Leggo con disagio crescente articoli di stampa, missive, dichiarazioni in cui si parla della degenerazione in atto della morente campagna elettorale: manifesti abusivi, confronti accesi tra improvvisati attacchini e, soprattutto, volgari insulti da trivio nei confronti della Candidata a Sindaco, Annalisa Renoldi.
Quest’ultima circostanza mi indigna (uso mio malgrado questo verbo, poiché non sono un abituale indignato speciale, che – a sinistra una squilla risponde – insorge ad ogni piè sospinto): non c’è nessunissima ragione, men che meno “politica”, che giustifichi il ricorso a termini disgustosi ed offensivi, per di più rivolti con tonitruante scompostezza ad una Signora.
Se ciò che mi è stato riferito corrisponde al vero (e non ho motivo di non prestarvi fede), spero in un seppur tardivo ravvedimento dell’autore dell’indegna gazzarra; per fortuna – rifletto amaramente – tra i compiti del Sindaco non c’è anche quello di insegnare la buona creanza: con taluni, infatti, sarebbe un’impresa impossibile.
D’altra parte, il primo turno elettorale è servito a spazzare via dal Consiglio Comunale, per volontà sovrana degli elettori, qualche devoto all’invettiva, all’ingiuria, all’insinuazione, all’indecente gestualità allusiva, con le quali – nella pietosa ed indifferente pazienza dei Consiglieri – si è ampiamente distinto.
Chi semina vento, raccoglie tempesta: il proverbio ha trionfato ancora una volta; oggi costoro sono già out, ex (non certo emeriti), benché appartenenti alla compagnia degli onesti e leali.
Urge che ci si dia una regolata severa: sennò, come stupirsi della crescente disaffezione al voto? I cittadini non sono barbari, ma elettori, da trattare con il massimo rispetto, al pari dell’Istituzione Comunale.
Quest’ultima circostanza mi indigna (uso mio malgrado questo verbo, poiché non sono un abituale indignato speciale, che – a sinistra una squilla risponde – insorge ad ogni piè sospinto): non c’è nessunissima ragione, men che meno “politica”, che giustifichi il ricorso a termini disgustosi ed offensivi, per di più rivolti con tonitruante scompostezza ad una Signora.
Se ciò che mi è stato riferito corrisponde al vero (e non ho motivo di non prestarvi fede), spero in un seppur tardivo ravvedimento dell’autore dell’indegna gazzarra; per fortuna – rifletto amaramente – tra i compiti del Sindaco non c’è anche quello di insegnare la buona creanza: con taluni, infatti, sarebbe un’impresa impossibile.
D’altra parte, il primo turno elettorale è servito a spazzare via dal Consiglio Comunale, per volontà sovrana degli elettori, qualche devoto all’invettiva, all’ingiuria, all’insinuazione, all’indecente gestualità allusiva, con le quali – nella pietosa ed indifferente pazienza dei Consiglieri – si è ampiamente distinto.
Chi semina vento, raccoglie tempesta: il proverbio ha trionfato ancora una volta; oggi costoro sono già out, ex (non certo emeriti), benché appartenenti alla compagnia degli onesti e leali.
Urge che ci si dia una regolata severa: sennò, come stupirsi della crescente disaffezione al voto? I cittadini non sono barbari, ma elettori, da trattare con il massimo rispetto, al pari dell’Istituzione Comunale.
Senza dimenticare il garbo per le donne (altrimenti, quanta ipocrisia nell’invocare le quote rosa!) e rinunciando alla querela facile per un confronto di idee, di programmi, non di turpiloquio.
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"Questa è la posta, di somma importanza per la nostra comunità; ne sono talmente consapevole da dichiarare apertamente che ripeterei questi medesimi concetti anche se le parti fossero invertite: non si scherza con le Istituzioni democratiche e con la rappresentanza della volontà popolare; Saronno viene prima e deve vincere sugli egoismi ed i particolarismi".
"Questa è la posta, di somma importanza per la nostra comunità; ne sono talmente consapevole da dichiarare apertamente che ripeterei questi medesimi concetti anche se le parti fossero invertite: non si scherza con le Istituzioni democratiche e con la rappresentanza della volontà popolare; Saronno viene prima e deve vincere sugli egoismi ed i particolarismi".
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