La battaglia per il mantenimento dell’Ufficio del
Giudice di Pace a Saronno è cosa buona e
giusta.
Non vi è alcuna motivazione campanilistica, ma solo la
consapevolezza che la presenza di un presidio giurisdizionale in città, seppure
limitato ad una competenza non poi così “minore” in sede civile e penale, sia
essenziale per il servizio di enorme utilità che svolge in una zona densamente
popolata a beneficio dei cittadini.
Non è indifferente che anche il Giudice di Pace se ne
vada a Busto Arsizio; sarà pur vero che questa città è vicina; tuttavia,
bisognerebbe andarci di proposito, con notevole dispendio di tempo e di
energie, per avere un servizio affollato, difficile e mischiato a quello di altre grosse realtà,
come – appunto – Busto Arsizio, Gallarate, Legnano e Rho, con un inevitabile
aumento di costi.
Per questo, con il Gruppo Consiliare di Unione Italiana, mi unisco all’accorato appello del Giudice
di Pace Coordinatore, Dott. Venuto, e del Sindaco di Saronno che – supportato dall’intiero
Consiglio Comunale – ha invitato i tutti i Sindaci del già mandamento ad
accollarsi le contenute spese per conservare in Saronno questo “Tribunalino”:
sarebbe un modesto sacrificio per le casse dei Comuni, che – in cambio –
darebbero effettiva prova di essere sensibili alle necessità vive e concrete
dei propri amministrati e di saper interpretare, in modo pratico, quell’aspirazione
all’autonomia delle comunità così spesso invocata.
I cittadini si attendono una risposta fattiva; non c’è
nulla di politico, è un’occasione irripetibile perché i Sindaci assumano
insieme un’iniziativa importante ed autenticamente popolare; sono certo che
nessuno si vorrà sottrarre.
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