giovedì 28 giugno 2012
mercoledì 27 giugno 2012
Lampi (24): l’agenda sindacale
Inizio
estate impegnativo per l’ìnclita Giunta ed il suo Capo, con un’agenda fitta
fitta: 1) dimissioni a Saronno Servizi s.p.a.; 2) dimissioni alla Fondazione
Teatro Giuditta Pasta; 3) sciopero della Polizia Locale il 14 luglio; 4)
polemiche con ALER.
Ma
intanto, contemplando rapita il nuovo stravagante logo del Comune (sic!), «la
maggioranza consiliare saronnese ha approvato (salvo qualche
pavida defezione [il Sindaco e il
Presidente del Consiglio Comunale, robetta, insomma – n.d.r. -] ) una mozione per l'istituzione del Registro
del Testamento Biologico».
Ormai alla frutta,
abbondante d’estate, la maggioranza ha già preso appuntamento con il Notaio per
il proprio testamento pubblico?
Requiescat.
venerdì 22 giugno 2012
giovedì 21 giugno 2012
I Consigli di Amministrazione introvabili
Si sussurra che, dopo i problemi con il Consiglio di Amministrazione di Saronno Servizi s.p.a. (in vista la nomina del TERZO Consiglio in due anni...), anche alla Fondazione Teatro Giuditta Pasta le dimissioni dei Consiglieri arrivino a raffica...
CdA introvabili; maggioranza stabilissima nella recidiva litigiosità (che il pudìco Assessore Santo definisce così: "la presenza di malumori è come quella che c’è tra cugini: spesso non si ha va d’accordo perché si hanno vedute diverse sulle concezioni della famiglia; se dietro poi ci sono partiti la situazione si fa più complessa")...
Un fantasma all'opera; dimissioni a teatro.
L'ìnclita Giunta, invece, ha appena aggiunto un posto a tavola...
Congratulazioni vivissime per il gratùito spettacolo.
mercoledì 20 giugno 2012
I capponi di Renzo: Comune/Aler
Abbiamo seguito con
divertita (ma non troppo) sorpresa lo scambio
di comunicati-stampa emessi dall’ìnclita Amministrazione
Comunale e ALER
Varese in merito all’assegnazione degli alloggi realizzati nella già
foresteria del Seminario e in due lotti al Quartiere Matteotti: il Comune
accusa ALER di esasperante burocrazia; ALER risponde che i burocrati risiedono
in Comune.
Al di là della perla linguistica contenuta del
comunicato-stampa municipale («qual’
è il bisogno abitativo»,errore da penna blu commesso alla vigilia
dell’inizio degli esami di maturità), notiamo che l’Amministrazione dà un’ulteriore prova di superficialità e di
approssimazione, condite con la consueta arroganza: si comporta come se gli alloggi di cui si tratta siano
di proprietà comunale e pretende di disciplinarne unilateralmente il destino, diméntica che l’attore principale resta
comunque ALER, che ha investito fior di quattrini nella nostra città con l’intervento
al già Seminario e con il complesso Accordo di Quartiere al Matteotti.
In realtà, all’attuale transeunte maggioranza, per motivi ideologici e
di politica di piccola bottega, queste
iniziative non sono mai piaciute, le osteggiò con mille pretesti quando
furono portate in Consiglio Comunale ed ora tenta ora di piegarle alla propria
volontà (memorabile una frase della potentissima SuperVicesindachessa in
carica, pronunciata in una seduta di Consiglio, secondo cui non si capisce quale utilità verrebbe al
Comune di Saronno dall’operazione all’ex Seminario: peccato che ALER, oltre
ad essersi accollata tutti i costi di progettazione e di esecuzione del
recupero dell’edificio, abbia versato cash
alle casse comunali la bella somma di oltre 1.000.000,00 di euri… e si sia trattenuto l’onere della gestione
dell’edificio…).
Non v’è dubbio che ci debba essere
collaborazione tra ALER ed altri Enti Pubblici interessati all’assegnazione
degli alloggi ammobiliati (destinati a studenti ed a lavoratori temporanei – si
pensi ad insegnanti, agenti delle Forze Armate, infermieri, ecc., fortemente
scoraggiati a venire a Saronno da canoni di locazione privati di altissimo
costo): diverse voci, competenti per svariati settori, possono concorrere ad efficaci sinergie.
