Qualche pensiero in libertà, dopo mesi di silenzio,
dovuto alla necessità di affrontare con priorità coinvolgenti impegni personali
e professionali.
Se ne sono viste di tutti i colori: un Berlusconi
avviato alla sorte dell’ucraina Timoshenko , un parto plurigemellare nel
centro-destra, il PD in preda agli
sgambetti di tre baldi candidati a segretario,
un Governo sensibile all’antica ricetta del tassare, la Merkel portata
sugli altari dai tedeschi sempre più primi della classe, la crisi che solo gl’ingenui
possono credere ormai prossima alla conclusione.
Nel piccolo mondo saronnese, i riflessi di queste
contingenze nazionali ed internazionali non sono mancati: il profumo (o l’odore?)
delle urne amministrative della primavera del 2015 permea ed agita già gli “addetti
ai lavori” e qualche “volonteroso” , desideroso di non rimanere a bocca
asciutta in occasione della ripartizione di seggi ed incarichi comunali.
L’Amministrazione, invero, non dà segni di novità,
occupandosi operosamente di restare immobile, come ha fatto per oltre tre anni,
con qualche variazione dell’ultima ora; consolidata apertura alle tasse,
attenzione al velocipede ed alla riduzione della velocità, opere pubbliche
vicine allo zero, atteggiamento “comprensivo” verso le illegittime occupazioni;
è nata agonizzante, l’agonia andrà avanti “regolarmente” sino alla scadenza naturale
del mandato. Solo da ultimo, sgangherati ruggiti invocanti la mano pesante e l’ammissione
che, in quanto a tranquillità, anche a Saronno se ne sente fortemente la
mancanza.
Apparentemente più vivace il centro-destra, in cui
si segnala la comparsa di un funambolo caratterista onnipresente-tuttofacente (ma non
onnisciente), dedito ad iniziative spettacolari, come quando il Duce si faceva
ritrarre a mietere il grano a torso nudo: una tecnica propagandistica da
Istituto Luce, che cozza tuttavia con la dimostrata incapacità amministrativo-economica,
emersa platealmente nella disgrazIata vicenda della rinascita del Saronno
F.B.C., allorquando tutto saltò per un errore sull’IBAN del conto su cui
depositare fondi aleatori…
Si segnala, altresì, la decomposizione del PDL, con
la nascita di un “Centro”, separato dalla risorta Forza Italia, ormai ridotta
ad invitata habituée a garruli talk-show
televisivi ; mossa astuta, chiaroveggente ed anticipatrice, che “al centro”
porta “Saronno”, senza l’abuso dell’aggettivo “nuovo”, che invece a livello
nazionale hanno adoperato i “diversamente berlusconiani”.
Sì, perché di “nuovo” in questo “centro” non ve n’è
proprio, se si eccettuano le anime belle reclutate all’ultimo momento, per imbellettare
con un po’ di cipria primaverile e giovanile un’immagine assuefatta alle più
raffinate tecniche del lifting. Incapace,
tuttavia, di aggregare, in quanto ne
è ben nota la capacità disgregatrice
e demolitoria , che ha vittoriosamente condotto a due sconfitte elettorali successive
nel 2009 e nel 2010: probabilmente, aspira già alla terza.
L’avere una visione politica simile sul come
amministrare è un punto d’inizio, che richiede, però, un comune sentire ed un
affiatamento anche di carattere personale; le idee camminano sulle gambe degli
uomini e delle donne, ciascuno animato dalla propria personalità e dalle
proprie dimostrate capacità. Finché non si riconosce negli altri un uguale valore
di base, passato, presente e futuro, ma si agisce solo per ampliare il proprio
consenso al fine di imporsi, non si va da alcuna parte, lo si è ben visto.
Una cosa è amministrare (più propriamente: saper
amministrare); altra cosa è giocare alla politica,
da esperti manovrieri mai confrontatisi con l’azione amministrativa
concreta, se non per criticarla e sabotarla, massime dall’interno.
Meglio una leale distinzione, che una forzata ed
inconcludente alleanza, di cui l’attuale maggioranza, nella sua litigiosa
immobilità, è esempio preclaro.
Occorre, invece, un
radicale cambio di punto di vista e muovere da un programma amministrativo
locale, concreto, realistico, fondato sulle (poche) risorse a disposizione, con
limitati obiettivi per garantire il mantenimento di una comunità ordinata e
coesa e l’attenzione diffusa a condividere le difficoltà del momento, con i
meccanismi opportuni per decidere senza defatiganti e rovinosi compromessi.
Ci si deve
intendere sulle cose da fare e sul come farle nell’interesse di tutti. Un’intesa tra i Saronnesi e per i
Saronnesi, al di là di steccati superati ed ormai soltanto rovinosi; Annibale
non è alle porte, è già entrato in città e la devasta.
Amministrare, dunque, prima che politicare, condividere le capacità e le esperienze, prima che criticare per criticare o
sciogliersi in promesse oniriche; sacrificare i pregiudizi ideologici per consolidare le
fondamenta della comunità.
Non è facile, lo
so, soprattutto dopo decenni di iperdivisione.
Ma è l’unico
modo per non finire come i polli di Renzo.
Buona domenica.