Il Grande Fratello 30 ci osserva: dai cartelli posticci in cartoncino, dai manifesti in quadricromia e, ora, dagli striscioni giganteschi. Per non parlare delle telecamere.
Un’attenzione compulsivo-ossessiva, che si trasforma in propaganda unilaterale di regime ed in silenzioso, guardingo ed autoritario trappolone.
Esempio preclaro di pubblicità-regresso, degno dell’educazione popolare senso unico, per crearsi il consenso che non c’è.
A quando l’inno ufficiale?
Sulle parole: “Noi vogliamo tanto bene / al Grandissimo Fratello! / Lui ci regge e ci sostiene / Lui ci dice: trenta è bello! / Obbedendo ai Suoi dettati / rispettiam ogni cartello! / Finalmente ci ha educati / l’amatissimo Fratello! / Lunga vita al Reggitore / dal pensiero saggio e bello! / Deh, compagni, a tutte l’ore / su brindiam con il Trentello! ”.
Come accompagnamento, la musichetta di “Noi vogliamo tanto bene alla Madre Superiora”.
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