Un corteo ribaldo e provocatore passa davanti al Municipio in un freddo e piovoso sabato di marzo.
Ancora
una volta, la città è sotto scacco per l’ennesimo colpo di mano di una sparuta,
quanto efficiente banda pseudoanarchica, che ha fatto della prepotenza la sua
vera bandiera.
La
prepotenza di sentirsi al di sopra di qualsiasi regola civile, di interpretare
superbamente il mondo giovanile, che ha ben altri problemi.
La
prepotenza di lordare le proprietà altrui, di scassinarle, di occuparle, di
trasformarle.
La
prepotenza di organizzare concerti, eventi, spaccio di bevande spiritose,
somministrazione di cibi senza il minimo controllo sulla sicurezza (la propria,
innanzitutto), in situazioni di imminente e serio pericolo per l'incolumità.
La
prepotenza di scaricare la propria inesausta voglia caratteriale sul pacifico
andamento della vita dei Saronnesi.
Uno
sciame di piccoli egoisti autoreferenziali, che si beano del loro essere
disadattati al confronto civile e democratico e che si divertono a spese
altrui, con danneggiamenti, fumogeni, rumori.
Non
se ne può più.
Né
si capisce come farla finita con questo permanente carnevale, posto che le
istituzioni sembrano inermi; nonostante il dispiego di forze di polizia,
costoro risorgono puntualmente, insidiosi e resi tracotanti dalle blande misure
della giustizia.
Inutile e semplicistico prendersela con il Sindaco di turno (anche se quello attuale – ora in difficoltà
alle prese con il fenomeno – ha troppo ed incautamente promesso durante la
campagna elettorale; quando si esagera con i facili slogan si fa in fretta a scivolare sulla buccia di banana e si
dimostra l’attitudine ad abbindolare il prossimo paventando misure d’ordine e
sicurezza che, alla resa dei conti, non si è in grado di attuare): il problema
ha una natura più vasta dei confini comunali, coinvolge una pluralità di organi
istituzionali, che stentano ad individuare misure idonee ad eradicare questi
ricorrenti episodi di ribellione.
Ribellione
che sarebbe ridicola, vetusta e pretestuosa pretesa, ma che purtroppo si
trasforma in violenza su cose e persone, con il generale disagio dei cittadini
ormai esasperati.
Il
Sindaco – coerente con le sue altisonanti promesse da sceriffo mancato -, senza
travalicare dalle sue limitate competenze, si faccia promotore presso le
istituzioni deputate al mantenimento dell’ordine affinché il problema sia
affrontato sistematicamente e con metodo; dia corso ad iniziative non solo
discrete e confidenziali, che non dubito abbia già intrapreso, ma anche coraggiose
e clamorose, se necessario, per rappresentare a chi di dovere l’esigenza
primaria ed urgente dei Saronnesi ad essere liberati (sì, liberati) dalle
prepotenze di pochi facinorosi, per lo più estranei alla città, a cui dev’essere
impedito di sfogare sugli altri le proprie frustrazioni e l’inettitudine dai
tratti patologici a convivere nel rispetto di tutti.
La
vita quotidiana è già un fardello pesante ed impegnativo; non ha certo bisogno
di essere ulteriormente ed immotivatamente complicata.
Attendiamo che il Sindaco, anche con un po' di fantasia, dia segni di efficienza, oltre che di immobilismo e di rassegnazione.
Pierluigi Gilli, Capogruppo di Unione Italiana
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