Il secolo XX è stato definito il secolo
del martirio, dal titolo efficace del documentatissimo e pietoso libro
omonimo di Andrea Riccardi (“Il
secolo del martirio: i cristiani
nel novecento”, Mondadori, Milano, nuova edizione 2009),
ispiratore della Comunità di Sant’Egidio
ed oggi Ministro del Governo Monti: «Questo libro – la cui attenta lettura mi permetto di
consigliare a tutti, inclusi gli occidentali che si vergognano delle proprie
radici - si mette al servizio della
memoria di tante donne e di tanti uomini morti nel Novecento perché cristiani.
Non è solo la storia di qualche cristiano coraggioso, ma quella di un martirio
di massa. Un mondo di deboli e di vinti. La storia del loro assassinio è quella
della loro debolezza e della loro sconfitta. Su questo il XXI secolo è chiamato
a riflettere, per meglio comprendere la storia del secolo passato e anche per
cogliere quale sia oggi la “forza” del cristianesimo. Un fenomeno enorme, che ha coinvolto almeno tre
milioni di martiri, uomini e donne con storie terribili e in buona parte
sconosciute, alla cui memoria questo volume rende omaggio ».
Siamo ormai nella seconda
decade del secolo XXI, ma la cronaca è tutt’altro che rassicurante in materia
di libertà religiosa e di rispetto per i diritti umani: è di oggi la notizia
dell’ennesimo massacro di cristiani in Nigeria
ed anche, new entry, in Kenya: “Domenica di
sangue nelle chiese cristiane in Nigeria e in Kenya, dove delle esplosioni
hanno provocato almeno venti morti, tra cui un sacerdote, e diversi feriti”; ancora:
“Domenica
di sangue: almeno venti i morti in Nigeria dopo un assalto con esplosioni e
sparatorie nel nord. A Nairobi invece una persona ha perso la vita e altre
dieci sono state ferite da una granata lanciata in chiesa”.
Tutto ciò dopo che, nei primi mesi del 2012, dolorosi episodi simili si
sono verificati, con inaudita violenza, sempre in Nigeria, nel Sudan del Sud
(appena dichiarato indipendente e già sotto attacco della Repubblica Islamica
del Sudan), in India,
in Egitto
(cristiani copti).
La Commissione degli USA in materia di libertà religiosa, nel suo
ultimo rapporto
annuale, il quattordicesimo, individua i Paesi più attivi in sede
persecutoria: Birmania, Cina (comunista), Egitto, Eritrea, Iran,
Iraq, Nigeria, Corea del Nord, Pakistan, Arabia Saudita, (nord) Sudan,
Tagikistan, Turchia, Turkmenistan, Uzbekistan e Vietnam, cui si aggiunge l’Afghanistan;
i cristiani non sono l'unico gruppo
religioso perseguitato in questi paesi. Ma, i cristiani sono l'unico gruppo
perseguitato in ognuno di essi, come annotano Newsweek e The Economist , secondo
cui la stragrande maggioranza dei perseguitati per motivi religiosi in tutto il
mondo sono i appunto i cristiani. Globalmente, questa persecuzione è vissuta da
tutte le tradizioni di fede cristiana: cattolica, ortodossa, evangelica,
pentecostale e protestante.
La
persecuzione si sta intensificando ora nel mondo musulmano, o in forma aperta
(come in Egitto, Tunisia e negli altri paesi della primavera araba, laddove i vincitori delle elezioni, di chiara
matrice islamica, hanno apertamente dichiarato la loro intenzione di pulizia
religiosa) o con mezzi più sofisticati, con misure più sottili, come in
Turchia, che producano senza dare nell’occhio l 'eliminazione delle minoranze
cristiane e non-musulmane attraverso un groviglio di vincoli burocratici che
ostacolano la capacità delle chiese di amministrarsi e, in alcuni casi, anche
di riunirsi per il culto. In Turchia, sede dei più antichi e venerabili
Patriarcati (Costantinopoli, Efeso, Antiochia), le minoranze cristiane lottano per trovare
luoghi in cui possano celebrare funzioni, si vedono negati i seminari in cui
formare il clero futuro, agli ecclesiastici è vietato indossare l’abito
clericale in pubblico, non hanno il diritto legale di essere riconosciuti come
chiese, con norme sicure a tutela dei diritti di raccogliersi liberamente in
spazi sacri per matrimoni religiosi, battesimi e funerali e di praticare pienamente
la propria religione.
Il secolo del martirio, dunque, si
perpetua con il sangue già abbondantemente sparso in questo dodicennio del
secolo XXI, che si scontra paradossalmente con il silenzio e la minimizzazione
da parte dell’opinione pubblica cristiana, disattenta, svogliata e concentrata
esclusivamente sui tormenti della crisi economico-finanziaria: una sorta di complicità implicita, di chi gira la testa dall’altra parte o la
seppellisce, come lo struzzo.
Fino
a quando questa renitenza a
riconoscere la realtà: dobbiamo attendere che succeda anche da noi quel che
accade in Paesi non poi così lontani dall’Italia e dall’Europa?
Fino
a quando i persecutori (che non sono
improvvisati, ma animati da fanatico spirito assolutista) potranno abusare di questa “pazienza” imbelle degli occidentali svagati e secolarizzati?
Intanto,
il sangue continua a scorrere e la gloriosa schiera dei martiri si infittisce a
vista d’occhio.