euro (canone di locazione dal
1° luglio 2014 al 30 giugno 2021), senza contare gli aggiornamenti ISTAT. Il
giorno dopo, 17 gennaio 2014, Saronno Servizi ha presentato l’offerta all’asta.
Un sincronismo da orologio di elvetica precisione.
Perché quest’atto di
liberalità, apparentemente di straordinaria amministrazione e di probabile
competenza del Consiglio Comunale e non della Giunta? Per permettere a Saronno
Servizi di partecipare all’asta, da cui è uscita vincitrice, senza avere (come
chiunque avrebbe potuto tranquillamente scommettere) alcun avversario.
Un’asta un po’
strabica, adeguatamente preparata addirittura da atti amministrativi comunali favorevoli
all’unica partecipante; se anche vi fosse stato un solo altro concorrente, si potrebbe sostenere che l’asta non fosse
stata turbata? O la turbativa sussiste anche nel caso di un solo concorrente,
previamente favorito dal venditore con atti amministrativi che pudicamente definiamo propedeutici?
Conseguenze: Il Comune, furbescamente, iscriverà a
bilancio, tra le entrate, 400.000 euro in più, una volta incassato il prezzo
pagato da una società che è sua al 99%; ma Saronno Servizi dovrà contrarre sùbito
un mutuo di 500.000 euro per pagare il prezzo offerto all’asta; il Comune
perderà il canone di locazione che, insieme al pagamento delle spese per le
utenze, riceveva ogni anno dall’inquilina Saronno Servizi: si tratta di circa
90.000,00 euro all’anno per il solo canone di minori entrate per il Comune,
mentre le spese di gestione ordinaria continueranno. Tra l’altro, è stato
proprio con quel canone di locazione che il Comune ha pagato il mutuo di lire 711.880.916
a suo tempo acceso per finanziare parzialmente i lavori di restauro di Villa
Gianetti (2003), mutuo che si estinguerà
il 31 dicembre 2015.
Si dirà che Saronno
Servizi potrà trasferirsi negli appartamenti acquistati solo dopo che il centro
di assistenza minori si collocherà nello
stabile dell’ex macello, una volta praticamente ricostruito. Ci vorranno anni,
probabilmente, ma intanto il Comune dovrà iniziare a pagare i ratei del mutuo
necessario per eseguire i lavori in Via Macello e Saronno Servizi, oltre al
canone di locazione di Villa Gianetti, dovrà pagare i ratei del mutuo di 500.000,00 contratto per l’acquisto e la
riqualificazione dei due appartamenti di Via Roma, nemmeno contigui all’altra
sede propria a piano terra, ma collocati nel bel mezzo di un condominio
residenziale…
Insomma, si
accontentano le velleità di una potentissima assessora sociale di avere un monumento a sé stessa (il nuovo centro di
assistenza minori in Via B. don Luigi Monza , quando lo stesso dimissionario
Assessore Fontana ha certificato che l’attuale sede negli appartamenti “venduti” di Via Roma era perfettamente
regolare ed idonea), si accontenta il mistico assessore al le risorse, che
nell’ultimo bilancio di questa Amministrazione si ritrova una nuova, ricca “entrata”
di 400.000 euro a spese di Saronno Servizi, cioè del Comune, e ne menerà vanto;
si accontenta la spasmodica necessità di una maggioranza scadente di finanziare
qualche opera=specchietto per le allodole in vista delle elezioni.
Contestualmente, però,
questo giro di soldi appare fittizio, perché, in buona sostanza, la proprietà rimane comunale (prima diretta,
ora indiretta tramite la controllata), mentre reale e concreto è il nuovo
debito di 500.000 euro di Saronno Servizi, oltre a tutti gli accessori prima
descritti.
Che fine farà, poi, il
primo piano di Villa Gianetti, ben 540 mq di elevato pregio, una volta
abbandonati da Saronno Servizi? Ci sarà un nuovo inquilino, che verserà un
congruo canone di locazione al Comune, destinato alle entrate di parte
corrente? O resterà desolatamente vuoto, senza produrre reddito e con il
conseguente degrado? Oppure sarà assegnato gratis
a qualche associazione amica? Le spese di gestione resteranno a carico del
Comune…
Anni fa, un simpatico
e competente consigliere di opposizione, oggi anima pensante della maggioranza,
soleva rimarcare ogni anno, in sede di discussione del bilancio, che questo era
pieno di “barbatrucchi”; oggi,
invece, solo di trucchi, senza
bisogno di ricorrere a neologismi.
Per non parlare, poi,
del destino del Palazzo di Giustizia di Via Varese, di cui si pronostica un uso
trino, con la coabitazione di un Corpo Militare (la Guardia di Finanza), di un
Organo Giudiziario (il relitto Giudice di Pace) e – dulcis in fundo – della Polizia Locale: un minestrone inqualificabile, che, per opere di riadattamento e di
separazione tra le diverse funzioni, costerà un occhio della testa.
Già, dimenticavamo… Questa declinante maggioranza ha portato la fantasia al potere… La realtà, tuttavia, rimane sempre quella: zero
tituli, 10 a zero rispetto alle mirabolanti promesse elettorali; un
altro titulo, però, se lo merita a
furor di popolo: il premio dello smantellatore, poiché l’Amministrazione si è
ben distinta nel lasciare andare a ramengo le ingenti opere pubbliche
realizzate precedentemente, con un degrado generalizzato che, ahimé, è sotto
gli occhi di tutti.
Coraggio…, ancora pochi mesi e gl’ìncliti saranno sgravati dal peso di governare
la città, compito rivelatosi davvero troppo difficile ed imbarazzante per loro,
imbattibili solo nelle vacue promesse.
Sorprendentemente, si
è fatto prendere la mano da questo clima onirico anche il serio, riflessivo,
pacato assessore all’urbanistica, il quale ha rilasciato dichiarazioni
entusiastiche sui mitici destini, da magnifiche
sorti e progressive, dell’area già
Cantoni, immaginando scuole, l’immancabile
parco, la ricucitura del quartiere, l’indispensabile
anello ciclopedonale, il recupero di aree nude al posto dell’edificato… Con quali soldi? Progetti di alto spessore, di
vera scienza urbanistica; peccato che collidano con la previa necessità di un’impegnativa
bonifica generale e con la natura di proprietà privata di queste aree.
In verità, bisogna
darne atto, l’assessore sognatore è in buona compagnia, giacché da altro lato politico
e per altre aree parimenti dismesse un recidivo funambolo propone ai proprietari di donare i terreni al
Comune per installarvi un parco tematico à
la page e a pagamento dedicato a Peppa
Pig, personaggio annoverabile tra gli Immortali dell’Academie Française o da
premio Nobel: già questo è
spettacolo; è arrivato il fenomeno… Se ne sentiva davvero la mancanza.
Dominus nos salvet!