Non v’è dubbio, però, che i ruoli
debbano essere rispettati: nel caso di specie, è ad ALER che compete l’assegnazione
finale; altri possono (anzi: devono) dare suggerimenti concreti, ma non possono pretendere di fare di testa
propria in casa d’altri; nemmeno con la pressione di inutili comunicati-stampa, buoni solo a rinfocolare polemiche.
Mentre gli Uffici Comunali – come sostiene ALER – rallentano il rilascio
dei permessi di costruire e l’ìnclita Amministrazione reclama (a qual titolo?
Botte piena e moglie ubriaca?) notevoli interventi a spese di ALER per prendersi in carico diversi alloggi (da
cui transiteranno nelle casse comunali cospicui
affitti), il problema abitativo è
esploso con tutta la drammaticità della crisi generale attuale (dopo che,
per un decennio, con un’attenta politica di acquisizione di alloggi al
patrimonio comunale, si era riusciti a
contenerlo, senza alcuna esecuzione di sfratti).
L’ìnclita Amministrazione come risponde? Ipocritamente auspica la
collaborazione, ma spara a zero con
i comunicati-stampa e con le polemiche; bel
modo di agire… Incita al litigio, come se fosse una soluzione e non un
mediocre tentativo di celare, dietro il fumo delle parole, la propria incapacità di operare.
Si bèccano tra di loro: come i
capponi di Renzo.
E le case… stanno a guardare.
Vuote.
giovedì 14 giugno 2012
Il bilancio-mongolfiera
Interessante dibattito ieri sera in
Consiglio Comunale in merito al conto consuntivo del 2011; a mio avviso,
l’appuntamento più importante dell’anno amministrativo, perché basato sui
risultati, veri, concreti e verificati e non, come il bilancio preventivo,
sulle previsioni. Appuntamento
malgrado ciò solitamente snobbato, perché i numeri nudi danno meno visibilità e sono renitenti
alla propaganda.
La qualità della discussione è stata
davvero notevole (perfino l’Assessore Santo mi ha stupito, confessando di
essere stato prevenuto nei miei confronti – suppongo negativamente – e invece mi
ha risposto in modo cortese e dialogante:
non è mai troppo tardi per
rispettarsi, anche se da posizioni spesso distanti); la materia è ostica e richiede lo sforzo
della riflessione; mi piacerebbe che il Presidente del Consiglio Comunale, ieri
sera particolarmente arcigno e rigido, si rallegri lui pure del proficuo
dibattito, che aveva tentato di azzerare con una severa e restrittiva applicazione del
regolamento: i Consiglieri che parlano a braccio – come nel mio caso – prima di
prendere la parola hanno necessità di qualche momento di raccoglimento per
impostare il proprio discorso; non siamo su una pista di atletica dove la
partenza è segnalata da un colpo di sparo… La fretta è cattiva consigliera.
Orbene, dal confronto è uscita la
diversità di impostazione tra l’attuale maggioranza ed i princìpi cui Unione
Italiana s’ispira, sulla scorta dell’esperienza amministrativa mia e di
numerosi altri suoi aderenti.
Il Segretario del PD, Dott. Gilardoni,
ha sottolineato che questo centro-sinistra, nel compilare il bilancio, per
trasparenza e correttezza delinea tutte le esigenze dei cittadini: quindi
elenca moltissimi progetti, anche se sa che, per le notorie difficoltà
economico-finanziarie contingenti, ne potrà realizzare solo una parte. Di qui
la normalità della forbice anche
molto ampia tra il preventivo ed il consuntivo.
Concetto – questo – accattivante ed
esposto abilmente, ma tuttavia non convincente ed ambiguo.
Infatti, unico dell’opposizione – come
rilevato dallo stesso Dott. Gilardoni – ho riconosciuto senza tentennamenti
che, in un momento di crisi come quello che viviamo e con le ristrettezze
imposte dai Governi ai Comuni solo a
beneficio dei conti dello Stato, gli Enti Locali hanno ben poca libertà di
manovra e si trovano nella spiacevole situazione di amministrare bisogni
accresciuti con mezzi ormai insufficienti: è un dato di fatto che solo per
inutile demagogia altri hanno voluto ignorare.
