Nel nuovo Regolamento di
Polizia Urbana, tra le tante cose, l’Amministrazione Comunale ha proposto di
disciplinare anche il fenomeno dell’imbrattamento
con scritti o disegni dei muri di qualsiasi edificio manufatto e monumento pubblico o privato (art. 61).
Il testo originario
sottoposto al Consiglio Comunale era letteralmente il seguente:
ART. 62 (Imbrattamento dei muri)
62.1 E'
vietato imbrattare con scritti o disegni i muri di qualsiasi edificio manufatto
e monumento pubblico o privato.
62.2 Per
quanto riguarda gli edifici privati i contravventori saranno soggetti a
sanzione amministrativa da € 150
a € 500 salvo si debba applicare l'art. 635 Codice
penale, in ogni caso applicabile qualora il fatto sia commesso su edificio
pubblico.
62.3 Il proprietario dovrà provvedere alla pulizia
entro 60 giorni dalla notifica dell'ordinanza del Sindaco o dell'Assessore
delegato. In caso di inottemperanza si applica la sanzione amministrativa da € 150 a € 500 .
Sono rimasto sbalordito per
il contenuto del 3° comma e per due ragioni:
1) tecnicamente, l’errore
pacchiano di prevedere un’”ordinanza del
Sindaco o dell’Assessore delegato”: uno svarione da matita blu, in quanto
il Sindaco può emettere solo ordinanze contingibili ed urgenti e non per
materie ordinarie, per le quali il potere ordinatorio è riservato ai dirigenti
e responsabili di servizio; errore giuridico che rappresenta, però, una smania
interventista non solo del Sindaco, ma addirittura dell’Assessore delegato, quando gli Assessori non hanno mai alcun potere
di ordinanza (salvo il Vice Sindaco in caso di supplenza del Sindaco, ma sempre
solo per motivi contingibili ed urgenti);
2) nella sostanza, poiché appariva
ingeneroso ed assurdo che il proprietario di un muro imbrattato (naturalmente
da ignoti, ai quali non è stata
comminata alcuna sanzione amministrativa fra quelle previste dal comma 2.) dovesse
essere costretto alla pulizia e, nel caso non vi avesse provveduto, fosse
passibile di una sanzione fino a 500 euri: insomma, per l’incauta
Amministrazione, al proprietario devono andare sia il danno, sia le beffe.
Ho voluto rilevare che, in
realtà, anche quando i muri imbrattati appartengono a privati, si tratta di una
violazione dell’interesse pubblico di tutti i cittadini acché la città sia
ordinata e pulita, il che comporta preventivamente un’adeguata vigilanza e, a
fatto compiuto, un intervento almeno palliativo da parte del Comune.
L’interesse pubblico è prevalente per obiettive
ragioni di decoro generale urbano.
Non si vede, perciò, per
quale sensata ragione i proprietari già danneggiati debbano in proprio mettere
mano al portafoglio per i restauri; ma alla parola proprietà privata,
evidentemente, qualcuno è allergico.
Piuttosto, il Comune
dovrebbe fomentare l’imitazione dell’esempio virtuoso che ci viene da Milano,
dove – in collaborazione con il Comune – sono nate associazioni di benemeriti volontari
che si curano di ripulire i muri devastati da scritte e disegni ed a cui il
Comune stesso fornisce i materiali e gli strumenti per la ripulitura: un’ottima
forma di collaborazione civica.
La nostra Amministrazione, invece, aveva scelto la strada tirannica della
sanzione a carico dei danneggiati; una presa di posizione forse inconsciamente
ideologica, dagli effetti ridicoli, prima che vessatòri.
Ho quindi proposto, insieme
al Collega Consigliere Comunale di Unione Italiana, Pierluigi Bendini, un
semplicissimo emendamento: l’abrogazione dell’increscioso comma 3., per motivi
sia di illegittimità, sia di merito.
Seppur con il mal di pancia
del Capogruppo del P.D. – invano arrampicatosi sui vetri – la maggioranza si è
accorta dello svarione, al pari dell’Assessore alla partita, ed ha votato per l’accoglimento
del mio emendamento, insieme a tutta la minoranza: il famigerato comma 3. è scomparso.
All’unanimità, dunque, abbiamo sventato una beffa clamorosa a detrimento
di cittadini incolpevoli ed inermi; è bene che si sappia; una
tantum, l’opposizione – che è stata costruttiva nella discussione di tutto
il Regolamento, con la proposta di numerosi emendamenti migliorativi – è stata
ascoltata.
Un cambio di passo, che ci sarebbe piaciuto vedere non solo nell’imminenza della scadenza
di questa Amministrazione, ma fin dal suo esordio; purtroppo, invece, la
maggioranza, in punto, è stata sempre sorda, perdendo di credibilità e
connotandosi per arroganza ed autoreferenzialità. Peccato; chi ci ha rimesso non è stata l’opposizione, ma chi ci sgoverna
da più di quattro anni, insensibile alle critiche positive e sempre più
permalosa (la vicenda dello stato di agitazione del personale comunale ne è un
esempio molto serio).
Sperèmm…