Terminate le lunghe festività di fine anno, vissute in modo più dimesso del solito (“sobriamente”, per stare ad un’espressione oggi di molto in voga), si riprende l’abituale tran-tran.
Il 2012 si presenta come un anno in salita, se solo pensiamo alla gragnuola di tasse, imposte, tributi nazionali e locali che ci alleggeriranno le tasche, accompagnate dal triste e tristo viso di circostanza dell’uomo in loden, già in viaggio in Europa per allinearsi ai gallo-germanici.
Si dovrebbe essere depressi; il che sarebbe assolutamente normale di questi tempi.
L’ipocondria, tuttavia, non è una buona compagna; meglio evitarla e darsi da fare con fede e fiducia, speranza e carità.
Le tre virtù teologali sono di viva attualità, dopo anni di oblìo e di orgogliosa e baldante sicurezza nei destini magnifici e progressivi dell’economia.
D’altronde, per aspera ad astra; forse che le difficili contingenze ci risveglino da comode illusioni e ci ridiano il gusto dell’impegno?
Mica male; per ciascuno di noi e per l’intiera comunità nazionale; uno sforzo individuale e collettivo, di nostra volontà, in cui le notizie governative rappresentino solo un ostacolo superabile.
Non partiamo da zero e, facendo frutto degli errori, sapremo arrivare in cima alla salita e stupirci di avercela fatta, ammirando un panorama nuovo e respirando aria più tersa.
Buon 2012, nonostante tutto.
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