Posto questo fondamento indubitabile,
nascono però le diversità di metodo: l’attuale maggioranza (transeunte com'è la vita), infatti, nel
bilancio preventivo del 2011 ha infilato una pluralità di interventi ab origine irrealizzabili ed ha proposto
l’assunzione di mutui per ben 6 milioni, di cui ne ha contratti soltanto per €
400.000 (sistemazione di strade): i mutui come dei tappabuchi. Questa differenza, unita ad altre grosse
cifre cambiate a causa di provvedimenti governativi e dell’inizio
dell’attuazione di un federalismo fiscale
mal concepito e peggio attuato, ha fatto sì che il totale del previsto per
entrata e spesa si sia rivelato superiore del 28% (ventotto per cento) rispetto
all’effettivo del consuntivo; in particolare, delle 18 opere impegnative
annunciate, solo 4 siano state realizzate (e nemmeno le più importanti).
Nel sottolineare questo differenziale
(pari a circa 15 milioni su 53), ho criticato (mi pare fondatamente)
l’allarmante superficialità previsionale, che ha dato luogo ad un bilancio
preventivo gonfiato a dismisura come una gigantesca mongolfiera.
In verità, a mio modesto avviso (modesto perché non sono un economista dalla riverita firma), nel
preventivo si devono esporre solo i progetti di cui si abbia la ragionevole
certezza di poterli realizzare, con l’indicazione puntuale e vera delle fonti
di finanziamento; in altre parole, si deve prevedere solo ciò che si ritiene
prudentemente di poter fare. Altrimenti, il bilancio preventivo si converte in
un elenco di buone intenzioni, di sogni ad occhi aperti, in una fabbrica di
illusioni.
L’attuale maggioranza, su questo
versante, ha scelto di comportarsi così; con la scusa di dichiarare le esigenze
dei cittadini e pur sapendo di essere in grado sì e no di provvedere alla mera
amministrazione ordinaria, ha confezionato un bilancio di ambizioni e di idee (alcune delle quali sono anche
condivisibili in teoria) ed ha deliberatamente confuso il suo programma
elettorale con le poste di bilancio di
previsione (sia dell’anno, sia del triennio: basti vedere il piano triennale
delle opere).
Insomma, il bilancio-mongolfiera per
dimostrare, sulla carta, che i famosi dieci grandi progetti, tanto strombazzati
in campagna elettorale e su cui il centro-sinistra ha costruito in buona parte
il consenso, sono vivi e vegeti: peccato
che, dopo due anni e mezzo di governo, non ne sia stato realizzato nemmeno uno.
Questo, dunque, rimprovero ai Reggitori
saronnesi: l’insistenza nell’illusione miracolistica di magnifiche sorti e
progressive improbabili ed impossibili stante l’attuale difficilissima crisi in
cui ci dibattiamo; e ciò non per trasparenza, come pudicamente si è cercato di
sostenere, ma solo per fare altro fumo ed indurre a nuove aspettative irrealistiche;
è propaganda pura (in ciò sono imbattibili!), nel tentativo di mantenere un consenso fortùito dovuto, come ben sa il centro-sinistra, più alle divisioni
altrui che alla propria solidità.
Le previsioni sono difficili, è vero; ma
non bisogna esagerare; sia onesta la maggioranza e si limiti ad un discorso
semplice semplice: cureremo attentamente
l’ordinaria amministrazione, nel tentativo di continuare ad erogare i servizi
cui i cittadini erano abituati; sarà già una cara grazia se ci riusciremo; le
grandi idee, i grandi progetti li conserviamo nei nostri desideri, ma li
dobbiamo rinviare a momenti migliori. Accontentiamoci anche di piccole cose
(che, se sono tante, messe insieme sono già un successo).
Un atteggiamento simile sarebbe prova di
lucidità e di umiltà; di più: sarebbe un vero esempio da imitare anche da parte
dei cittadini saronnesi, adusi – come tutti gli Italiani e gli Europei – a
vivere al di sopra delle reali possibilità da decenni: sarebbe buona politica, che anche noi
apprezzeremmo.
Il conto consuntivo del 2011 serva a
questa inversione di tendenza; i numeri, ahimé, parlano chiaro; dal
bilancio-mongolfiera e dalle promesse da marinaio alla forza, al coraggio di non promettere
troppo; senza eccedere in tecnicismi
ragionieristici o in rancorosi confronti con un passato, anche recente, in cui
la disponibilità di risorse era incomparabile a quella attuale dovuta al una
crisi profonda e lontana dalla conclusione.
