venerdì 20 gennaio 2012

Ricami (52): i 30 nella polvere

  
Un anno fa, con la supponenza di chi crede di essere taumaturgo, l’attuale, transeunte, ìnclita Amministrazione ci ammanniva il divieto di circolazione a più di 30 km all’ora, con la motivazione che avrebbe avuto effetti miracolistici sulla diminuzione del’inquinamento atmosferico.
Provvedimento dapprima provvisorio, è stato poi reso definitivo, con la riduzione di tutta la città a luogo perennemente sottoposto a divieto, salvo qualche limitata e furbesca eccezione; una valanga di segnaletica verticale è stata posta all’uopo, al pari di una massiccia segnaletica orizzontale, vezzosamente policromatica; la Polizia Locale è stata dotata addirittura di tele laser per meglio accertare le infrazioni e rimpinguare le casse comunali; sicuramente, un investimento di una certa entità.
I poveretti che osarono dubitare della validità di questo provvedimento furono tosto zittiti come disinformati ed incapaci di scelte coraggiose, peraltro – sempre secondo l’attuale, transeunte, ìnclita Amministrazione sostenuta da inoppugnabili prove scientifiche e da innumerevoli esempi europei (i nostri Amministratori viaggiano, sono esteròfili).
A nulla valsero raccolte di centinaia di firme: Administratio locuta est.
Successivamente, per indorare la pillola e per aggirare la montante protesta, i 30 all’ora furono oggetto di un curioso détournement di motivazione: si disse che erano fondamentali per la sicurezza dei pedoni e dei ciclisti e per il miglioramento della circolazione.
Non è mancata una recente ordinanza sindacale che, ad abundantiam, ha stabilito in 20°C la temperatura massima del riscaldamento domestico (temperatura già imposta da altre superiori leggi e regolamenti…; ma al Reggitore saronnese piace ordinare) ed ha vietato di tenere aperte le porte degli esercizi commerciali (quanti saranno, poi, quelli che si comportano così scioccamente?); il tutto preceduto da un decalogo di buone pratiche, già note all’almanacco di Frate Indovino e di Zia Petronilla (la scoperta dell’acqua calda o della tazzina con il manico a sinistra per mancini, a confronto, sarebbero da premio Nobel).
Oggi apprendiamo che il 18 gennaio 2012 «in provincia di Varese il record negativo (dell’inquinamento da PM10) lo conquista, come altre volte, la città di Saronno che, con una soglia di allarme a 50 microgrammi su metro cubo, raggiunge una rilevazione di 224 µg/mc». 
Risultato stratosferico, di cui non si può non complimentarsi con l’attuale, transeunte, ìnclita Amministrazione.
Da sempre ci siamo permessi di ribadire che il problema dell’inquinamento atmosferico non è isolato e circoscritto alla nostra città, ma è purtroppo comune, con differenziazioni, a tutta la Valle Padana, sicché l’unico modo per combatterlo e contenerlo consiste in interventi strutturali globali, con la partecipazione di tutti gli enti coinvolti (Regioni, Province, Comuni).
Da noi, invece, si è puntato sui provvedimenti-shock, inutilmente tormentosi per i cittadini, rivelatisi puntualmente vani perché il PM10 non conosce confini territoriali; misure di carattere meramente ideologico, per salvarsi la coscienza ecologica e per incidere educativamente sul libero comportamento dei cittadini stessi, bisognosi e meritevoli di lezioni dall’ “alto”.
Non è nostra abitudine intrecciare polemiche e rilasciare dichiarazioni stillanti indignazione ed accuse di inefficienza; consapevoli dell’ampiezza del problema, il 28 novembre scrivevamo:

il problema è strutturale e misure generali sono le uniche che, seriamente, potrebbero condurre a qualche risultato; il singolo Comune ha le mani legate.
Può, quindi, contare sulla nostra attenzione, il Sig. Sindaco; ad una condizione, però: che, per non far apparire Saronno come il regno indiscusso dei don Chisciotte, si decida finalmente a revocarel’inutile, odioso ed ideologico provvedimento che limita a 30 km all’ora la velocità dei veicoli in pressoché tutta l’indistinta città.
Provvedimento che l’attuale congiuntura dell’aria dimostra essere del tutto privo di efficacia sui PM10 e sugli altri inquinanti, salvo che perla pubblicità diretta ed indiretta che questa maggioranza ci ha lucrato sopra.
Rimosso il provvedimento com’è oggi, tutti i Gruppi Consiliari d’opposizione sarebbero sicuramente disponibilissimi (come hanno già provato con proposte concrete) a rivedere il sistema dei 30 all’ora, per ricondurlo a seria misura di sicurezza per le zone più sensibili; come pure sosterrebbero il Sig. Sindaco in una battaglia per la salute di tutti, nei confronti degli altri, più potenti ed importanti Enti superiori.
Saprà, il Sig. Sindaco, re melius perpensa, passare dagli allarmi e dalle lamentele all’ascolto delle migliaia di persone che invocano un passo indietro? Se sì, ci farebbe un bel regalo di Natale, a costo quasi zero (la segnaletica, ormai, è stata frettolosamente posata) e darebbe prova di ammirevole capacità di riflessione”.

Natale è trascorso e nessuna risposta è arrivata, se non l’ennesima, inutile ordinanza ed il nuovo record di PM10.
Continui a baloccarsi così l’attuale, transeunte, ìnclita, compiaciuta, demagogica, provvisoria Amministrazione, così amante dei divieti. 
Servissero almeno a qualcosa...

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