venerdì 1 aprile 2016

Accoglienza e regole





La vicenda dell’accoglienza di profughi in città merita qualche riflessione.
  1. Ne è stato dato annuncio al termine della Via Crucis del venerdì santo; notizia improvvisa inserita in un contesto religioso particolarmente significativo, con l’accompagnamento di una lettera aperta dei sacerdoti cattolici del Decanato a nome dei cristiani del Saronnese;
  2. Indubbiamente un atto di carità di una comunità religiosa, che – tuttavia – dev’essere collocato all’interno delle regole di uno Stato di diritto, di cui il Sindaco – come Ufficiale del Governo – è il legittimo rappresentante in città e, forse, sarebbe dovuto essere discretamente informato prima per l’attivazione delle sue competenze;
  3. Nella lettera aperta, si dice: “Naturalmente tu sai che noi abbiamo le nostre regole, le leggi dello Stato, i regolamenti del Comune, le nostre tradizioni religiose e anche le nostre buone abitudini: ti chiediamo di impararle bene e sei tenuto a rispettarle”. Esortazione di buon senso e da chiunque condivisibile; però, bisogna dare l’esempio di come si rispettino le leggi e i regolamenti del Comune, si deve essere i primi in tal senso, altrimenti si è contraddittori ed inattendibili;
  4. Quindi, per dare accoglienza, prima di annunciarlo coram populo, ci si preoccupa, da bravi cittadini, di ottenere le autorizzazioni urbanistiche e sanitarie necessarie per rendere agibile e conforme alle norme l’edificio dove si darebbe ospitalità, per renderlo sicuro, decoroso e adatto alla bisogna;
  5. Altrimenti, è una forzatura, una forma di sovrapposizione di una parte della comunità, seppur animata dai più nobili intenti, rispetto al governo municipale, che rappresenta legittimamente tutti i Saronnesi, senza distinzione alcuna e senza eccezioni, e – come tale – è chiamato al rispetto delle regole;
  6. Il concerto delle Autorità coinvolte, civili e religiosi, è il presupposto fondamentale: ciascuno ha le proprie competenze, che possono (devono) trovare il giusto punto d’incontro; la separazione collaborativa che regola i rapporti tra Stato e Chiese, stabilito dalla Costituzione, dà da sempre ottima prova di sé ed ha realizzato importanti iniziative comuni, con l’armonica intesa tra le due parti;
  7. In questo caso, sembra che una certa fretta abbia contaminato un’operazione di per sé lodevole; con l’effetto sgradito di aver fomentato polemiche ed arroccamenti, di cui non v’era proprio bisogno per un argomento così difficile e d’attualità;
  8. Non resta che augurarsi che le Autorità competenti, ripartendo dalle basi sicure del rispetto delle norme e delle reciproche funzioni, sappiano dare una soluzione legittima e condivisa al problema insorto, facendo uso della prudenza e della calma per comporre positivamente un quadro di accoglienza (cfr.: http://ilsaronno.it/2016/04/01/il-prefetto-zanzi-oggi-non-arriveranno-profughi-a-saronno/);
  9. Certamente, non si può rimanere insensibili alle difficoltà di chi – profugo da terre in guerra - si è messo in cammino verso l’Europa con grandi aspettative di pace, stabilità e vita dignitosa; ciò, comunque, non significa ignorare le istituzioni e le garanzie di sicurezza reclamate dai residenti, né edulcorare le regole, né accostare sincretisticamente la Bibbia della tradizione di fede cristiana ad alternative suggestioni religiose (ad una sola, invero, quasi che, tra i migranti, non vi siano seguaci di molti altri culti).
Attendiamo fiduciosi.

Gruppo Consiliare di Unione Italiana

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