Se la maggioranza si incamminasse su
questa strada di aderenza alla realtà, non ci limiteremmo ad incoraggiarla; altrimenti,
alla prova dei consuntivi, l’illusione non reggerà ed i Saronnesi, ancora più
attenti nel momento della difficoltà, scopriranno che il Re è nudo, anche se
ammantato di splendidi colori come un ciarliero pavone.
Forse per non dare troppo l'occhio l'Amministrazione non ha pubblicizzato per nulla il consuntivo, né sul SUO settimanale, cassa di risonanza di natura encomiastico-esornativa, dall'intenso profumo d'incenso, né sul SUO sito web in perenne restyling: meglio che i cittadini non sappiano e non disturbino il manovratore.
All'anno prossimo.
mercoledì 13 giugno 2012
Diffidare delle imitazioni
L'unico, vero, concesso e legittimo stemma di Saronno
Forse per distrarsi dalla noia del
nulla in cui si dibatte, l'ìnclita transeunte Amministrazione ha pensato bene
di giocare con il simbolo civico più importante ed identificante della città:
lo stemma.
Un ufficio
a corto di idee ha disegnato il sedicente nuovo stemma di Saronno per uniformare le
comunicazioni dirette sia all’interno che all’esterno”, “creare un format grafico per dare
alla Città di Saronno un’immagine di grande valore, un’identità precisa, chiara
e omogenea che renda le comunicazioni del Comune immediatamente e facilmente
identificabili” e favorire “l’usabilità
e la semplicità del manuale diventano punti di forza per una sua corretta
applicazione”.
Linguaggio oscuro e
confuso, che non è in grado di superare i dettami della legge, per certo
ignota agli Autori di siffatto brillante scoop.
L'unico
vero e legittimo stemma della Città di Saronno è quello concesso con Decreto
del Capo del Governo il 10 novembre 1932, con la corona e le insegne araldiche
di Città, concesse dal Presidente della Repubblica nel 1961.
Di entrambi i documenti si fa bella
mostra nello studio del Sindaco in Municipio (almeno sino al 2010)..
L'attuale "versione" escogitata
dall'Amministrazione costituisce una "variazione" grafica
estemporanea, non conforme alle regole
che disciplinano l'araldica comunale e non considerabile come ufficiale.
Particolarmente stravagante
(araldicamente parlando) il bottone azzurro caricato della lettera
"S"...
Il gonfalone e la bandiera sono stati
concessi con Decreto del Presidente della Repubblica in data 28 settembre 2007,
dopo una complessa trafila burocratica, di cui mi occupai personalmente.
Ovviamente, sul gonfalone e sulla bandiera
compare lo stemma VERO della Città
di Saronno, non la variazione inventata inopinatamente oggi.
Forse che si vorranno cambiare
anche gonfalone e bandiera?
Per ora, essi sono regolari e
dotati delle necessarie autorizzazioni degli Organi competenti (il Presidente
della Repubblica).
Il "nuovo stemma",
invece, non gode di alcuna autorizzazione
ed è un banale e nemmeno tanto riuscito "restyling"
del vero stemma.
Oltretutto, il cambiamento non è
conforme nemmeno allo Statuto Comunale
vigente, che all'art. 3, comma 2., stabilisce che "lo stemma comunale (è
quello) concesso con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data
10 novembre 1932".
Il
Consiglio Comunale
- unico organo istituzionale che è investito del potere di modificare lo
Statuto con maggioranza qualificata - NON
SI E' MAI PRONUNCIATO SULLA MODIFICA, che non è mai stata portata alla sua
attenzione.
Evidentemente, un ufficio comunale,
spalleggiato dall’assessore di turno, pensa di poter fare quello che vuole e
l'Amministrazione si accoda.
Chissà che cosa ne pensa il Presidente del Consiglio Comunale, che
è il primo tutore delle prerogative del consesso che dirige... Non c'interessa, invece, conoscere il parere del Segretario Generale: abbiamo già letto troppi suoi audit e ci basta.
Noi
continuiamo a restare fermi all’unico,
vero, concesso e legittimo stemma della Città; il resto passerà, come un
modesto temporale, uno stranuto di cui non tenere conto nella plurisecolare
storia saronnese.
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