La disaffezione per il voto è un fenomeno sempre più preoccupante: sembra quasi che i cittadini considerino le elezioni un’inutile perdita di tempo, convinti – da una parte – che non cambierà nulla, rassegnati – dall’altra – ad assistere alle irreali liti tra e dentro i partiti.
Capisco che un sentimento di ripulsa possa derivare istintivamente dalle non sempre brillanti performance della classe politica e che sia facile soggiacere alla tentazione di mandare tutti a quel paese, riservandosi il diritto al mugugno.
Non sono, però, buone e sufficienti ragioni per autoestraniarsi dalla vita della comunità in cui si vive, per rinunciare all’esercizio di un diritto che non è piovuto dal cielo gratis, ma che è invece il frutto di lunghe e sofferte lotte dei nostri avi.
Se il week-end è ormai più sacro della santificazione delle feste, al punto che è considerato con fastidio rinunciarvi, mi piace ricordare che, questa volta, si può votare anche lunedì, sino alle ore 14.00; sicché la tintarella al mare o la passeggiata in montagna non sono di ostacolo all’accesso alle urne.
A maggior ragione questa volta nella nostra città, in cui si potrebbe verificare l’ipotesi di un pateracchio, con l’ingovernabilità o il trionfo del trasformismo.
Andare a votare per scegliere il Sindaco è quindi un dovere civico a cui nessuno si può sottrarre; i Saronnesi si sono già pronunciati sulla maggioranza del Consiglio Comunale; ora si tratta solo di confermare pienamente il responso già uscito dalle urne.
Con chiarezza e senza pasticci, anche a dispetto delle pelose, unilaterali, deprimenti e suggestive interviste che si leggono su qualche giornale, occulto tifoso dell’assenteismo, con la speranza che favorisca l’uno rispetto all’altra.
Capisco che un sentimento di ripulsa possa derivare istintivamente dalle non sempre brillanti performance della classe politica e che sia facile soggiacere alla tentazione di mandare tutti a quel paese, riservandosi il diritto al mugugno.
Non sono, però, buone e sufficienti ragioni per autoestraniarsi dalla vita della comunità in cui si vive, per rinunciare all’esercizio di un diritto che non è piovuto dal cielo gratis, ma che è invece il frutto di lunghe e sofferte lotte dei nostri avi.
Se il week-end è ormai più sacro della santificazione delle feste, al punto che è considerato con fastidio rinunciarvi, mi piace ricordare che, questa volta, si può votare anche lunedì, sino alle ore 14.00; sicché la tintarella al mare o la passeggiata in montagna non sono di ostacolo all’accesso alle urne.
A maggior ragione questa volta nella nostra città, in cui si potrebbe verificare l’ipotesi di un pateracchio, con l’ingovernabilità o il trionfo del trasformismo.
Andare a votare per scegliere il Sindaco è quindi un dovere civico a cui nessuno si può sottrarre; i Saronnesi si sono già pronunciati sulla maggioranza del Consiglio Comunale; ora si tratta solo di confermare pienamente il responso già uscito dalle urne.
Con chiarezza e senza pasticci, anche a dispetto delle pelose, unilaterali, deprimenti e suggestive interviste che si leggono su qualche giornale, occulto tifoso dell’assenteismo, con la speranza che favorisca l’uno rispetto all’altra.
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"Questa è la posta, di somma importanza per la nostra comunità; ne sono talmente consapevole da dichiarare apertamente che ripeterei questi medesimi concetti anche se le parti fossero invertite: non si scherza con le Istituzioni democratiche e con la rappresentanza della volontà popolare; Saronno viene prima e deve vincere sugli egoismi ed i particolarismi".
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